Capitolo 6

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"LUI COSA?!?!? LUI HA PROVATO A BACIARTI?"
"si ha provato a baciarmi"
"lui ha provato a baciarti" disse l'amico di Jotaro ancora incredulo.
"si Polnareff lo ha fatto mi fai entrare? Sta diluviando e sono fradicio e sto morendo di freddo"
"Okey Okey perdon, però raccontami per filo e per segno tutto ciò che è successo."
"magari prima dammi qualcosa di asciutto o mi viene una polmonite..."

"che stai facendo?" chiese Jotaro notando il viso di Kakyoin farsi rosso per l'imbarazzo.
"n-niente s-scusami, n-non volevo"
"qualsiasi cosa ti passi per la testa dimenticatela" gli disse a malincuore e con tono freddo e distaccato.
"io sul serio non volevo, n-non c-credevo sul serio mi dispiace Jojo"
"Jotaro"
"perché fai così... Scusami... Ho sbagliato... Ti prego..."
Il moro prese la sua giacca e si avvió verso l'ingresso, quando si trovó davanti alla porta.
"dove vai ora?" chiese il rosso quasi sul punto di piangere.
"no merda no non metterti a piangere cazzo" pensó nella sua mente.
"scusami, staró fuori per un po' mi raccomando non fare danni e comunque... Grazie per il regalo"
"aspett-"
Non fece in tempo a finire che sentì sbattere violentemente la porta d'ingresso. Il moro si appoggió su quest ultima, si accese una sigaretta e aspiró profondamente per poi far uscire il fumo.
"merda"

"posso dire che sei un enorme cretino?" disse tirando una pacca dietro la nuca del moro.
"ero nel panico, non sapevo che fare, lo sai so essere calmo e razionale ma maledizione quando si tratta di quel moccioso non so mai che fare" gli spiegó.
"quindi lui ti piace?"
"si, cioè no" sapeva che quella risposta gli sarebbe costata cara, questo perché il suo amico per quanto fosse buono, il suo enorme problema era quello di non riuscire a tenere un cecio in bocca e questo, prima o poi avrebbe causato qualche problema.
"LO SAPEVO!"
"si ma rilassati, tanto tutta questa  situazione non andrà lontano, ho già deciso, ci rinuncio in partenza"
" perché mai scusa? È da quando ti conosco che non ti ho mai visto interessato a qualcuno, deve essere veramente speciale per te"
Jotaro finì di cambiarsi, e frustrato da tutta quella situazione si sedette sul divano, respirando profondamente.
"lo è davvero" disse sorridendo inconsciamente.
si perché lui lo trovava straordinario, era la prima persona in tanti anni che lo facesse sentire così bene. Con quelle parole, ritornarono i bei momenti che passó con lui in quei mesi, parlavano, lui si confidava, altrettanto lo fece il rosso, chiaccheravano di qualsiasi cosa. Passavano ore e ore al pianoforte a suonare, insegnandosi a vicenda melodie nuove. Ma ciò che più adorava di quel ragazzo era il suo essere brillante, intelligente. Non aveva mai conosciuto una persona che lo attirasse così mentalmente come aveva fatto kakyoin. Appunto perché pensava tutto questo di lui che Jotaro si spaventó a morte, non era abituato a tutto questo. Non è mai stato bravo a  gestire i suoi sentimenti, lui era solito a farsi coinvolgere troppo da esse, facendosi molto spesso trascinare fino in fondo. E tutto ciò gli causó una paura tremenda e insicurezza ma sopratutto, Paura di farlo soffrire.

"ma non potrebbe funzionare, insomma ho quasi venticinque anni,lui  ne ha appena diciotto, e poi penso che debba meritarsi di meglio non credi?"
" cosa hai che non va?" chiese Polnareff sedendosi accanto a lui.
" tipo i soldi? È ricco da far schifo! Poi dovresti sentire suo padre sono mesi che lo chiama insistendo che deve tornare a casa, sicuramente vorrebbe affianco a suo figlio una donna degna di nota non di certo un docente universitario, per di più un maschio"
"come vuoi amico, penso solo che tu sia molto confuso, senti, ho una proposta, tra due giorni  è il tuo compleanno. Io e te usciamo a bere"
"dici che sia una buona idea?"
"devi distrarti. ti serve"

Kakyoin non seppe cosa fare, era totalmente nel panico. Lo stava per baciare e non solo, è stato totalmente rifiutato. Così decise di chiamare i suoi due migliori amici, aveva bisogno di parlare. Josuke e Giorno senza neanche pensarci due volte si catapultarono a casa di Kakyoin. Bussarono insistentemente finché non aprì.
"TU HAI FATTO COSA?!?!?" chiese Giorno. Entrambi entrarono senza nemmeno dare il tempo a Kakyoin di parlare.
"Kakyoin per l'amor di dio dovevi farglielo intuire, andare per gradi, non inficcargli la lingua in bocca" disse Josuke sedendosi seguito a ruota dal biondo.
"lo so... solo che si insomma... Gli avevo dato il regalo... Si beh in verità lo ha scoperto... Perché mi è caduto"
"frena frena frena, vai con ordine non sto capendo un cazzo" sbottó l'amico
"per farla breve io ho provato a baciarlo e lui mi ha rifiutato" disse passandosi una mano tra i capelli.
"che hai intenzione di fare adesso?" domando Giorno.
"sinceramente non ne ho idea... Ora come ora... Sono così confuso... Non so perché lo ho fatto... Era lì, mi ha accarezzato la guancia e io..."
"sei proprio sicuro che tu non piaccia a lui?" domando di nuovo Giorno interrombendolo.
"che domande del cazzo gió ovvio che se avesse ricambiato non lo avrebbe rifiutato in quel modo" ribatte Josuke
"lo penso anche io"
Gli occhi di Kakyoin si riempirono di lacrime. Ricordó i bei momenti passati durante quei mesi in cui ogni giorno scopriva un Jotaro sempre diverso, adorava ogni sua piccola sfaccettatura, nonostante il carattere scorbutico e arrogante che tendeva ad avere sapeva sempre che in cuor suo era una persona genuina, dolce ma che  semplicemente non lo dava a vedere. Lo riusciva a capire talmente a fondo che ormai riusciva a leggerli nel pensiero. Tanto tempo passarono insieme, si tenevano compagnia, poteva sentirlo parlare per ore e ore e mai si sarebbe stancato.

"noriaki stai piangendo..." disse Giorno. Il rosso non si rese conto che le lacrime uscirono da sole iniziando a rigargli il viso.
Si alzo e lo andò ad abbracciare.
"Giorno, lui mi piace davvero tanto" disse ricambiando l'abbraccio nascondendo la testa, singhiozzando"
"hey tranquillo, non è colpa tua, ci sarà una soluzione sicuramente"
"già mica è colpa tua, se Jotaro si è rincoglionito tutto d'un colpo" disse Josuke.
"anzi noi tre, dopo domani usciamo a bere"
"ma è il compleanno di Jotaro"
"usciamo lo stesso, ti ha fatto soffrire e a te serve cambiare aria"
"grazie ragazzi, mi serviva vedervi"
"noi siamo qui apposta" ribatterono i due amici all'unisono.

Un appartamento per due (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora