Milano
Filippo
La mattina seguente apro gli occhi e non di ben gradimento: c'è un telefono che squilla insistentemente da quasi mezz'ora. Bianca è accanto a me che dorme profondamente.
"Ma porca puttana" impreco alzandomi e passandomi una mano sul viso per evitare che vado a sbattere contro qualche mobile. Alzo la cornetta, mentre mi slego i capelli e li lascio liberi.
"Pronto?"
"Ciao amore mio!"
"Che?"
"Bianca ma non sei tu?"
"Ma scusi, lei chi è?"
"Sono la mamma di Bianca, chi sei tu?"
Guardo l'ora sull'orologio appeso in cucina: le nove del mattino. Rispondo con la prima cosa che mi viene mente.
"Sono l'elettricista, sua figlia mi ha chiamato perchè ha avuto dei problemi con la linea fissa...può richiamare fra venti minuti?"
"Oh certo, non si preoccupi, buon lavoro"
"Arrivederci"
Mi passo una mano sul viso, mentre poso la cornetta e stacco la chiamata. Nel mentre Bianca si è alzata e si è lavata la faccia. Si posa allo stipite della porta, mi sorride.
"Chi era?"
"Tua mamma"
"COSA?!"
"Massì, le ho detto che ero il tecnico del cellulare, non preoccuparti, richiamerà fra venti minuti"
"Oh meno male..." si passa una mano sul viso "....ci facciamo un caffè?" domanda mentre si avvia in cucina.
"Oggi ho pensato di andare da mio padre e chiedergli di sbloccarmi il conto bancario: cioè..." mentre vado in camera e indosso una maglietta continuo il discorso "...io alla fine c'ho quasi trent'anni e come tutti avrò qualche soldo in banca,no?"
"Massì Filo ma poi voglio dire, sono solo due settimane che sei qui, lunedì ricomincio a lavorare dov'è il problema?"chiede mentre io torno in cucina e la vedo, racchiusa nella sua tranquillità e prepara la moka.
"Ma io non voglio essere un peso per te"
"Ma tu non sarai mai un peso per me, e lo sai infondo" sorride mentre accende il gas.
Dopo mezz'ora siamo nell'ascensore del condominio: Bianca mi confessa che non l'ha mai preso perchè ha una paura folle di rimanere chiusa dentro.
"Dai! Per una volta!" la convinco mentre lei si sistema la borsa sulla spalla.
"E va bene...ma non ho una bella sensazione, ti avviso" mormora
"Ufff!" esclamo alzando gli occhi al cielo "Che sarà mai un saliscendi?" premo il bottone per chiamarlo e dopo un paio di minuti giunge al nostro piano.
Le porte si aprono, creando un frastuono non proprio piacevole.
"No, no, no...." inizia spaventata
"Oh quante pare ti fai?" domando retorico mentre la prendo per mano e la porto dentro l'ascensore. Premo il pulsante del piano zero e aspetto che le porte si chiudano.
"E' troppo lento...ci sarà qualche meccanismo che non funziona" dice disperata mentre io scoppio sonoramente a ridere.
"Mi fai morire..." dico con voce spezzata mentre mi asciugo le lacrime.
"Ecco...ok,ok si sono chiuse.."
"E adesso scenderà piano piano"
"Ok...ok. Nel caso rimaniamo chiusi qui ho due bottigliette d'acqua e un libro di Mill"
"Chi era?"
"Un filosofo post-hegeliano"
"Interessante..."
Poi un rumore sordo: cazzo.
"Oddio, Oddio! Filo siamo chiusi dentro! Filo moriremo qui per carenza d'ossigeno!" urla disperata mentre si porta due mani sul viso.
"Ma va, stai tranquilla che adesso riparte..."mormoro con non curanza mentre mi accendo una sigaretta.
"Io lo sapevo...lo sapevo cazzo! Me lo sentivo dentro che prima o poi sarei rimasta sigillata in un saliscendi per ore, rischiando la morte!"
"Ma non avresti mai immaginato di essere con me, ammettilo" le faccio l'occhiolino mentre lei diventa paonazza. Ora mi tira uno schiaffo, lo so.
"E' TUTTA COLPA TUA, MANNAGGIA A TE E A QUESTA TECNOLOGIA DEL CAZZO!" posa la borsetta a terra mentre con le mani, inutilmente cerca di aprire le porte. Io mi poso al muro dietro di me, mentre signori, questa gonna le fa un fisico mozzafiato.
"Non penso sia utile" mormoro mentre aspiro il tabacco.
"E come risolveresti la situazione? Sentiamo!" mette le mani sui fianchi, mentre si volta nella mia direzione e mi osserva. Io semplicemente mi sporgo e clicco un pulsantino giallo a forma di campanellina con scritto "Assistenza h24". Non penso che dietro la richiesta d'emergenza ci sia veramente qualcuno ma, la speranza è l'ultima a morire.
"Sono proprio una stupida..." si passa una mano sulla fronte mentre ormai rassegnata al suo destino si lascia scivolare sul pavimento.
"Stai tranquilla..."scivolo accanto a lei"...ci sono qui io e Mill" sorrido mentre lei ridacchia.
"Vuoi leggere qualcosa di suo?" domanda, mentre estrae il libro dalla borsa
"Se mi dai questo onore, con piacere" mi passa il libro mentre io apro una pagina a caso e inizio a leggere. Lei posa la testa sulla mia spalla, mentre mi accarezza i capelli.
"Ti piace?"
"Parla troppo di economia...però per l'epoca aveva delle idee veramente geniali" commento, chiudendo il libro e posandolo accanto a me.
"Dovresti provare Kant allora...lui amplifica i sensi e basa su essi tutto"
"I sensi? Ma va'?"
"Sì, lui sostiene che le cose esistono perchè noi le percepiamo tramite i sensi"
"Io percepisco il mondo tramite i sensi...ma ha proprio ragione!" esclamo mentre lei sorride. A me rimane veramente in mente questo pensiero, mi ha colpito dentro, mi ha lasciato un segno. E' scioccante come la filosofia, materia che conosco per dialoghi sentiti, mi apra dentro un vortice colmo di cultura e curiosità.
"Vorrei un gin ora..." sorride mentre mi stringe una mano che purtroppo suda per l'ansia "..scusa mi sudano le mani e fa un po' schifo, lo so" ammette arrossendo.
"E' particolare questo completo, dove l'hai preso?"le chiedo passando le dita sul tessuto morbido della gonna.
"Me l'ha fatto a mano mia mamma prima che partissi, mi ha detto di metterlo solo in occasioni importanti e andare in tribunale da tuo padre mi sembra abbastanza importante..." sospira un po' disperata per tutto.
"Ti mancano un po' i tuoi genitori?"
"Mi manca mangiare bene...io faccio proprio pena. Mi mancano anche gli abbracci di mio papà, i sorrisi di mamma...ma alla fine poi li sento al telefono e paradossalmente li sento vicini" sorride mentre noto un filo di malinconia nel suo sguardo.
Io le lascio un bacio sulla fronte, mentre infondo sonon certo che queste sensazioni non le capirò mai.
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Psycho (Irama Plume)
Фанфик1970 Manicomio statale,Milano Filippo,paziente. Bianca,operatrice. Una storia dove la giustizia non entra,la violenza vige e le bugie sono la colonna sonora delle vite dei protagonisti. !Contenuti forti!