Forse, di così sbagliato nemmeno c'è molto.

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Quante cose che cambiano senza nemmeno che riusciamo a rendercene conto.
Un giorno è come se tu stessi in cima ad una montagna, guardando tutto dall'alto perché, per una volta, ti sei concesso il lusso di sperare in qualcosa; il giorno dopo, invece, sei drasticamente scivolato giù, sbucciandoti le ginocchia e ammaccando la testa, semplicemente perché ti sei effettivamente reso conto che ciò in cui speravi era solamente un'inutile via di fuga.
Mentre sei lì che scalci le pietre dal selciato cercando la strada per tornare a casa, sbuca un altro individuo, perso più o meno come te, che ti parla di sé e ti permette di parlare di te. A quel punto che fai? Beh, una sosta ci sta, perché non fermarsi ad ascoltare qualcuno che pare somigliarti?
Entrambi, però, riconoscete di doverla ritrovare quella strada, di dover tornare su di una qualsiasi carreggiata che dia un minimo di ordine e lucidità dopo esser caduti, quindi si riprende a camminare facendosi compagnia.
Nel frattempo la mente viaggia, crea scenari, ne demolisce altri, ed improvvisamente quel nuovo incontro scalza il precedente, proprio quello che tanto avevi creduto potesse tenerti in cima alla montagna da cui sei scivolato.
Condividi, parli, ascolti, crei, immagini e distruggi.
E non capisci, non riesci a capire letteralmente nulla di quello che stia accadendo e del perché, ora, siate in due.
Ma decidi che poi, sotto sotto, forse così tanto nemmeno ti importa. E te la vivi. Di nuovo commetti il medesimo errore di tentare di viverti qualcosa.
Ma la situazione cambia appena relativamente rispetto alla precedente, perché le certezze non ci sono, perché senza di esse non riesci a fare un passo di più ... Perché, fondamentale, forse manca il coraggio di chiedere a quello sconosciuto di accompagnarti fino a casa, né riesci a raccimolarne tanto da chiedergli realmente dov'è che abiti costui.
Siete in due, su una strada deserta, a mischiare cose che nemmeno sapete dove vi porteranno; tu ed uno sconosciuto di cui sai poco più del nome.
Ma si va avanti e, forse, di così sbagliato nemmeno c'è molto.

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