10 " Viandante su mare di nebbia e pensieri"

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Milano













Filippo

Non mi piace perdere nella vita anche se, incredibilmente è l'unica azione che faccio da anni: perdo chili, donne, rapporti, soldi, frasi, speranza.  Mio nonno diceva che chi è fortunato in carte è sfortunato in amore. Io sono sfigato in entrambi gli ambiti, ho fatto prima. Il compromesso era che se perdeva Bianca, la portavo in un posto, al contrario doveva truccarmi per ripicca. La fortuna mi ha baciato ieri pomeriggio evidentemente: ho vinto io.

Io non ho mai vinto nulla nella vita se non delusioni e cattiveria. A volte anche soldi ma vedendo dove mi hanno portato, non ne valeva la pena.

Sono le cinque del mattino e lo comprendo dai flebili raggi del sole che si insinuano nella stanza: apro gli occhi e osservo l'ambiente monotono che mi circonda. Lorenzo dorme ancora beato con un braccio fuori dalle lenzuola, come sempre. Mi tiro a sedere mentre sgranchisco le braccia e le gambe. Mi passo una mano sul volto e spero che stamani ci sia ancora un po' della leggera nebbia primaverile che avvolge le città in questo periodo dell'anno. Prendo la casacca della uniforme che ho gettato a terra stanotte, faceva troppo caldo a parer mio. La infilo, alzandomi e dirigendomi verso la porta.

L'uomo che sta di guardia di notte lo conosco bene, anzi, come le mie tasche:si chiama Luca, senza scrupoli e umanità. Colui che quando ha bisogno di eccitare la sua anima satanica mi porta nei sotterranei e mi frusta per notti intere, nelle quali io voglio solo morire. Apro la mia cella, uscendo e controllando che non ci sia: poco prima che sorga il sole va a prendersi un caffè giù in infermieria così, lascia libero il corridoio ed alcuni pazienti sono liberi di vagare come fantasmi.

Chiudo la porta alle mie spalle, estraggo una sigaretta dall'elastico delle mutande e ricordo solo ora di aver dimenticato i fiammiferi sotto il cuscino. Merda. Questa giornata sta iniziando con il piede sbagliato. Camminando verso i  bagni incontro una paziente donna: è raro dal momento che sono divise da noi uomini. Il terzo piano della struttura è loro, il secondo nostro.

"Ciao, hai da accendere?"

"Sì..." fruga all'interno della casacca e tira fuori il pacchetto di fiammiferi "..tieni, te li regalo tutti" sussurra velocemente per poi iniziare a correre per il corridoio.

Sono abituato a incontri del genere: per ora l'unica donna sana di mente che ho incontrato è Bianca la nuova infermiera. Trovo che sia una ragazza molto dolce e affettuosa nei confronti di noi pazienti: lo noto specialmente quando imbocca Lori, senza disgusto o pregiudizio, anzi, con tenerezza. Io e lei parliamo quando capita e devo dire che non mi è indifferente. 

Arrivo nei  bagni comuni dove si trova di tutto: dal malato che è sotto effetto di farmaci e beve l'acqua del cesso, a quello che si masturba davanti a tutti senza nemmeno sapere dove cazzo è finito. Stamani fortunatamente non trovo nessuno, posso tranquillamente pisciare senza aver paura di brutte sorprese. Lavo le mani, getto il mozzicone di sigaretta nel lavandino: tanto non puliscono mai e sinceramente nemmeno mi interessa, peggio di così la struttura non può andare.

Esco dai bagni, muovendomi svelto per i corridoi della struttura che conosco a memoria e se così non fosse, avrei paura di essere finito in un labirinto infinito. L'uomo è ancora giù a prendere il caffè, così io tranquillamente posso avvisare Lorenzo ed aspettare Bianca in giardino. Le ho detto di arrivare un po' prima, così da poter parlare un po'...in fondo di lei non so proprio niente.

Psycho (Irama Plume)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora