XXII

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"Okay scusa se lo dico ma che merda."

"Tranquillo, so che tutto questo è una merda, l'ho sempre detto e poi non stai mentendo sono solo dati di fatto."

"Io e la mia gang invece ci conosciamo da quando siamo piccoli, siamo cresciuti in un quartiere poco affidabile e circa cinque anni fa abbiamo creato i "THE BLACK ANGELS ", siamo diventati molto famosi solo che poi siete arrivati voi e noi vi conoscevamo perché anche se eravate a New York eravate famosi anche qui e quando ti abbiamo rapito abbiamo pensato che se ti rapivamo ci saremmo una gang molto forte di mezzo ma in queste settimane ho potuto conoscerti anche se ci siamo visti poco tempo e ho capito che non eri poi così male, non meritavi tutto quello che ti facevano."

"Voi invece come avete creato a gang?" Mi chiede cercando di distrarmi.

"Quando mi hanno salvata abbiamo iniziato ad uscire più spesso, anche dopo scuola e ci nascondevamo dentro dei bar, un giorno abbiamo sentito delle corse clandestine e siamo andati dove si svolgevano, ci siamo interessati, quando i miei hanno divorziato e i miei fratelli sono andati con mia madre ero sempre sola perché mio padre per lavoro viaggiava spesso ma erano viaggi di un giorno massimo due e io restavo con la vicina per me era una nonna, quindi molte volte facevamo dei pigiama party la vicina ci veniva a controllare spesso per vedere se era tutto apposto e quando sentivamo che si era addormentata uscivamo, andavamo alle corse e agli incontri di boxe clandestini, ci piaceva molto vedere però poi abbiamo iniziato a creare la gang i " THE DEMONS OF THE NIGHT " e così abbiamo iniziato a partecipare alle gare, io alle corse e Ethan e Henry che erano i più grandi facevano gli incontri di boxe anche se loro avevano dodici anni ma a New York c'erano gli incontri di Boxe per i bambini tra i dieci e i quattordici anni e le stesse cose valevano per le corse clandestine che facevo io rientravo pelo pelo nella fascia d'età perché avevo appena compiuto dieci anni." Gli spiego e lui annuisce, passiamo il resto del viaggio a parlare e devo dire che è molto simpatico, parcheggia davanti a casa e scende dalla macchina e fa il giro per poi aprire la mia portiera e prendermi in braccio.

"Pronta per rivedere la tua famiglia?" Mi chiede e io annuisco sospirando, Josh prende i miei vestiti che sono nei sedili posteriori e io prendo le chiavi di casa dalla tasca dei jeans, Josh si avvicina alla porta e io apro la serratura, i ragazzi sono sul divano insieme a papà e a Will.

"Kayla!" In poco tempo trovo tutti davanti a noi che ci guardano confusi, sorpresi e sollevati.

"Ciao."

"Ciao? Sei sparita cazzo! E ora torni in braccio ad uno che nemmeno conosciamo! Non sai quanto eravamo spaventati!" Mi urla contro Nash.

"Oh scusa se sono stata rapita per conto di vostra madre." Sputo acida, lo sguardo di tutti mi cade addosso sconcertato.

"Posso sapere qual è la camera di Kayla? Deve riposare." Chiede Josh cercando di spezzare la tensione che si potrebbe tagliare con un coltello.

"Ti accompagno." Afferma Cameron iniziando a salire le scale seguito da Josh e quindi anche da me, entriamo nella camera e Josh mi posa delicatamente sul letto.

"Vuoi riposare o vuoi fare una doccia?" Mi chiede mettendosi abbassato alla mia altezza.

"Vorrei fare una doccia, togliermi tutto da dosso." Sussurro imbarazzata perché sa di cosa sto parlando, di cosa voglio togliermi di dosso.

"Va bene, allora io ti aspetto qua così appena hai fatto disinfettiamo le ferite e cambio i bendaggi, va bene?"

"Si va bene" Mi alzo a fatica dal letto e mi avvicino all'armadio sotto lo sguardo di Josh e Cameron, il secondo sembra avere uno sguardo vigile su Josh come se non si fidasse di lui, ignoro questi pensieri e vado in bagno.

I'm backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora