XXI

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*Pov's Hayes*

Sono passate due settimane da quando Kayla è sparita, la stiamo cercando ovunque ma con scarsi risultati.

"Ragazzi guardate che ho trovato!" Esclama Nash scendendo le scale con l'album delle foto di quando eravamo piccoli.

"Vogliamo vederlo? facevamo così quando lei stava da papà." Chiedo, tutti annuiscono e ci mettiamo sul divano, Nash tiene l'album delle foto, io sono vicino a lui e alla mia sinistra c'è papà, Will è alla destra di Nash e gli altri sono sparpagliati.

La prima foto ritrae me e Kayla da piccoli, lei è vestita di rosa con copertina, capellino, giubbottino e cuccio dello stesso colore invece io sono vestito di azzurro con copertina, capellino, giubbottino e cuccio dello stesso colore.

"Questi sono Hayes e Kayla appena nati." Afferma papà sorridendo.

Nash gira la pagina facendo vedere la seconda foto che ritrae Kayla e Will, lui ha un braccio sotto la testa e l'altro braccio circonda la vita di Kayla, Will ha lo sguardo fisso sul volto di Kayla e sono così teneri, lui la guarda come se fosse la cosa più bella del mondo.

"Deduco siano Will e Kayla." Afferma Jacob e io annuisco.

La terza foto ritrae Kayla da bambina in spiaggia con con il costumino arancione e dei fiocchi dello stesso colore del costumino che le legano i codini che porta in testa.

"Ma che carina!" Afferma Aaron sorridendo.

"Hai ragione, però io ho una domanda perché Kayla ha i capelli biondi in queste foto?" Ci chiede Cameron.

"Elizabeth le tingeva i capelli per farla assomigliare a se." Gli risponde papà.

"Dai continuiamo." Afferma Nash cambiando pagina, la quarta foto ritrae Kayla appena nata in braccio a Will che la tiene dolcemente.

La quinta foto rappresenta Kayla, me e Will, siamo al mare, io e Kayla corriamo mano nella mano mentre Will ci rincorre ridendo.

"Eravamo proprio carini!" Sorrido.

Nella sesta foto ci sono Kayla e Nash e sono al luna park Kayla è sulle piccole spalle di Nash che in quella foto avrà si e no otto anni e quindi Kayla ne avrà sette.

Nella sesta foto ci siamo io e Kayla ed è autunno, Kayla indossa un vestitino grigio abbinato al cappellino, le calze che porta sono bianche e anche i suoi scarponcini invece io indosso dei pantaloni marroni e un maglioncino grigio i scarponcini sono neri ed sono inginocchiato davanti a Kayla con un fiore in mano e Kayla ha le mani davanti la bocca.

"Hayes ma che stavi facendo?" Mi chiede Tyler.

"Stavo chiedendo a Kayla se voleva essere la mia principessa per sempre." Sussurro sorridendo malinconico.

"Eravate così carini." Sussurra papà.

Nell'ottava foto siamo sempre al Luna park ma sta volta nella foto ci siamo tutti, io, Nash e Will teniamo Kayla in braccio che sta ridendo e sembrava così felice.

Ad interromperci è la porta che si apre rivelando la figura di Kayla in braccio ad un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi verdi.

"Kayla!" Ci alziamo tutti di scatto raggiungendoli preoccupati.

*Pov's Kayla*

Lo guardo mentre guida e sospiro leggermente dal dolore.

"Posso sapere dove siamo?" Gli chiedo.

"Siamo a circa un'ora e mezza da Miami." Mi risponde guardandomi con la coda dell'occhio.

"Che ne dici se parliamo un po' visto che abbiamo un'ora e mezza?" Mi chiede poco dopo e io annuisco.

"Si va bene."

"Come mai tua madre ti ha rapita?" Mi chiede mantenendo lo sguardo sulla strada ma guardandomi ogni tanto con la coda dell'occhio.

"Non sono mai stata il suo prototipo di figlia, non ero bionda con gli occhi azzurri, non ero troppo magra, quindi non ero perfetta ti dico solo che quando avevo due anni lei già mi faceva la tinta bionda e mi metteva le lenti a contatto colorate azzurre, mi aveva messo persino a dieta ed ero diventata anoressica per colpa sua perché mi diceva che ero brutta e grassa, alle elementari, più precisamente quando avevo dieci anni mi dicevano le stesse cose quindi avevo iniziato a non mangiare più, nessuno se ne era accorto, ne i mei fratelli ne mio padre, ho incontrato la gang perché mi hanno salvato dal suicidio, loro a scuola si sono accorti che non mangiavo e si sono avvicinati a me, mi trovavo bene con loro ma quando tornavo a casa tutto tornava le paure aumentavano come i mostri nell'armadio e quelli sotto il letto, un giorno volevo buttarmi giù dal ponte di New York più precisamente dal Ponte di Brooklyn loro passavano sul ponte, era notte non c'era quasi nessuno e mi hanno vista pronta a saltare giù da quel ponte e mi hanno aiutata sono viva grazie a loro." Mentre gli racconto tutto non lo guardo in faccia, sinceramente mi vergono di tutto ciò.

I'm backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora