Il silenzio è un mondo complesso, un' altra realtà.
Siamo mai stati davvero in silenzio? Di notte, di giorno, all'alba, al tramonto; in montagna, al mare o in città; da soli o in compagnia. No, perché, ogni situazione è ovviamente diversa dall'altra.
Al mattino cosa succede? Me lo chiedo spesso. Per questo, quando non dormo, mi piace affacciarmi alla finestra per scoprirlo.
Il mattino è ricco di nuovi inizi ma anche di costante abitudine e, attenzione, l'una non esclude l'altra.
In ogni abitudine c'è un nuovo inizio, una novità inaspettata.
Al mattino vedi il sole che, timidamente, sommerge l'ambiente intorno a te, baciandolo e colorandolo. Facendo strizzare gli occhi a coloro che iniziano a popolare le strade. Quei passanti che, chiusi nei loro indumenti profumati di bucato, camminano per strada. C'è chi è svogliato che, pur di non uscire dal proprio letto, avrebbe fatto qualsiasi cosa. C'è chi sale a bordo della propria macchina, mette in moto e sa già che si imbatterà nel traffico stressante, per questo ha già il dito sul clacson, pronto a difendersi. C'è chi cammina frenetico, magari perché quella mattina ha spento la sveglia dieci minuti in ritardo.
Ma nessuno, e dico nessuno, si ferma mai ad ascoltare la musica che gli uccellini creano intorno a sé; quel cinguettìo acuto e meraviglioso.
E così, con le ore che passano si arriva all'orario di pranzo, dove gli studenti si mischiano agli impiegati vestiti a puntino, i baristi e i camerieri corrono, e sotto il sole pieno le strade si popolano di fretta, corse, casino.
Quel casino assordante che lui, proprio quel signore seduto da solo su una panchina in riva al mare, ha deciso di scaricare. Ormai è il tramonto e lui, proprio da solo, ammira i giochi di luce che il sole rosso crea sulle increspature dell'acqua. Si concentra sul suono sordo e deciso delle onde. Si concentra sui suoi occhi socchiusi, sul suo respiro che diventa sempre più regolare.
Un panorama che incornicia anche la coppietta al bar, che però chiacchiera, parla della bramosia della calda estate, di quanto potrebbe essere bello fare il bagno in questa distesa di fuoco liquido.
Ma, ve ne siete accorti? Quanti pochi attimi di silenzio abbiamo nelle nostre giornate? E perché? Abbiamo forse paura?
Forse. Probabilmente sì. Alla fine, tutti quanti abbiamo dei motivi che ci rendono dipendenti da quel chiasso quotidiano che mette a tacere qualcosa.
Io, ad esempio, ho il terrore del silenzio. Quando mi fermo so benissimo che il mio cervello comincerà presto a proiettare una raffica di pensieri, ricordi e dubbi. Tutte cose alle quali non so dare né spiegazione ne risposta. Forse, il silenzio è solamente simbolo e sinonimo di analisi. Per questo in compagnia tendiamo a parlare sempre così tanto, per paura che i nostri interlocutori, lasciati in silenzio, abbiano più tempo per pensare male di noi, per giudicarci. Però non capiamo che, se deve succedere, succederà ugualmente. Stiamo solo posticipato. Stiamo posticipato quell'ennesima paura. La paura di avere paura. Che sia dei nostri ricordi, dei nostri mostri interiori, degli altri, dei giudizi... ma paura.
Il silenzio però è fondamentale. Ci aiuta ad essere noi stessi, nel bene e nel male.
Non possono esistere paure così forti, così prepotenti, da strapparci via la nostra interiorità più sincera.
Dobbiamo essere più sinceri con noi stessi. Anche quando la triade "solitudine, notte, silenzio" si congiunge, inevitabilmente. Abbiamo mai pensato che ogni cosa che accade, accade con lo scopo di mettere in ordine le nostre carte? Ogni decisione che prendiamo avviene in seguito ad un ragionamento con noi stessi, in base ai nostri filtri. Solo che ci sono momenti in cui, questi ragionamenti, vanno fatti in una maniera più profonda. Bisogna imparare ad immaginarci davanti ad uno specchio, dove l'unico giudice di noi stessi siamo essi stessi noi. Dobbiamo imparare a fermarci e capirci.
Dovremmo smetterla di rendere il nostro animo un criminale in fuga! Lo sappiamo benissimo che ogni criminale, prima o poi, verrà preso!
Il silenzio che ci troviamo d'innanzi è il nostro "poliziotto", buono o cattivo che sia, e che noi siamo i criminali di noi stessi.
Dobbiamo avere coraggio.
Chi ci dice che parlare sempre fa bene, mente. Certo, in un rapporto umano tra due o piu persone la comunicazione è fondamentale, ma con noi stessi è tutta un'altra storia. Il bisogno di rimanere i silenzio, a volte, sembra così forte da soffocare. Dobbiamo assecondarlo con tutti i rischi che la causa ci pone.
Il silenzio è anche libertà, impariamo a vederla così. Essere liberi vuol dire consocersi tanto da sdoganare qualunque cosa che ci venga appiappato o che noi stessi ci affibbiamo.
Vogliamo essere liberi? Impariamo ad apprezzare il silenzio.
Ci ameremo di più, o forse ci odieremo di più, ma in ogni caso sapremo di cosa siamo fatti.
Basta maschere.
Basta rumore.
Silenzio.
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●Sonnambulismo Realistico.
PuisiÈ solo una raccolta di pensieri e riflessioni non richieste, magari nemmeno degne di considerazione. Ma esistono e sono le mie. E ho voglia di farvi leggere un po' di me. Mi sono solo detta "Perché no?".