Capitolo 11

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Kakyoin si trovó a lezione assieme al suo amico, da giorni gli frullarono per la testa pensieri che lo preoccuparono più del dovuto, causato, da un fattore di eventi che si susseguirono in quelle settimane.
" psss...hey tutto bene? Sembri pensieroso" sussurró Giorno.
"eh? Si si sto bene non preoccuparti" abbozzó un finto sorriso.
"mhhh tu non me la racconti giusta, ti conosco".

"veramente ancora non hai capito perché Noriaki ti sembra strano?" chiese Polnareff sedendosi sullo sgabello della cucina.
"esattamente... Se no perché te ne sto parlando? "
"Jotaro sveglia!!! Ti ha detto che ti ama e te non gli hai nemmeno risposto, hai fatto scena muta, potevi almeno dire grazie avresti fatto più bella figura"
"ero spaventato! mi ha colto di sorpresa, sai eravamo abbracciati, mi guarda dritto negli occhi, mi bacia e mi dice ti amo! Così, all'improvviso! capisci che è stato tutto così improvviso!? Nessuno mi ha mai cagato prima fino a d'ora figurati a ricevere una dichiarazione, così all'improvviso!" disse molto nervoso per la situazione, posando tremante davanti al suo migliore amico una tazza fumante di caffè.
"certo che fai proprio schifo in relazioni"
Il moro lo guardó male.
"cerca di risolvere al più presto sta situazione"
La porta si spalancó di colpo, e un Josuke abbastanza irritato piombó a casa del moro.
"JOTARO!!! JOTARO!!"
"per l'amor del cielo Josuke, hai preso sta casa per un albergo?"
Il più piccolo si fermo proprio davanti a lui, accentuando la parecchia differenza di altezza, e puntandogli il dito contro gli chiese.
"Kujo hai tre secondi per dirmi perché Kakyoin è da settimane che ha quella faccia da cane bastonato, qualcosa mi dice che centri"
" te non avevi lezioni? Comunque rilassati paladino della giustizia, se mi punti ancora quel dito giuro che te lo spezzo"
"è uno dei migliori amici..." Jotaro, si avvicinò quel tanto che bastava per avvicinarsi al suo orecchio e sussurargli.
"siamo sicuri che Giorno per te sia solo un amico? " accennó un sorriso, per averlo colpito nel suo punto debole. Di conseguenza Josuke diventó paonazzo e sgranó gli occhi.
"n-n-on s-o di cosa tu stia parlando"
"io invece credo proprio di sì".

Poco dopo, Josuke ascoltó tutta la storia, la stessa storia che anche Polnareff fu costretto ad ascoltare per la seconda volta.
"certo che fai veramente schifo in relazioni" esortó
"è quello che gli ho detto pure io!!" disse l'amico di Jotaro.
"volete che vi sbatta fuori a calci?"
"beh quindi che intenzioni hai? Farai qualcosa spero"
Jotaro guardó l'orologio, sbiancó, notando che era in enorme ritardo per le sue lezioni.
"MERDA, SONO IN FOTTUTO RITARDO" disse correndo da una parte all'altra dell salotto, prendendo tutto l'occorrente che gli serviva, il tutto sotto lo sguardo divertito dei due.
"non hai risposto alla domanda" affermó Josuke
"ehh qualcosa mi inventeró, tranquillo, gli parleró..."
"ti conviene!"
"Jotaro?"
"che c'è sono in ritardo Polnareff!!!"
"pensi di andarci in ciabatte al lavoro?"
Si guardó le scarpe.
"giusto! Grazie!"
"toh tenete, quando uscite chiudete" lanció le chiavi di casa che Josuke prese al volo, per poi uscire.

Nel frattempo, Giorno e Kakyoin si ritrovarono su una panchina fuori dal università, aspettando con bibite alla mano, che il moro passasse a prenderlo come era solito a fare.

"seriamente? Certo che fa proprio schifo in relazioni Jotaro"
"non lo so...poteva dirmi grazie a sto punto, avrebbe fatto più bella figura ma rimanere zitto come se gli avessi detto una qualsiasi cosa banale... "
"posso solo immaginare come tu ti sia sentito ma qualcosa mi dice che non è solo questo a preoccuparti vero?" gli chiese appoggiando una mano sulla sua spalla.
"sembra stupido ma, odio che sia sempre circondato da tutte quelle studentesse, poi in particolare Caesar, gli sta sempre così attaccato, e snervante vederli parlare sempre"
"beh è normale, adora i suoi corsi, ma non saprei proprio che dire su di lui... Ma ti capisco anche io detesto quando ad una certa persona ronzano attorno un sacco di ragazze"
"sai ho immaginato che lui ti piacesse sai?" disse Kakyoin accennando un sorriso.
"s-s-si v-vede?"
"lo si vede dal modo in cui lo guardi...solo che come Jotaro a volte sono troppo ottusi"
"troppo ottusi per capire..." disse Giorno con il volto sconsolato.
"hey tranquillo, prima di tutto manterró la bocca cucita e secondo per qualsiasi cosa non esitare a parlarne con me"
"grazie mille...Kakyoin"
Sentirono da lontano degli schiamazzi, e videro all'entrata il solito gruppo di ragazze, seguire Jotaro e Caesar, Kakyoin infastidito da quella visione seguito da Giorno si avvicinarono. Nel frattempo si allontanarono e una di loro esclamó
"a domani professore" anche Caesar lo salutó avviandosi con Giorno verso casa. In tutto ció il rosso rimase in assoluto silenzio, ad osservare la scena, facendo crescere sempre di più la rabbia dentro di sè.
"arrivederci Jotaro"
"a domani Caesar"
I due fecero la strada in silenzio, per quanto volesse fare conversazione il moro non seppe come iniziare, così si limitó per tutto il tragitto a guardarlo, il suo sguardo era triste, rivolto verso terra. Una volta tornati a casa Noriaki gli chiese.
"quindi inizia a darti darti del tu"
"chi?" chiese Jotaro appoggiando la sua giacca sull'appendiabiti.
"non fare l'idiota sto parlando di Caesar! Da quando tu mister perfettino permetti agli studenti di darti del tu"
"sinceramente non ci avevo fatto caso, quale è il problema? Parliamo spesso dopo la lezione...pensavo fosse un tuo amico"
"lo è ma questo non mi vieta dal esserne infastidito da certi suoi e tuoi atteggiamenti"
"Kakyoin non credi che stai esagerando?"
"e tu non pensi che possa darmi fastidio?"
Jotaro si avvicinó a lui.
"e io non ti avevo detto di fidarti di me? Ti ho promesso che non ti avrei fatto soffrire..."
"mi fai incazzare... Ma non è nemmeno solo questo il punto, non ti sei nemmeno accorto che sto male da quando ti ho detto cosa provo per te"
"si che lo so Kakyoin, ma non è facile... Non sapevo cosa dire avevo paura... "
"hai sempre paura Jotaro!" esclamó incrociando le braccia al petto.
"non sono semplicemente sentimenti da prendere alla leggera!"
"COSA INTENDI KUJO!? PENSI CHE I MIEI SENTIMENTI SIANO COSÌ PRESI ALLA LEGGERA? PENSI CHE TI ABBIA DETTO CHE TI AMO COSÌ A CAZZO KUJO?!"
"NON INTENDEVO QUELLO! "
Kakyoin alzó e abbassó il petto velocemente, cercando prendere fiato.
"allora spiegati ti ascolto..."
"non lo so, cioè, io... Si insomma, non sono bravo con le parole..."
"buonanotte Kujo, riordina prima le idee" detto questo Noriaki se ne andó, lasciando Jotaro da solo ancora davanti alla porta d'ingresso, pietrificato per non essere riuscito a dirgli due semplici parole.

Un appartamento per due (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora