Capitolo 12

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Jotaro e Kakyoin non si parlavano da  giorni, quest'ultimo lo ignorava di proposito ferito ancora dalla discussione avvenuta. A differenza del moro che cercava in tutti i modi di poter avere un dialogo modo da poter raddrizzare la situazione. Kakyoin quella mattina si alzó come al solito, dopo aver passato un' altra notte in bianco. Ma ciò che ancora non riusciva a spiegarsi era che, da quando avevano litigato, dalla stanza di Jotaro il rosso era solito a sentire ogni singola notte, strani rumori, piccole urla e pianti soffocati. Quando andó in cucina vide la colazione già pronta, come ogni mattina, nonostante tutto, Jotaro, non aveva mai smesso di prendersi cura di lui. Mentre pucció il biscotto, sempre il tutto in religioso silenzio per la prima volta dopo quella che sembrava un eternità lo guardó, e notó che aveva due enormi occhiaie sotto gli occhi, di chi non dorme da giorni. E questo, orgoglio a parte lo fece preoccupare non poco.
"senti non so cosa fai nella tua fottuta camera, ma evita di fare rumore, non riesco a dormire". Il moro sapeva bene a quali rumori si riferiva, in tutti modi aveva cercato di reprimerli, ma ogni volta era la stessa storia, svegliarsi in piena nottata con il respiro irregolare, la voglia di urlare e di chiamare aiuto. Sensazioni che ha cercato in tutti modi di reprimere.
"scusami" disse semplicemente, prendendo un sorso dalla sua tazzina.
"tranquillo"
"stasera usciamo"
"e questo quando lo hai deciso? Comunque no"
"Kakyoin ti prego..." gli disse guardandolo dritto negli occhi, sperando in una sua risposta positiva.
"non so cosa tu abbia in mente...ma va bene, mi stai praticamente supplicando con gli occhi".

I tre amici si incontrarono a metà strada, diretti verso l'università.
"così l'idiota ti porta fuori a cena eh? Si è deciso a comportarsi da persona seria?" chiese josuke
"avanti non essere così stronzo, lo trovo invece davvero romantico" disse Giorno cercando di incoraggiare Kakyoin.
"non so cosa abbia in mente... Sinceramente... Un po' mi spaventa  da quel uomo mi aspetterei di tutto"
"dagli fiducia Kakyoin..."
"odio ammetterlo perché stiamo parlando di Jotaro, ma Giorno ha ragione dovresti dargli fiducia, sopratutto se lo ami come dici"

Kakyoin ritornó a casa per potersi preparare, ma una cosa lo fece pensare, come doveva vestirsi? In fondo il moro non gli aveva detto in che razza di posto lo avrebbe portato. Così opto di tenere addossl i suoi pantaloni color verde, con la differenza che avrebbe indossato una camicia bianca. Ci mise quasi un ora a prepararsi tantè che il moro fu costretto a mettergli fretta.
"Noriaki sei lì dentro da più di un ora..." fece per bussare quando la porta del bagno si apri di colpo, lasciando estereffato il suo coinquilino a quel ben di dio di ragazzo che si trovó davanti. Era la prima volta che lo vide conciato in quel modo. E quella visione lo fece lasciate a bocca aperta.
"sei bellissimo"
"si si tira su la mascella e andiamo..."
Non volendo farlo trapelare, noto  che anche il ragazzo più grande non era per niente male, sopratutto quei pantaloni che gli fasciavo e mettevano in risalto il suo bel  sedere che si ritrovava. Certo kakyoin era ancora in collera con il moro, ma ciò non toglieva che una sbirciatina poteva anche darla.
Kakyoin rimase stupito all'idea che Jotaro, lo portò in un ristorante esattamente accanto al duomo.
"hai idea di quanto costi mangiare in un posto del genere?" disse non credendoci ancora.
"ti piace o no?"gli chiese, mentre lo fece accomodare sistemandogli la sedia.
"Jojo è bellissimo..." non riuscì a staccare gli occhi di dosso dal enorme monumento davanti a loro.
"wow, ci è bastato così poco... A farti tornare il buon umore?"
"Si, no cioè... Oddio"
"ti ricordi? Durante le nostre chiacchierate, mi dissi che uno dei tuoi desideri da quando sei qui è quello di poter mangiare in piazza del duomo, quindi ho pensato che sarebbe stato bello accontentarti" Kakyoin non poter essere più che felice, non solo perché uno dei suoi obbiettivi furono raggiunti, ma di come il moro si ricordó.
"ti sarà costato una fortuna... Come minimo avrai venduto un rene"
"no, se il proprietario del ristorante è il tuo migliore amico" entrambi si girarono e videro il loro amico Polnareff salutarli da lontano, rivolgendo un occhiolino a Jotaro.
"no non ci credo... Jojo non so che dire... È tutto così bello!"
"non devi dire niente... Ho fatto tutto questo perché ero stanco di non vedere un sorriso sul tuo viso" gli disse spostando dietro l'orecchio la ciocca che era solita a pendere, per poi accarezzargli la guancia.
"sei bellissimo..."
"me lo hai già detto" disse Kakyoin ridendo mettendosi una mano davanti alla bocca cercando di nascondere l'imbarazzo.
"te lo ripeterò ancora... Sei bellissimo"
"grazie Jojo"
I due passarono una cena tranquilla, chiacchierando e ridendo. Ma la serata non era ancora finita.
"torniamo a casa?"
"ma certo che no, non è ancora finita la nostra serata"
"ma come?" chiese Kakyoin.
"voglio portarti a fare un giro"
"ma è tardissimo..."
"meglio così siano soli, fidati di me"
Raggiunsero un parco, un altra delle cose  che Jotaro si ricordó era di come al rosso, piaccia fare passeggiate, sopratutto se serali.

"certo che visto, di sera è tutt'altra cosa... Hey Jojo mi stai ascoltando?"
Il moro era perso nei suoi pensieri, mentre stringeva nella sua tasca della giacca un regalo, nervoso su come non riuscisse a darglielo.
"si ehm vedi ecco..."
"tranquillo... Che hai?"
"no e che... Tieni!" disse estraendo il pacchetto rosso in viso. In tutti i modi cerco di guardare altrove, cercando di trovare un qualche aiuto per il suo imbarazzo tra le foglie degli alberi.
"wow...grazie... Per un momento pensavo che fosse successo qualcosa, che cosa è?"
"avanti aprilo..."
Kakyoin rimase scioccato, all'interno trovó un braccialetto in oro con un dettaglio a forma di stella.
"cazzo è stupendo!!" esclamó.
"vedi..." disse prendendo il braccialetto, il rosso si tiró su la manica esponendo il polso permettendo al moro di poterglielo indossare.
"nella nostra famiglia, abbiamo tutti una voglia a forma di stella... dato che è un simbolo che a me sta molto a cuore, ho pensato di volerlo condivide con te, non ho trovato di meglio..."
"no no no no non dire così mi piace un sacco, sono felice che hai voluto condividere qualcosa di tuo con me"
Jotaro gli cinse i fianchi e lo attiró il più possibile a sé.
"Noriaki, non sono bravo con le parole, tu lo sai bene, che a volte sono rozzo, stupido, a volte ho il tatto di un elefante, ma da quando sei nella mia vita ... Mi lasci senza fiato, senza parole ogni volta... Ti guardo e penso sempre a quanto sei bellissimo, intelligente e dolce, e molto spesso penso a quanto sia stracazzo fortunato ad averti qui, ero così solo, stavo male, l'unica persona che sopportavo era Polnareff, ma da quando sei qui... Non lo so, sei unico, mi hai fatto scoprire un lato della vita diverso, più positivo, quello che sto cercando di dirti, è che ti amo, Noriaki Kakyoin ti amo, ho paura, ho paura nel dirlo lo ammetto, sono ancora così insicuro, ma quando ti ho così tra le mie braccia, mi dai la forza di dirlo. Voglio dirtelo Noriaki ti amo"
A quelle parole, il rosso si commosse, erano lacrime di gioia.
"piccolo... Non piangere"
"sei uno stupido mi fai tu piangere..." Jotaro gliele asciugó e lo strinse forte a sé.
"io ti amo proprio perché sei così Jotaro, all'inzio era così faticoso andare d'accordo con te eri così testardo, chiuso, ma più il tempo passava e più vedevo che persona che eri, sei meraviglioso, ti ho detto ti amo così all improvviso non per metterti in difficoltà ma solo per farti capire che sei mio e di nessun altro, voglio che quei sorrisi siano solo ed esclusivamente per me, voglio fare di tutto per renderti felice"
"anche io, Noriaki anche io"

Tornarono a casa stanchi da quella lunga serata. Ad un certo punto, Jotaro prese per un braccio Kakyoin.
"dormiresti con me nella mia stanza?"
"certamente"
I due si misero a letto e kakyoin appoggió la testa sul suo petto.
"hai presente i rumori che sentivi?"
Il rosso non disse nulla, facendolo continuare. 
"ogni notte... vedi io, Soffro di attacchi di panico, sono anni che ci convivo ormai..."
Il ragazzo più piccolo si tiró su di scatto.
"perché non me lo hai detto?"
"non credevo che...fosse importante, non volevo farti preoccupare..."
" sei un idiota... smettila di pensare di dovertela cavare sempre da solo" disse con tono preoccupato.
Jotaro capì, che in quel momento il suo coinquilino era seriamente in pensiero per lui.
"promettimi, che qualsiasi cosa che ti possa far star male tu me la dirai "
"promesso" disse semplicemente lasciandogli un bacio sulle labbra.

Un appartamento per due (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora