5.

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Chloe's pov

Stare qua sul prato con Noah, fissando le nuvole e marinando la scuola è fantastico. Non è la prima volta che scappo dai miei impegni, ma sono sempre stata sola. Con un compagno... Beh, è meglio.
E poi Noah ha qualcosa... Non so come spiegarlo.

Quando l'ho visto appena si è seduto vicino a me nella classe del signor Collins non l'ho osservato molto. Ora che è qui sdraiato vicino a me, capisco che non è un adolescente normale.
I suoi occhi sembrano raccontare una storia molto triste, ma non della perdita materna, no.
Di qualcosa di ancora peggio.

Sono le 12:00.
Ormai sono quasi cinque ore che siamo sdraiati qua per terra a parlare del più e del meno.
"Hai fame?" mi chiede.
Onestamente sì, ho molta fame. Non ho cenato ieri e non ho fatto colazione, odio mangiare.
Quando ero piccola ero un po'cicciottella, tutti mi prendevano in giro.
Così in terza media ho iniziato a soffrire di anoressia, non mangiavo quasi niente. Mia "madre" mi ha portata da un medico e per un periodo ne sono uscita. Ma ora sta ricominciando.
Inoltre non mi piace farmi vedere mentre mangio, mi fa sentire a disagio, ma forse con Noah potrei provarci.
"Sì e tu?" gli rispondo.
"Un sacco. Vieni con me" mi risponde lui alzandosi e porgendomi le sue ampie mani per aiutarmi ad alzarmi, sorridendo. Ha veramente un bel sorriso, devo ammetterlo.

Mi porta in un locale non lontano dal praticello dove fissavamo le nuvole.
Dentro è molto affollato, la gente sembra divertirsi.
"Cosa vuoi prendere?" sorride.
"Ehm non lo s-"
"Okay faccio io" ridacchia. "Hey tu! Portaci due pizze margherita e un frappè alla fragola con due cannucce" dice chiamando il cameriere al tavolo, che annuisce e torna dietro al bancone.

Sorrido a Noah.
Il suo modo di fare, un po'superbo ma dolce...
Lo adoro.

***

Noah's pov

Il cameriere torna con le ordinazioni.
Metto il frappè con le due cannucce in mezzo al tavolo, per far capire a Chloe che è per entrambi.
"Hai seriamente ordinato il frappè degli innamorati Schnapp?" dice ridendo.
"Ovviamente" ridacchio.
Guardo verso il basso, nemmeno di proposito, perciò rialzo subito gli occhi verso quelli marroni della ragazza.

Ad un certo punto un gruppo di ragazzi entra nel locale.
"Oh no" penso dentro di me, non voglio sembrare debole davanti a Chloe.
I ragazzi sono Jaeden e il suo gruppo, quanto li detesto. È da prima che io mi trasferissi a New York che si divertono a bullizzarmi, ma non posso di certo dire a Chloe "Hey andiamocene perché se no questi cinque deficienti mi fanno il culo".
No, non posso, non voglio fare una figuraccia la prima volta che esco con lei.
Ma non posso nemmeno permettere che quell'idiota di Jaeden la ferisca, in qualsiasi modo.
La cosa migliore da fare è trovare un modo di uscire senza dire a Chloe perché.

"Chloe" le dico sottovoce.
"Mh?" alza lo sguardo dal tavolo.
"Dobbiamo andare"
"Di già? Schnapp ma che ti prend-"
"Te lo spiego fuori" rispondo prima che lei finisca la frase.
Annuisce. Le prendo la mano delicatamente e insieme ci dirigiamo verso la cassa, per pagare. Metto anche su il cappuccio, per non farmi riconoscere.
Il gruppo di ragazzi ci passa di fianco a distanza di nemmeno dieci centimetri. Poi si spostano ad un tavolo facendo molto fracasso, tanto che la proprietaria li lancia una brutta occhiata.

Sento gli occhi di Jaeden puntati addosso.
"Chloe non ti girare" le dico sottovoce mentre le tengo forte la mano.
"O-okay" risponde lei confusa.
"Volete lo scontrino?" mi chiede la cassiera.
"No, non si preoccupi grazie e tenga il resto" rispondo lasciando sul bancone cinquanta dollari e uscendo velocemente tenendo la mano a Chloe.
"Arrivederc-" dice lei mentre usciamo.

Siamo fuori dal locale, li abbiamo scampati, così abbasso il cappuccio.
"Posso sapere perché?" mi chiede Chloe, con un tono che non saprei spiegare, tipo arrabbiato ma confuso.
"È... Una lunga storia" le rispondo alzando gli occhi al cielo.
Ricordo ancora tutti i lividi di quando quel gruppetto mi ha picchiato in mezzo alla strada in terza media. Mia madre era scoppiata a piangere, lei sì che teneva a me. Anche mio padre si era preoccupato, a quel tempo era ancora sano di mente...

"Bene, allora inizia a raccontare" sorride lei con sguardo comprensivo e di chi tiene davvero a te.
Sorrido anche io.
Per la prima volta dopo tanti mesi mi sento di nuovo al sicuro.
Come se Chloe fosse la mia casa.
Il mio posto sicuro.

Continua...

𝐩𝐬𝐲𝐜𝐡𝐨𝐩𝐚𝐭𝐡 𝟐 [𝐧𝐨𝐚𝐡 𝐬𝐜𝐡𝐧𝐚𝐩𝐩] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora