Come promesso entrambi si ritrovarono davanti all'ingresso del museo. Per Jotaro fu la prima volta che mise piede in un posto del genere. Si guardò attorno, rimanendo sbalordito nel vedere un mucchio di gente intenta ad osservare le opere esposte, chi con fare indifferente e chi più da vicino per osservarne meglio i dettagli, chi invece, era intento a fotografare. Le opere esposte erano di una bellezza intensa, trasmettendo tante emozioni contemporaneamente.
"trovo assurdo di come tu viva qui da così tanto tempo e ancora non avevi visto uno dei musei d'arte più famosi di questa città!" disse sorpreso per poi continuare.
"insomma guardati intorno Jojo, ognuno di questi sembra raccontarti una storia" gli prese una mano, facendo imbarazzare Jotaro dall improvviso gesto.
"ti faccio io da guida!" così i due ragazzi passarono da una sala all'altra. kakyoin sapeva a memoria ogni singolo particolare. E il moro, nonostante ci provava ad ascoltarlo gli fu difficile, questo perché rimase affascinato dal modo in cui spiegava, lo adorava, soprattutto quella luce che emanavano i suoi occhi in quel luogo che il rosso volle condividere con lui. Quasi a voler condividere una parte di se stesso. E vederlo emozionarsi come un bambino gli fece scaldare il cuore.
"vieni ora voglio farti vedere qualcosa di veramente speciale!" esclamò tenendogli forte il braccio, come se avesse paura che da un momento all'altro potesse scappare via. Entrambi si fermarono davanti ad un dipinto.
"questo è il bacio di Francesco Heyez, un pittore italiano del 1859, l'opera raffigura due giovani innamorati che si stanno baciando con grande passione. l'uomo ha un ruolo attivo nell'amplesso; trattiene fermamente tra le sue mani il capo e il viso dell'amata; invece lei al contrario si abbandona a lui, come a fidarsi, limitandosi a stringere le spalle dell'amato con il braccio. rapiti in un' momento d'amore se noti bene sembrano quasi completarsi tra le braccia dell'altro" raccontò con entusiasmo kakyoin, lasciando di stucco il suo coinquilino, per via del suo modo si parlare, così intelligente e appassionato.
"è meraviglioso" disse semplicemente.
"sai perché amo questo quadro?"
Jotaro non disse niente, facendogli intuire di continuare il discorso, lo guardo, mentre lui aveva gli occhi fissi ancora sul dipinto.
"come ho detto prima la donna si abbandona completamente alla persona che ama, si fida e la fiducia penso che sia uno dei sentimenti più importanti nella vita, si ha paura molto spesso nel darla a qualcuno, ma bisogna pur sempre buttarsi in questa vita no?"
Jojo si avvicinò a lui avvinghiando le sue braccia intorno alla sua vita aderendo il corpo al suo e gli sussurró.
"te lo prometto Noriaki Kakyoin tu potrai sempre fidarti di me" si aveva paura di quella promessa, ma ci avrebbe provato, voleva, voleva che nonostante le sue incertezze e paure fosse lui l'unica persona di cui Noriaki si doveva fidare. Gli mise due dita sotto il suo mento e gli alzó viso.
"Jotaro..."
"Noriaki...fidati di me"
Con l'altra mano spostó il suo ciuffo che gli ricadeva sul volto. Gli occhi lucidi, pieni di emozioni.
"sei bellissimo" disse avvicinandosi con lentezza alle sue labbra, mentre la sua mano si spostó sulla schiena aderendo sempre di più il corpo al suo.
"ci stanno guardo tutti... Jotaro..."
"lasciali guardare moccioso" disse ad un soffio dalle sue labbra.
"sono pazzo di te... Noriaki Kakyoin"
Furono le ultime parole prima di poterlo baciare, incuranti entrambi delle persone attorno a loro.
"anche io Jotaro Kujo""è stata una giornata pazzesca!!"
"lieto che ti sia divertito"
"era la tua prima volta?" chiese prendendolo per mano, i due usciti dal museo decisero, dato il bel tempo, di fare una passeggiata nel parco.
"che dici sarà come minimo la ventesima volta che ci vado"
"COSA?!? sul serio? E non mi hai mai chiesto nemmeno una volta di venire? Sei sempre andato da solo?"
"non è colpa mia se tu sei fissato con gli animali marini, come delfini e pesci, non potevo saperlo che ti sarebbe piaciuto un posto del genere!"
Disse Kakyoin.
"potevi chiedere a Josuke o Giorno... O a me per esempio"
Il viso del rosso in un lampo si fece cupo.
"non volevo disturbarli... Tendo sempre a fare le cose da solo... Ci sono abituato"
"in Giappone avevi amici?" chiese cercando di essere il più delicato possibile.
"non proprio, la vita qua è totalmente diversa Jotaro sono così felice di essermene andato"
Entrambi si sedettero su una panchina. Era la prima volta da quando si conoscono, che parlarono di questo argomento e Jojo, intento a scoprire di più sulla sua vita in Giappone e sul suo passato fece più domande che poteva.
"perché hai paura di dare fastidio Kakyoin?"
"vedi, quando ero piccolo, e mia madre è venuta a mancare, mio padre era sempre così impegnato che non aveva mai tempo per me...avevo sempre paura a chiedere, per paura di disturbare dato i suoi innumerevoli impegni"
"Noriaki è sempre tuo padre..." cercó di confortarlo.
"no no no no, a lui non interessa niente di me, delle mie aspirazioni di vita, mio padre vorrebbe che lavorassi con lui, che mi vestissi ogni giorno giacca e cravatta e conducessi una vita monotona"
"hai mai parlato con lui apertamente?"
"certo e tutto quello che mi sono sentito dire è che me ne pentiró amaramente della mia scelta, e non fa che ripetermelo ogni volta quando mi chiama" disse Kakyoin mentre appoggió la testa sulla sua spalla.
"a volte mi manca mia madre Jojo, lei sapeva sempre cosa dire..." continuó con gli occhi lucidi.
Jotaro non seppe che cosa dire e l'istinto in quel momento, gli disse di abbracciarlo e così fece, lo abbracció forte.
"sai, anche mio padre mi disse una cosa del genere, era fissato che dovessi diventare un musicista... Per questo ho quel fottuto pianoforte a casa, ma da bravo ribelle alla tua età per fargli un dispetto mi iscrissi all università e ora eccomi qua."
" e sei pentito della tua scelta? "
" mai, e sai perché? Amo quello che faccio e se dovessi andare contro mio padre per diventare quello che sono adesso, lo farei altre mille volte"
"Jotaro..."
"se è quello che vuoi, fallo, prima o poi capirà"
Kakyoin senza rendersene conto si mise a piangere.
"grazie" disse semplicemente. Jotaro con il pollice gli scacció via le lacrime.
"così sei più carino" disse arrossendo lui è facendo arrossire il più giovane.
"meglio che torniamo a casa si è fatto tardi"
Ripresero a camminare mano nella mano.
"Jotaro comunque è bello quel pianoforte possiamo tenerlo?"
"bah, secondo me è solo utile a far polvere"
"per favore!!"
"se proprio ci tieni... Moccioso"
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Un appartamento per due (completa)
FanfictionNoriaki Kakyoin ragazzo di diciotto anni trasferitosi dal Giappone in Italia per inseguire i suoi sogni, dovrà fare i conti con Jotaro Kujo, colui che diventerà il suo coinquilino. Riusciranno i due ad andare d'accordo? AU Jotaro x Kakyoin