18 " Vuoi un gin?"

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Milano











Filippo

L'inconsapevolezza . Penso che di Bianca mi colpisca questa caratteristica: senza razionalità, senza coscienza mi strappa un sorriso, mi migliora la giornata. Stamani ad esempio mi ha regalato un paio di orecchini a forma di piuma. Quel simbolo è sempre stato per me qualcosa di meraviglioso. 

Mi commuovo, se ripenso a tutto quello che c'è dietro questo simbolo e lei, mi abbraccia senza dire niente, senza aprire bocca per far uscire parole che non sapranno cucire ciò che ho dentro. Io ho il volto coperto, con la mano perchè non so se veramente è disposta a guardarmi. Se veramente sono disposto a mostrarmi.

"Scusa,scusa..." mormora mentre mi fa posare la testa sul suo seno. Io mi sento un po' come un bambino con sua madre. Sento quel calore materno che mi manca da una vita e che mai ho provato. E preso da questa sensazione mi lascio andare totalmente piangendo come mai ho fatto: libero. Libero dal pregiudizio di essere un uomo e di non poterlo fare. Libero dalla società che mi punterà le dita contro. Libero dalla mia essenza. Libero da me stesso. Libero dal mio corpo, libero persino dalla mia anima. Non sono più me stesso, sono totalmente fuso con il suo corpo, il suo calore.

"Vorrei tanto raccontarti di me..." sospiro "...ma ci sono così tante cose che mi fanno ancora troppo male Bianca, ti prego solo di aspettare un po'..." glielo chiedo con così tanta pietà che mi sento all'interno di un libro religioso. Lei mi stringe la mano, mentre io le accarezzo le dita.

"Mi piacciono i tuoi tatuaggi..." percorre i serpenti che ho tatuati sulla mano "...sono particolari. In questa città siete tutti originali, l'unica non tatuata sono solo io fra poco, mh?" ridacchia.

"Potresti farti qualche disegnino anche tu...dopo un po' diventa un vizio sai?" sorrido mentre lei mi distrae

"Qualche stellina...mi piacerebbe tatuarmi le mani ma poi non trovi lavoro"

Io mi sposto dal suo petto, mentre mi pulisco il viso dalle lacrime e lei si affretta a farlo con i pollici, lasciandomi un bacio leggero sul naso.

"Non baciarmi il naso che è inguardabile"

"Ma smettila, sei particolare..."

"Come il gin tonic?"

"Come il gin tonic"

Sorride, mentre una mia mano le accarezza una guancia, lasciandoci sopra un bacio. La malinconia è totalmente sparita, come per magia la serenità mi annebbia il cuore.

"Che dici, ci facciamo un gin?"

"Ma io non bevo...nemmeno ho dell'alcol in frigo"

"Beh, andiamo al supermercato...qui vicino ce n'è uno no?"

"Insomma...se vuoi farti mezz'ora sotto la neve  per un gin..."

"Dai, so che anche tu vuoi farlo..." sorrido. Lei si scioglie e annuisce "...grazie tesoro" le lascio un altro bacio sulla guancia mentre mi alzo, mi lavo il viso e mi vesto come ieri. Dovrei comprarmi dei vestiti, sì.

In poco tempo siamo in strada, mentre giochiamo con le palle di neve, mentre i passanti ci guardano male. Io le poso un braccio sulle spalle, mentre lei avvolge il suo fino ad infilare la mano nei passanti dei jeans.  Il supermercato è più vicino di quanto mi aspettassi: entriamo mentre veloci, svelti e giovani andiamo subito nel reparto degli alcolici. 

"Cazzo...quanta roba..."

"Sai quale prendere?"

"Ehm...scusi!" richiamo una vecchietta graziosa e vestita tutta di rosa come se fosse un confetto ambulante "Qual'è la bottiglia più giusta il gin?"

La donna ci guarda dall'alto verso il basso, sbuffano.

"Ormai i tossici girano anche nei supermercati...Dio vi benedica e vi salvi!" esclama andandosene. Io e Bianca scoppiamo a ridere mentre prendiamo una bottiglia a caso, scelta per il tappo particolare.

"Signorina lei è maggiorenne?" la cassiera ci osserva male

"Certo"

"Farò finta di crederle....dodici euro"

"Grazie"

Usciamo prima che ci inseguino con i cani antidroga e arriviamo nell'appartamento di Bianca che, continua a sorridere.

Ma solo ora noto un oggetto che attira totalmente la mia attenzione

"Suoni la chitarra?"

"Oh...tantissimo tempo fa..."

"Posso?"

"Certo"

"Ora ti canto qualcosa di quel famoso De Andrè che non conosci...appena fa un concerto a Milano andiamo insieme a vederlo, ci stai?"

"Ovvio"

"Dai, introducimi come una conduttrice"

"Io? Ma mi hai vista?"

"Dai, per favore!"

"Oh santo...." sospira "... signore e signori, con una canzone che non conosco un ragazzo sincero e una chitarra un po' vecchia" sorride

"Grazie...grazie a tutti" sorrido, mentre impugno meglio lo strumento e inizio a suonare.

"C'è chi l'amore lo fa per noia

Chi se lo sceglie per professione
Bocca di rosa né l'uno né l'altro
Lei lo faceva per passione

Ma la passione spesso conduce
A soddisfare le proprie voglie
Senza indagare se il concupito
Ha il cuore libero, oppure ha moglie...."
canticchio mentre lei dal lato opposto del tavolo mi ascolta attenta. Si alza e tira fuori dal sacchetto di carta le due bottiglie che abbiamo comprato al supermercato. Abbiamo anche preso delle fragole per non rimanere a stomaco vuoto.

Finisco di cantare mentre lei tira fuori da un mobiletto due calici decorati in maniera raffinata.

"In sottofondo mettiamo un buon vinile.."mormoro mentre leggo i nomi di tanti artisti che sono in voga ora.

"Metti Bowie, dai"

"Bowie? Ma che genere è?"

"Oh..è speciale lui...lui non ha un genere, è il genere"

"Addirittura?"

"Dai, su, metti su il vinile mentre io cerco di capire come si prepara..."

"Arrivo a darti una mano"

"Ma va, metti su il quarantacinque giri"

Io faccio come dice, mentre rimango affascinato da quell'uomo che sembra essere....umano.

"Uh...attacca bene,non capisco niente ma è stupenda questa qui...."

"Si intitola " eroi""

"Tosto..." sorrido mentre lei armeggia le bottiglie, cercando di capirci qualcosa.

Psycho (Irama Plume)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora