Passarono diverse settimane dall'incidente che Jotaro aveva avuto col padre del rosso, e dopo svariati tentativi di scuse, decise quest'ultimo di dar loro una tregua. Approfittando peró di passare del tempo con suo figlio. Ma se da una parte, il moro fu sollevato per aver risolto un grossissimo problema, dall'altro ne aveva uno che lo fece di gran lunga preoccupare. Il suo studente, Caesar. Da lì ha poco notó un cambiamento notevole nei suoi confronti. Ormai le sue domande non si limitavano a semplici chiarimenti che riguardavano le lezioni in università, ma vere e proprie richieste di uscita e domande personali che riguardavano sempre e soltanto Kakyoin. La cosa lo urtó particolarmente, sapeva che era un suo amico, e appunto che Noriaki lo considerava come tale, che cercava in tutti i modi di andarci d'accordo. Ma il fatto che volesse entrare così insistentemente nella sua vita privata lo fece riflettere. Che forse gli piaceva? In un certo senso si sentì stupido a pensare ció, insomma aveva venticinque anni, non era possibile essere veramente geloso di un diciottenne.
"hey Jotaro tutto bene?" chiese Kakyoin con tono apprensivo.
"eh? Si si scusami, sono parecchio stanco"
"sai, sono venti minuti, che rigiri la roba nel piatto con aria afflitta, va bene che faccio veramente schifo a cucinare ma non pensavo così tanto!"
"in effetti non sei mai stato un granchè"
"allora non mangi nemmeno stasera, perché avevo intenzione di cucinare ancora io" disse con tono offeso
Jotaro si alzó e andó verso di lui.
"non ti avvicinare... AHHH, JOJO METTIMI GIÙ"
Il moro lo prese su di peso, che l'altro fu costretto ad allacciargli le gambe attorno alla sua vita.
"ti sei offeso piccolo?" gli chiese mentre si spostarono in salotto sedendosi sul divano, tenendo sempre il suo coinquilino in braccio.
"no" inizio a lasciargli baci sul collo, facendolo genemere.
"mi sto facendo perdonare?"
"Considerati già perdonato Jojo"
"amo quando pronunci così il mio nome" disse continuando a baciarlo.
"f-f-aró tardi sul serio"
"perché non le salti almeno per oggi..."
Kakyoin uscì da quello stato di estasi.
"Jotaro Kujo, venticinque anni, uomo serio sul lavoro, sta chiedendo a me, di saltare le lezioni, che teppista che sei diventato"
"per colpa tua ora ho un erezione, sei fottutamente bello...dovresti rimediare" chiese con aria maliziosa
"j-j-otaro...ieri non ti è bastato?" disse con tono imbarazzato.
Jotaro lo guardó notando il rossore sul suo viso.
"che carino che sei quando fai così , e pensare che ieri sera eri così rosso e accaldato per altro"
Kakyoin gli mise le mani sul petto, e lo allontanó da lui.
"s-s-mettila, sono davvero in ritardo"
"va bene, va bene...recupereremo stasera"
"temo di no... Stasera ho pensato che poteva venire mio padre a mangiare"
"ah Okey, quante bottiglie mi devo scolare per sopportarlo?"
"Jotaro..."
"ti ho già detto che amo quando mi chiami per nome?"
"tu hai detto che dovevo cercare di andarci d'accordo"
"tu... Non io, comunque va bene..."
Lo abbracció
"ti amo grazie!"
"anche io, ma te mica stavi facendo tardi?"
"merda... Giusto!"Caesar e Kakyoin, si incamminarono insieme verso le loro università.
"hai presente il libro di cui mi hai parlato l'altro giorno?"
"oh sì giusto ti avevo promesso che te lo avrei prestato... Scusami ma in sti giorni ho avuto tante cose per la testa mi sono scordato"
"non fa niente, magari oggi pomeriggio potrei venire con te a casa e prenderlo..."
Kakyoin ci pensó un attimo.
"no oggi temo di no, devo uscire con mio padre, peró Jotaro è a casa, se non sbaglio, oggi non ha lezione, potresti passare di lì"
"sicuro che non è un disturbo?"
"non preoccuparti"
Se all'inizio il rapporto tra i due fu travagliato, ora si poteva dire che andavano d'accordo, superate le gelosie iniziali da parte di Kakyoin doveva ammettere che Caesar non era un ragazzo malvagio, anche con lui, come con Giorno e Josuke, ci andó più che d'accordo.Come promesso nel pomeriggio Kakyoin e suo padre passarono del tempo insieme, entrambi si impegnarono quel poco per potevano. Il padre era sempre contrario alla decisione del figlio di rimanere in Italia, ma cercó di assecondarlo almeno per il momento.
" stavo pensando... Stasera ti va di restare a cena?"
"c'è anche il delinquente?"
"papà... È il mio ragazzo e il mio coinquilino, certo che c'è"
"è un delinquente..."
Entrambi camminarono per il parco raggiungendo l'appartamento.
"smettila, perché lo giudichi, non lo conosci..." disse con una punta di irritazione.
"mi sono permesso di fare delle ricerche su di lui..."
"di nuovo?! Sul serio?!"
"devo sempre sapere con chi esci figliolo"
"lo so, lo feci anche quando in terza elementare avevo la fidanzatina... Avevo OTTO ANNI!!! Lei, ne aveva OTTO! " disse Kakyoin esasperato.
"si me lo ricordo, comunque quel Kujo è un teppista, alla tua età faceva risse, ed era un alcolizzato, sapevo che era un alcolizzato...ci manca solo che faceva parte di qualche gang...e poi fuma... FUMA!! non va bene" disse stringendo i pugni.
"sono tutte cose che già sapevo..." ridacchió.
"comunque per una volta, cerca di non rovinare tutto, è importante, anche Jotaro non è propenso all'idea ma non puoi almeno provarci ad andare d'accordo? Almeno provarci e impegnarti, lo amo, e ci tengo davvero a lui"
"si, ma ti consiglio di nascondere le bottiglie""arrivo, arrivo un attimo..." Josuke seguito da Giorno andó ad aprire la porta di casa sua.
"KAKYOIN CHE TI È SUCCESSO!?" dissero entrambi quasi in coro.
Il rosso era ansimante, aveva corso, piangeva, non riusciva a calmarsi, aveva il viso e la voce distrutta dal pianto, abbracció il suo amico Giorno affondando la testa nel incavo del suo collo, cercando di scacciare via l'immagine di poco fa.
"posso dormire qui?"
"certo entra pure"
I due amici, si guardarono preoccupati, questa volta la situazione non si sarebbe risolta nel migliore dei modi.Kakyoin e suo padre raggiunsero la casa.
"mi raccomando papà! Cerca di stare buono, voglio passare una bella serata"
"si si certo..."
Aprì la porta, ed entrambi rimasero pietrificati di fronte alla scena che furono costretti ad assistere. Il viso di entrambi cambió radicalmente, Kakyoin assunse un aria di disgusto, di delusione mista a tristezza, il cuore gli faceva male, sentendo un peso sullo stomaco, gli venne quasi da vomitare e senza rendersene conto inizió a piangere. A suo padre d'altro canto, un ghigno si formó sulla sua faccia.
" e questo sarebbe il ragazzo che dici di amare? Avevo ragione..." senza prestargli minimamente ascolto, Kakyoin preso da un rabbia Ceca urló
"SEI UN VERME, MI FAI DAVVERO SCHIFO JOTARO KUJO!! NON VOGLIO MAI PIÙ VEDERTI"
Le gambe iniziarono a muoversi da sole e lo portarono lontano, lontano da suo padre, lontano da quella persona che fino a stamattina gli diceva di amarlo.
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Un appartamento per due (completa)
FanficNoriaki Kakyoin ragazzo di diciotto anni trasferitosi dal Giappone in Italia per inseguire i suoi sogni, dovrà fare i conti con Jotaro Kujo, colui che diventerà il suo coinquilino. Riusciranno i due ad andare d'accordo? AU Jotaro x Kakyoin