10 Agosto, ho conosciuto un ragazzo:
Quanto odio agosto... il mese più caldo e schifoso dell'anno.
Stavo vagando in cerca dell'assassino di mio padre da un mese e mezzo, avevo attraversato Pennsylvania, Ohio, Indiana, Minnesota, Nebraska, Colorado, Texas, Alabama, Louisiana e Florida, ma ancora nessuna traccia del tipo. Dovevo cambiare posto, evidentemente. Così mi sono smaterializzata nel Nevada, nella notte tra ieri e oggi. Sono riapparsa sulla riva di un fiume, avvolta nel mio mantello nero glitterato, e mi sono seduta, vicino all'acqua.
Ho tirato fuori, dal mantello, la mia chitarra verde con i brillantini. Ho imparato a suonarla grazie a papà, e a zio Sirius, che da ragazzo si divertiva a fare serenate alle ragazze che conquistava (fallendo sempre miseramente, povero). Ok, stavo dicendo? Ah si.
Ho iniziato a cantare, e suonare, "Beautiful Stranger" di Madonna, che se sai fare la versione acustica viene fuori qualcosa di pazzesco. Come sta succedendo ora.
🎶To know you
Is to love you
You're everywhere I go
And everybody knows
I paid for you with tears
And swallowed all my pride
Dara dara dara da da dara da
Beautiful stranger 🎶Mi sono improvvisamente interrotta, quando ho sentito dei passi, da dietro una roccia.
Sono scattata in piedi e ho afferrato la mia bacchetta magica: lunga quattordici pollici e mezzo, di legno di abete rosso, con polvere di corni di unicorno all'interno, rigida come un righello di metallo. Ma quello che la distingueva dalle altre bacchette, era lo smeraldo incastonato poco sopra l'impugnatura. Ollivander, il famoso venditore, mi aveva raccomandato di non perdere la bacchetta per nessun motivo, perché sarebbe potuto succedere un casino, se fosse finita nelle mani sbagliate.
Dicevamo? Oh, già, i passi.
Continuavo a tenere la bacchetta puntata verso la roccia, e ad un tratto è saltato fuori un ragazzo:
era parecchio alto, quasi due metri, a occhio (ma di cosa mi lamento io, che senza tacchi sono 1.80), aveva i capelli neri, come me, pettinati in un lungo ciuffo scalato da una parte, che continuava a sistemarsi, dato che gli finiva sempre davanti agli occhi. Era vestito con una camicia rossa, una salopette nera e un paio di stivaletti, sempre neri. Aveva un libro, in mano, e me lo ha lanciato addosso, come se avesse visto un dissennatore, non prima di aver urlato: "Sparisci, mostro notturno!"Mi sono difesa, con un protego, facendo cadere il libro a terra, per poi raccoglierlo.
Il ragazzo mi si è avvicinato, tremando:
-Scusami..... non volevo tirartelo. Mi dispiace molto-
Aveva una voce bassa, soffocata e un po' roca.
Non sapevo quanti anni dargli, ma non pensavo fosse tanto più grande di me.
-Non preoccuparti. Una domanda... tu chi sei?- gli ho chiesto, rendendogli il libro.
Lui si è schiarito la voce, mi ha preso una mano e me l'ha stretta delicatamente.
-Mi chiamo... William. William Dalton. E tu?-
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SHE IS B(L)ACK
Teen Fiction"Voglio sapere chi sei, cacciatore. Voglio sapere come mai sono così importante per te. Voglio sapere chi sono IO." Dopo la morte di suo padre, Lucy Venus Black, ultima discendente della nobile e antica famiglia Black, scopre di essere ricercata da...