#20: MORPHEUS MI OFFRE UNA CIOCCOLATA CALDA

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[capitolo revisionato]

NOEMI POV

Mi ritrovai in una piccola stanza rettangolare con pareti e pavimento piastrellati di grigio. Ai miei piedi era steso un lungo tappeto nero che conduceva al banco della reception bianco, sistemato all'angolo destro della stanza. Appostata lì c'era una giovane donna con un caschetto di capelli neri che stava sistemando un plico di documenti. Alla sua sinistra, a ridosso della parete, c'erano dei distributori automatici, un divanetto di pelle nera, alcune sedie di plastica bianca e infine una porta di metallo blindata, sorvegliata da un enorme uomo di colore pelato con indosso un completo scuro e degli occhiali da sole ovali.

"Oh no. Morpheus, anche tu qui??"
《È solo uno della sicurezza. Non fare la stupida》
"L'unica stupida qui sei tu. Torniamo indietro"
《NO》

Appena la segretaria mi vide, sorrise e mi invitò a venire con un cenno di mano.

-Buongiorno signorina e benvenuta alla YSA. Come posso esserle utile??- mi chiese lei appena fui a portata d'orecchio.
-Buongiorno, volevo chiedere se era possibile incontrare uno dei dipendenti- le dissi.
-È un suo parente??- 
-Mio fratello maggiore. È da 2 settimane che non torna a casa. Vorrei solo controllare di persona se stia bene- 
-Ma certo. Nessun problema. Mi potrebbe dire il suo nome-
-Riccardo Valpiana-

Appena pronunciai quel nome, la donna divenne rigida come uno stoccafisso e la sua espressione mutò da serena a impaurita.
-Va tutto bene??- le chiesi gentilmente, inquietata da quella improvvisa reazione.
La donna sussultò e cercò di ricomporsi.
-Ecco... sono davvero mortificata, ma non posso farglielo incontrare- disse.

Il suo tono era composto e gentile, tuttavia non evitò accuratamente di guardarmi negli occhi.
Quella donna era palesemente a disagio come se sapesse qualcosa che non poteva assolutamente dire. Per sua sfortuna, io non avevo intenzione di cedere così facilmente.

-Come mai??- dissi cercando di mantenere la calma.
-Credevo fosse già stata avvertita. Purtroppo è insorto un grave problema durante la realizzazione del progetto a cui sta lavorando il signor Valpiana. Perciò è stato chiesto ai dipendenti di rimanere qui finché la situazione non si sarebbe ristabilita. Purtroppo questo comporta l'impossibilità da parte loro di ricevere visite, per la loro sicurezza e quella dei loro parenti- mi spiegò lei, ma era chiaro come il sole che ci fosse sotto qualcosa.

-Che tipo di problema??- insistetti.
-Niente di grave. Le posso assicurare che suo fratello e gli altri dipendenti sono in perfetta salute e in totale sicure...- cercò di sviare lei.
-Che tipo di problema?!- ripetei io interrompendola in malo modo.
-Niente che la riguardi- rispose stizzita.

A quel punto persi definitivamente la pazienza e il lume della ragione.
-MI RIGUARDA ECCOME. NON HO NOTIZIE DI RICKY DA 2 SETTIMANE. 2 FOTTUTE SETTIMANE. NON UNA TELEFONATA. NON UN MESSAGGIO. NULLA DI NULLA. PERCIÒ IO ORA PRETENDO DI SAPERE COSA MINCHIA STIA SUCCEDENDO. COSA STATE COMBINANDO CON I VOSTRI ESPERIMENTI?! COS'È QUESTO PROBLEMA, ANOMALIA O COME CAVOLO VOLETE CHIAMARLA?! QUAL È IL VOSTRO SCOPO?! E SOPRATUTTO PERCHÈ NON POSSO PARLARE CON MIO FRATELLO?! DITEMELO OPPURE VI DENUNCIO TUTTI!!- sbottai con così tanto furore che la donna per poco non cadde a terra mentre indietreggiava.

I miei "toni soavi" attirarono l'attenzione di Morpheus. Si precipitò verso di noi, mi afferrò per un braccio e mi disse con tono calmo, ma deciso: -Signorina, la prego di calmarsi e di smettere di urlare-
-Io non voglio stare calma!! Io voglio...- urlai voltandomi verso di lui.
I miei occhi si scontrarono con le lenti scure dell'uomo, talmente scure che ci si poteva specchiare dentro. Ma il riflesso che vedevo non era il mio. Era di una ragazzina disperata e abbandonata. 

Le mie parole, piene di furia, mi morirono in gola mentre fissavo quel riflesso. Chi era quella persona?? Non potevo essere io. Io non sono così... impulsiva, irruente e... spericolata. Che cosa stavo facendo?? Così rischiavo di mettere in pericolo i ragazzi e me stessa.

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