VII

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Mi guardo intorno osservando la stanza, le pareti sono di un bianco panna molto chiaro e i mobili sono del medesimo colore con dei dettagli neri, il letto è matrimoniale o meglio dire il materasso è matrimoniale visto che la rete del letto è appoggiata addosso al muro e il materasso è appoggiato tra il legno che dovrebbe coprire la rete del letto, sospiro e mi tolgo la camicia rimanendo in reggiseno così che se dovessi fare qualche mossa fatta male la camicia non si rompa, mi avvicino al materasso e lo tiro fuori dalla diciamo guida di legno e devo dire che questo cazzo di materasso pesa come non so che cosa ci saranno i mattoni dentro, lo poso sul pavimento e prendo la rete mettendola dentro i bordi di legno e poi riprendo il materasso mettendolo sulla rete, apro l'armadio a specchio e cerco le lenzuola, lenzuola che ovviamente non ci sono, sospiro ed esco dalla camera senza preoccuparmi di essere senza camicia.

*Pov's Nash*

Sento bussare alla porta e vado ad aprire ritrovandomi davanti mia madre.

"Ei Nash, dovrei parlare con te e Hayes." Mi dice sorridendomi per poi entrare in casa e abbracciandomi.

"Si certo, lo faccio scendere." Le dico dopo aver ricambiato l'abbraccio, prendo il telefono e chiamo Hayes dicendogli di scendere infatti poco dopo lo vediamo scendere le scale, abbraccia mamma e le chiede se vuole qualcosa da bere ma lei rifiuta.

"Ragazzi probabilmente avrete visto Kayla a scuola." Mamma inizia a parlare e noi annuiamo.

"Si certo che l'abbiamo vista ma come mai lei è venuta a vivere qui?" Le chiedo confuso dalla situazione.

"Ecco era proprio questo quello di cui vi volevo parlare, sapete vostro padre è partito per un viaggio di lavoro e non voleva lasciarla sola per due settimane quindi mi ha chiesto di ospitarla, penso che secondo lui era un modo per farla riavvicinare a noi ma io e Kayla non siamo mai andate molto d'accordo e presumo che ve lo ricordiate, io ho pensato che sarebbe stata meglio circondata da adolescenti che in casa con me e John, anche perché noi abbiamo anche Samanta a cui badare quindi sarebbe stato un casino." spiega parlando dolcemente e un po' la capisco pensava di fare del bene ma non sa che Kayla ci odia e non voglio farle pesare la cosa quindi le sorrido.

"Hai ragione Kayla starà meglio qui con noi solo potevi avvertirci prima, le avremmo preparato la stanza." Le dico sforzandomi a sorriderle, mentre sta per replicare sento qualcuno scendere le scale e mi volto a vedere chi è trovandomi davanti Kayla con i Jeans neri, i tacchi e senza camicia con solo il reggiseno dello stesso colore dei Jeans semplicemente con del pizzo.

"Kayla." La saluta mamma con un cenno di mano.

"Elizabeth." Le risponde Kayla in modo freddo per poi passare lo sguardo su di me.

"Avrei bisogno delle lenzuola, non sono nell'armadio come mi avevi detto." Mi dice senza mostrare nessuna emozione e con una freddezza che quasi mi spaventa, ha uno sguardo impassibile, non l'ho mai vista così nemmeno quando è entrata in classe e si è presentata sapendo che c'eravamo anche io ed Hayes.

"Si certo vieni te le prendo." Le dico alzandomi dal divano dove mi ero seduto in precedenza, la raggiungo sulle scale iniziando a salirle.

"Come mai sei senza camicetta?" Le chiede mamma.

"Non sono cazzi tuoi." Le risponde salendo le scale velocemente facendo risuonare i tacchi sul parquet in legno.

"Kayla! Rispondimi bene, sono pur sempre tua madre." Le dice e Kayla si gira di scatto a guardarla malissimo.

"Io sono orfana di madre, tu sei semplicemente Elizabeth una stronza senz'anima e ti giuro che prima o poi la mia vendetta arriverò e sai cosa intendo, tanto la vendetta è un piatto che va servito freddo stronza." Le risponde in modo freddo per poi continuare a salire e io la seguo sconcertato.

"Dovresti trattarla bene, è pur sempre nostra madre e ci vuole bene." Le dico entrando nella mia camera.

"Non impicciarti in cose che non ti riguardano Nash e ora dammi queste cazzo di lenzuola perché sto perdendo la pazienza." Non le rispondo ed apro l'armadio prendendo le lenzuola mentre lei aspetta fuori, le porgo le lenzuola e se ne va entrando in camera sua sbattendo la porta con così tanta forza che i ragazzi escono dalle proprie stanze per il rumore.  

I'm backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora