Sapore di Vivo.

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Molte volte è capitato che il turbinio dei fatti accaduti, o delle rimembranze riguardo ad essi, mi tormentassero tanto da farmi credere che ciò che vedevo fosse la realtà. Mi sono interrogata fino allo sfinimento per capire cosa fosse passato, presente o futuro.
Una delle cose più belle che possano accadere, penso sia proprio il sentirsi liberi da quella prigione terrosa, arrugginita ed ammuffita rappresentante il passato.
Ci vuole coraggio, certo, ma è il coraggio di una volta che poi, forse, può regalare mille cose che rendano quel coraggio tale da essere omaggiato con la voglia di proseguire, con quell'altrettanto coraggio del mettersi in gioco.
Le migliori partite a carte spesso cominciano pensando che non si potrebbe vincere contro quell'avversario astuto e spietato che abbiamo di fronte, eppure, senza dar nulla per scontato, con analisi propria e del nostro interlocutore, riusciamo a vincere quella mano che gioca a nostro favore. Perché è un po' cosi che funziona, no? Non sempre è la partita ad essere vinta, ma intanto si porta a casa qualche mano buona. Ed è proprio quel sapore lì ad essere straordinario: non quello della vittoria in sé, ma quello della realizzazione nell'essere in grado di potersi migliorare sempre. Tutto è fatto da piccole lotte, vittorie e perdite quotidiane, ed ogni cosa ha il compito di formarci.
Nonostante il peso del bagaglio che ci si porta appresso, penso che il sapore del futuro, dell'aria nuova, dell'ascolto più profondo di ciò che siamo, sia straordinario.  Quante volte è capitato di cadere, toccare il fondo, senza credere che un altro giorno sarebbe sorto portandoci con sé?! Un centinaio, forse un migliaio, o anche più... eppure, è proprio così che è andata. A prescindere dalla voglia di affrontarlo, il tempo passa, le giornate ricominciano, le notti tornano, le stagioni cambiano e gli anni si susseguono rapidi, e noi volenti o nolenti ci rinnoviamo con essi. Non c'è niente che possiamo fermare, ma ancor più non esiste nulla che possiamo dimenticare.
Certo, sarebbe bellissimo spegnere un interruttore così, dall'oggi al domani, per scordare la sofferenza, ma cosa ne rimarrebbe della nostra interiorità? Un enorme vaso, decorato di foglia d'oro e tinte pregiate, con un'enorme macchia nera nel mezzo, senza un'identità, lì ad osservarci. Trovo che dimenticare sia un atto di codardia, quasi alla pari dell'arroganza e della mancata attenzione ed umanità di chi ha ferito. Non credo sia giusto rispondere a quel gioco con un'arma altrettanto pericolosa ed immorale.
Quindi sì, tante volte mi sono trovata in bilico, ma in nessuna ho mai voluto davvero dimenticare, facendo finta che le cose non fossero mai accadute.
Ogni passo, parola o sentimento, è comunque degno di far parte di noi, a prescindere da illusioni, pentimenti, bugie.
Non importa ciò che è stato, importa davvero ciò che è rimasto, il potersi rialzare, guardare davanti a se e riconoscere l'alba ed il tramonto, la luna il sole e l'altre stelle.
Cosa c'è di meglio di un posto riconquistato piuttosto che mantenuto con metodi costanti e scontati ? Cosa c'è di meglio della conquista e della riscoperta?
Il coraggio di rialzarsi è dentro ad ognuno, come piccole fenici, in grado di ardere quasi come all'inferno, ma rinascendo dalle proprie stesse ceneri più forti, con maggior consapevolezza.
Non per forza tutto è una piaga, spesso è solo un insegnamento dal quale attingere nei momenti peggiori, quando non si sa dove sbattere la testa, quando non si capisce la via.
Spesso basta solo osservarsi per riuscire a ricominciare da dove ci si è lasciati, riconquistando quella parte di noi stessi più  profonda.
È così che si riscopre quel sapore dolce e un po' speziato, o aspro, pungente, amaro... l'importante è riconoscerlo, quel sapore, e renderlo nuovamente nostro, chè una boccata d'aria è essenziale. Aria pura. Sapore di vivo.

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