Capitolo 4

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Passó una settimana dal loro primo incontro e finalmente Kakyoin era pronto per iniziare una nuova esperienza: l'accademia. Il rapporto nonostante le difficoltà iniziali andava pian piano migliorando, certo non erano diventati amiconi le battute sarcastiche da parte del moro c'erano ancora, e i soliti battibecchi pure, peró il livello di sopportazione aumentó notevolmente. Anzi, Jotaro in un certo senso inizió ad apprezzare la compagnia del più piccolo, soltanto che questo non lo avrebbe mai ammesso a sé stesso. Anche Kakyoin nonostante reputó il moro a volte fin troppo maleducato, freddo e cinico riuscì in qualche modo, se non per puro miracolo trovare un punto di incontro. Anche sè, la strada era ancora lunga.
"allora ci vediamo dopo, augurarmi buona fortuna!"
"ciao" disse il moro facendo cenno con la mano immerso tra i suoi impegni.
"grazie tante" alzó gli occhi al cielo, prese lo zaino e uscì da casa.
Il rosso fu nervoso per tutto il tragitto e quando si ritrovó al ingresso, esitó prima di entrare.
"allora ci siamo" sussurró a se stesso.
Arrivò talmente con largo anticipo alla lezione che l'aula era ancora vuota.  Ad un certo punto senti dei passi farsi sempre più vicini e la porta spalancarsi di colpo, facendo sussultare il rosso. A quanto pare non era l'unico ad aver avuto la sua stessa idea. Due individui entrarono di corsa.
"GIORNO!! NON TI AZZARDARE! QUEL POSTO L' HO VISTO PRIMA IO"  urló con tono minaccioso inseguendo il suo amico biondo.
"Non mi interessa Josuke! Chi prima arriva meglio alloggia ti attacchi amico"
Entrambi si spintonarono cercando uno di sovrastare l'altro per poter entrare nella fila dei posti.
"sposta il tuo maledetto culo"
"ahia! Giorno mi fai male"
"lasciamelo!"
Dopo svariati minuti di spintoni e calci per accaparrarsi il posto migliore, finalmente si sedettero due sedie in là al rosso.
Noriaki rimase allibito da quella scena, anche perché si guardó intorno e c'erano una marea di posti liberi perché mai hanno dovuto litigare per un posto, li trovó bizzarri.
"perché devi sempre frignare e averla vinta te!"
"sono i posti migliori questi! Riesci a seguire ma non sei troppo avanti da andare in braccio al professore, insomma perfetto!" constató Giorno per poi continuare.
"hey, hai visto quel tipo?
"secondo me non è italiano, guardalo, dici che capirà quello che diciamo? "
"non credo in effetti..."
"vi ho capito benissimo invece"
"bella figura di merda" affermó Josuke
" piacere!!! io sono Giorno Giovanna"  su presentó tendendo una mano cambiando discorso.
"Josuke higashikata"
"Noriaki Kakyoin molto piacere, sei anche tu giapponese?"
"certo"
"come è piccolo il mondo anche io!"
"vedi?!?!? Te lo avevo detto che non aveva niente di italiano" disse Giorno tirando una pacca fortissima dietro la schiena del suo amico.
"si si ho visto, magari evita di spaccarmi la spina dorsale idiota... Comunque... Ti sei trasferito o cosa?"
"mhhh si da una settimana, ho trovato una casa in affitto, vivo con Jotaro il mio coinquilino"
"JOTARO?????" Dissero entrambi in coro.
"quel Jotaro Kujo? il professore di biologia del dipartimento che sta esattamente nella sede affianco!" affermó il biondo.
"siii come fate a saperlo?" si interrogó  il rosso
"diciamo che è molto famoso, non c'è ragazza del università che non ne parli!"
"wow, non credevo fosse così popolare..." non capiva se ciò che stesse provando in quel momento fosse stupore o fastidio. Anche se fosse stata la seconda... Perché mai dovrebbe infastidirlo una cosa del genere?
Dopo essersi scambiata qualche chiacchiera.
"comunque sembri un tipo apposto, ti chiediamo scusa se ti siamo sembrati dei fuori di testa, ma a volte Giorno è un tale idiota che va assecondato" gli diede uno schiaffo dietro al collo.
"non fa niente dico davvero, a primo impatto anche vuoi mi siete molto simpatici"
"comunque Noriaki se hai bisogno di qualsiasi cosa puoi sempre rivolgerti a noi, anzi magari che ne so, potremmo farci un giro potremmo farti da guida"
"si mi piacerebbe tantissimo!"
Kakyoin ne fu entusiasta della proposta, Forse quello sarebbe stato  l'inizio di una lunga amicizia.
Jotaro era in casa a completare le ultime faccende prima di andare anche lui in università. Buttó l'occhio sul piano forte, si avvicinó e con le dita intonó qualche nota. i ricordi di quella sera gli vennero in mente. Kakyoin, seduto davanti a quello strumento, con gli occhi chiusi bagnati dal pianto, con le mani toccare quei tasti, tocchi talmente delicati che sembravano solo sfiorarli. Lo trovó meraviglioso, la melodia, il momento, lui. Una sensazione strana provó dentro di sè. Scacció via subito quel pensiero infastidito dalla situazione, che stava succedendo? è solo un ragazzino, un moccioso pensó.
Il moro uscì dal università e senza mai essersene reso conto, notó che affianco al suo dipartimento c'era l'accademia che il suo coinquilino inizió a frequentare. Così ebbe la bella idea di aspettarlo. Nel frattempo uscì il rosso, con i suoi due nuovi amici si diresse verso l'uscita.
"Kakyoin hai visto chi c'è?!" disse Josuke tirandogli una gomitata.
"a quanto pare il tuo coinquilino ti è venuto a prendere" constató il biondo.
Noriaki vide il ragazzo più grande fuori ad aspettarlo, alla vista il suo viso si coloró di un leggero rosso. Ma con lui c'erano un gruppo di ragazze intente a salutarlo.
"allora ci vediamo domani professore..." disse una di queste per poi allontanarsi tutte.
"che ti avevo detto? È famoso il tuo amico"
"Già" disse con fastidio che non passó inosservato ai due, lanciandosi un' occhiata tra di loro
Jotaro lo vide da lontano, "fantastico altri due mocciosi" sussurró tra sé e sé buttando per terra il mozzicone di sigaretta.
"ce ne hai messo di tempo...ancora un po' e invecchiavo più del dovuto"
"scusami, non finivano più"
"ohh ehm loro sono Josuke e Giorno" li ho incontrati oggi"
"ragazzi, lui è Jotaro"
"molto piacere" dissero entrambi all'unisolo.
"si, si piacere andiamo?!?"
"scusatelo, allora ci vediamo?"
"domani a lezione" disse Josuke
"allora ciao"
"a domani" disse Giorno

Jotaro e Kakyoin camminarono in silenzio, nonostante fosse un silenzio piacevole Noriaki aveva tante domande da fare al moro, era intenzionato ad abbattere quella barriera, voleva scoprire qualcosa di più su di lui.

"Jotaro"
"sii??"
"raccontami di te"
"perchè mai dovrei?"
"perché si, non deve esserci sempre tutto un motivo"
"avanti cosa vuoi sapere?" un po' spazientito si accese una sigaretta.
"che origini hai?"
"mia madre è americana, così come  mio nonno, mio padre da quanto mi ricordo è giapponese"
"come sarebbe a dire?"
"i miei genitori divorziarono quando ero  piccolo, era sempre in viaggio per lavoro e si scoprì che aveva una amante, quindi si può dire che non ho avuto una figura paterna al mio fianco, ma c'era mio nonno almeno"
"che lavoro faceva?"
"il musicista e se te lo stai chiedendo si, quel piano forte è suo e si,so suonarlo, è l'unica cosa che mi ha insegnato" gli disse leggendorgli letteralmente nel pensiero.
"mi dispiace Jojo" il nome gli uscì dalla bocca con così tanta naturalezza che non se ne rese conto.
"jojo?"
"merda scusa!! Si ehm oddio, ci stavo pensando l'altro giorno, sai con il nome  Jotaro Kujo se ci fai caso, viene fuori Jojo" spiegó, pregando tutti i santi che Jotaro non se la prendesse.
"mocciso e questa da dove ti esce" ribattè divertito accennando un sorriso. Kakyoin ne rimase affascinato, aveva un sorriso bellissimo pensó.
Jotaro ritornó serio dopo essersi reso conto di esserci lasciato andare, anche se la cosa non desse poi così tanto fastidio.
"E tu invece?? "
"beh, come ti ho già detto vengo da una famiglia ricca e facoltosa, ma ho sempre odiato quella vita, non fa per me... Mio padre vorrebbe che dirigessi la sua azienda, che mi sistemassi ma ho solo diciotto anni e voglio godermi la vita e fare ciò che più mi piace, non voglio più assecondarlo che gli piaccia a o meno questa è la mia vita... Per questo mi sono trasferito, voglio una vita nuova". Jotaro lo ascoltó in silenzio e assorbì ogni singola parola che gli disse il rosso. Nel frattempo il sole stava calando e il cielo si dipinse di un rosso intenso.
"Noriaki" lo chiamó per la prima volta per nome, lasciandolo spiazzato.
"si??"
"non cambiare mai per nessuno"





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