#11: ME VS. IL MIO... CLONE PIÙ MUSCOLOSO (?)

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[Capitolo revisionato]

GIORNO POV

Quella mattina fu il miagolio insistente del gatto nero a svegliarmi.
Aprì gli occhi trovandomelo di fronte.

-Buongiorno, hai fame??- gli chiesi, stropicciandomi gli occhi.
Lui miagolò di nuovo.
-Lo prendo per un sì- dissi stiracchiandomi e andando in cucina. Gli versai del latte in una scodella e immediatamente il gatto ci si fiondò. 

Mentre mangiava, io mi preparai il caffè. Erano solo le 7.30 di mattina e avevo dormito sì o no 4 ore, non mi piaceva l'idea di perdere tempo. Ormai erano passati 5 giorni dal nostro arrivo e ora che avevo un tetto sopra la testa era il caso di pensare a come tornare indietro, a casa. 

Casa.

Pregai con tutto me stesso che i miei amici laggiù stessero bene.
Li avevo abbandonati in una situazione estremamente delicata e pericolosa.

Dopo la sconfitta di Diavolo, all'incirca 7 mesi prima, ero riuscito a prendere il controllo di Passione, diventandone il Boss e a eliminare tutte le mele marce al suo interno, primi fra tutti i membri della squadra dei narcotrafficanti. Ma nemmeno il tempo di tirare il fiato che subito mi sono scontrato con la Carboneria, una vecchia organizzazione malavitosa guidata da un certo Giuseppe Carbonara intenzionata a distruggere Passione e impadronirsi di tutta Italia. Ovviamente non glielo avrei permesso. Non dopo tutta la fatica che ho fatto per arrivare dove sono ora.

Dovevo distruggerla.
Lo dovevo ad Abbacchio, a Narancia e a Bucciarati che erano morti per permettermi di sconfiggere Diavolo e creare una Passione migliore.
Lo dovevo a Mista, a Fugo e tutti gli altri membri di Passione che avevano riposto la loro fiducia e la loro vita nelle mie mani.
Lo dovevo a Trish, Max, Elena, Fede e tutti gli altri innocenti che meritavano una vita migliore e senza pericoli. E lo dovevo in particolar modo a Marco e Alice, che avevano perso tutto a causa di Carbonara e che si erano uniti a Passione proprio per riscattarsi.
Per tutti loro io, Giorno Giovanna, dovevo uccidere Carbonara e far cadere la Carboneria.
E per farlo dovevo assolutamente tornare a casa.

Mentre rimuginavo su ciò sorseggiando il caffè, notai che Noemi non stava più dormendo a fianco di Josuke. Insospettito andai a controllare in camera sua. Non c'era.
A quel punto mi preoccupai. Iniziai a cercarla freneticamente dappertutto: nelle altre camere, nello sgabuzzino e persino degli armadi.
La chiamai ad alta voce, fregandomene se gli altri erano ancora nel mondo dei sogni.

-Giorno. Smettila di urlare...- bofonchiò Josuke a un certo punto, ridestandosi.
-Noemi è sparita- gli dissi bruscamente.
-Come sparita!?- scattò lui dopo aver notato che effettivamente la ragazza non era più al suo fianco.
-Magari è uscita a fare compere- intervenne Caesar, ancora un po' assonato, cercando di calmare le acque.
-Senza avvisarci??- fece giustamente notare Josuke.
-Magari aveva fretta- rispose lui, ma non sembrava più così tanto convinto.
-Impossibile- dissi io -La porta di casa è chiusa e le chiavi sono sulla mensola-

Caesar a quel punto si mise seduto e con tono serio disse:
-Possibile che l'abbiamo rapita "loro"??-
-Se così fosse, avrebbero preso anche noi- dissi.
-E allora chi e perché??- chiese Caesar.

A quel punto sentimmo uno scrocchiare.
Ci voltammo preoccupati, ma era solo Luffy che aveva aperto un pacchetto di snack al formaggio.
-Che c'è?? Ho fame- si giustificò lui. -Come mai c'è un gatto in cucina??- aggiunse indicando il micetto.
-Lo abbiamo trovato ieri sera. È entrato dalla finestra del bagno- gli spiegai.
-Non è possibile. Mi ricordo di averla chiusa prima di andare a letto- intervenne Caesar.
-Potrebbe averla riaperta Noemi oppure...- dissi per poi interrompermi, ricordando un particolare di quella notte.
-Stanotte Noemi era convinta che ci fosse qualcuno in casa. E se non si fosse sbagliata?? E se...-

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