Storyteller " c'era una volta una bambina, piccina e magrolina, non aveva più di 7 anni. Come tutti i giorni da un anno circa si svegliò e la prima cosa che vide fu il soffitto bianco che veniva violentemente interrotto dalle pareti rosa chiaro che tentavano di emulare una stanza di una bambina. Non si trovava nella sua stanza ma al interno di una cella, decorata in quel modo per invogliarla a rimanere lì dentro, in un grosso laboratorio di una fondazione chiamata "S.C.P". Non gli piaceva quel posto, era sempre sola e in balia degli scienziati che ormai a forza di fare esperimenti su di lei le avevano rovinato la pelle con chiazze e ferite. La bambina non si alzò subito, in realtà non voleva proprio, voleva solo dormire e piangere sperando che la nonna la venisse a prendere e la portasse via, ma "loro" come gli chiamava la bambina si sarebbero incuriositi fin troppo e avrebbero riniziato gli esperimenti, perciò decise di ricordare un bel ricordo. In questo c'era una mano, un po' rugosa, della nonna che teneva quella piccola e delicata della bambina mentre andavano a scuola. Lei aveva sentimenti contrastanti riguardo il luogo in cui la nonna la stava accompagnando, da una parte le piaceva, aveva imparato almeno le basi di come si legge e si scrive in maiuscolo in più era molto brava a far di conto soprattutto con l'operazione della più, dal altra parte era il posto in cui quel uomo vestito elegante era venuto a prenderla per portarla qui, diceva di essere un amico del padre, quando in realtà era soltanto il tizio che in cambio della bambina avrebbe cancellato i debiti del uomo. Di lui non ricorda molto soltanto che era particolarmente attaccato alla bottiglia e che spesso gridava al vento in modo furente, cosa che alla bambina faceva molto paura, mentre al contrario a casa dei nonni era tutto calmo, soprattutto dalla morte del nonno per via di una malattia. c'era un giardino enorme dove giocare, un arredamento antico come i giocattoli che alla bambina piacevano tanto, li la nonna non si arrabbiava nemmeno se rompeva qualcosa, semplicemente gli diceva di non farlo più e facendo fuoriuscire un fumo dorato riparava l'oggetto rotto, non si arrabbiò nemmeno quando scopri che anche la bambina aveva dei poteri a contrario di del padre che si attaccò ulteriormente al Alcol, era della morte a causa di parto della moglie che aveva iniziato a fare così. avendo gli permesso di tenere i suoi vestiti normali in tasca devo ancora una foto della nonna quando era giovane. Era così bella tutti dicevano che la figlia assomigliasse moltissimo alla donna, così valeva anche per la nipote, la guardò era l'unica cosa che poteva darle leggermente felicità in quel luogo. Si alzò anche se controvoglia e inizio a giocare col suo amico immaginario, era rinchiusa là dentro da talmente tanto tempo che iniziava a soffrirne di ciò, era diventata operativa e straparlava in modo molto confuso e veloce. Per lei stare lì era come stare al inferno"