Capitolo 17

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Jotaro aprì la porta del suo appartamento, la figura che gli si paró davanti era quella del ultima persona che in quel momento avrebbe voluto vedere,nonchè la fonte delle sue  preoccupazioni.
"che ci fai qui Caesar!?" chiese con tono stupito.
"doveva prestarmi un libro Kakyoin, quindi sono venuto a prenderlo, mi ha detto lui che potevo passare, che tsnto ci saresti stato tu"
"vieni entra, ma fa presto...sto lavorando" disse risedendosi al tavolo, immergendosi di nuovo tra le scartoffie.
Il biondo prese quello che gli serviva, ma non ancora soddisfatto, si mise dietro di lui e spaventandolo gli domandó.
"che stai facendo?!?"
"sistemo gli appunti per la lezione di domani"
"senti, mi chiedevo, per caso ti darei fastidio se aspettassi qui? Sai volevo salutare Kakyoin prima di andarmene"
Jotaro si irrigidì sulla sedia, addirittura sarebbe rimasto qui per Kakyoin, lo avrebbe aspettato tutto questo tempo solo per salutarlo? In quel momento la gelosia gli prese tutto il corpo. Cosa voleva da lui.
"no per niente... V-vuoi qualcosa da bere?" cercó di rimanere il più calmo possibile, ricordandosi che tutto ció lo fece solo, ed esclusivamente per il suo ragazzo.
"con piacere Jotaro"
Andó in cucina, aprì una delle sue innumerevoli credenze e prese due bicchieri, quando si voltó quasi non gli venne un colpo, rischiando di far cadere ciò che aveva in mano. Si ritrovo Caesar a pochi passi da lui e Jotaro, poté guardarlo dall'alto verso il basso, data la loro differenza di altezza.
"sai per caso a che ora potrebbe tornare Noriaki?"
"se eviti di farmi venire un infarto..." si allontanó il più possibile da lui, tornando in salotto.
"no sai perchè..."
"cosa vuoi da lui?" domandó esasperato.
"cosa?!" Caesar era confuso.
"cosa vuoi esattamente da Noriaki, è un periodo che non fai altro che chiedere cosa facciamo, dove andiamo, e ora addirittura stai qui ad aspettarlo...te lo ripeto cosa vuoi da lui" disse appoggiandosi al tavolo, con una nota di irritazione.
Il suo interlocutore scoppió in un enorme risata e si avvicinó pericolosamente al moro, a pochi centimetri dalla sua faccia.
" oh no mio caro professore, non è lui quello che voglio, quello che voglio sei tu!"
" stai scherzando? "
" certo che no, hai idea di quanto mi abbia dato fastidio, vederti sempre con lui? Morivo dalla voglia di stare da solo con te...tu mi piaci da matti professore"
Disse Iniziando ad armeggiare con la cintura dei pantaloni del più grande.
" non credo che sia il caso, Caesar smettila" gli disse, prendendolo per entrambi i polsi cercando di allontanarlo. Il biondo senti la serratura della porta aprirsi, e con un ghigno sul volto, bació il ragazzo. Esattamente nello stesso momento in cui il rosso entró in casa.
Jotaro spalancó gli occhi, era nella merda pensó, era tutto un equivoco, un enorme sbaglio pensó sempre, doveva solo spiegargli come stavano le cose. Se lo levó di dosso, ma neanche il tempo di aprire bocca che Kakyoin gli urló a squarcia gola, con tono pieno di ira e di odio.
""SEI UN VERME, MI FAI DAVVERO SCHIFO JOTARO KUJO!! NON VOGLIO MAI PIÙ VEDERTI!! "
Fu spaventato da quelle parole, provó a fermarlo, ma non ci riuscì. Le sue gambe erano come bloccate, non riusciva a muoversi, in quel momento si senti veramente uno schifo. Lo aveva fatto soffrire.

"JOTARO CAZZO MA SEI VERAMENTE UN COGLIONE POSSIBILE CHE NON SEI ANDATO A CERCARLO?" disse Polnareff seduto sulla sedia di casa sua, dopo aver ascoltato quello che  era successo al suo amico. Erano quasi cinque giorni che non lo sentiva, e non rispondeva alle sue chiamate,  preoccupato si precipitó nel suo appartamento, e dopo svariate volte che non rispondeva al campanello buttó la porta giù a calci. Trovandosi Jotaro stravaccato sul tavolo, con due o tre bottiglie di alcool  vuote.
"shhhhhh mi gira la testa Polnareff, zittoo!!"
"non ci posso credere Jotaro, non è stata nemmeno colpa tua!! Maledetto che sei, perché non vai da lui e provi a spiegargli ciò che è successo realmente"
Il moro alzó la testa pulsante.
"non hai visto il suo sguardo, era diverso...di quando si arrabbia di solito, e suo padre... Beh suo padre... Era davvero felice, cazzo se lo era..."
Il suo amico sospiró frustrato, non era la prima volta che lo vide in quelle condizioni. Dopo tanto tempo, Jotaro toccó di nuovo il fondo.
" Jojo da quanto tempo non ti lavi, puzzi come un cadavere... "
" L'HO FERITO! VAFFANCULO! , CHISSENE FREGA SE PUZZO NON MI INTERESA PIÙ DI NIENTE  MALEDIZIONE!" scaraventó una delle bottiglie contro il muro facendola in mille pezzi, si alzó dalla sedia barcollando, perse l'equilibrio.
"NON TOCCARMI!" gli urló a Polnareff pronto a reggerlo.
"n-n-non toccarmi..." stavolta sussurró
"Jotaro..."
"lo ho perso... Non mi ascolterà mai... Sa essere testardo... Non vorrà sentire ragioni"
si avvicinó a lui. E lo abbracció. Lo abbracció forte come non aveva mai fatto in anni di amicizia, più di una volta lo aveva visto crollare in questo modo, ma stavolta aveva paura, paura che non si sarebbe più ripreso. Sapeva benissimo che Jotaro ci teneva a Kakyoin, lo amava più di qualsiasi altra cosa al mondo. In un modo tutto suo era riuscito a far uscire Jojo dal suo stesso guscio che si era creato. Lui ci aveva provato tante di quelle volte inutilmente, ma ora che qualcun altro oltre a lui era in grado di prendersi cura di quel disastro di Jotaro non avrebbe permesso che qualcosa andasse storto. Tutto quello che voleva era rivedere il suo migliore amico sorridere. Ma sopratutto stare bene.
Lo sollevò di peso, mettendosi un suo braccio intorno al collo e lo portó a farsi un bagno, cercando di farlo riprendere e fargli cambiare quei vestiti, impregnati di vomito e alcool. Lo scenario per il francese, era ormai come un deja vu, era solito che in momenti come questi, lui era lì, a farlo riprendere dopo ogni sua sbronza.

"Polnareff..."
"dimmi Jotaro..."
"grazie..."
"si sistemerà tutto amico mio, te lo assicuro, ma ora riposa"
"Polnareff..."
"dimmi, di nuovo..."
"rimani qui?"
"come hai vecchi tempi?"
"come hai vecchi tempi..."

Un appartamento per due (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora