Sorpresa

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Mariachiara's pov
È l'otto Dicembre.

Il clima natalizio quest'anno, perfino per me che sono una grande amante del Natale, stenta ad arrivare.

Ci siamo messi sotto per cercare di girare il più velocemente possibile, dato che eravamo rimasti parecchio indietro.

Non sto nemmeno troppo bene per via della gravidanza, tra nausee e stanchezze che devo mascherare con un semplice "Sono ancora un po' giù per via della terapia."

A Mauri non ho ancora detto nulla.

Non ho avuto nemmeno tempo di riflettere da sola, e questo mi sta mandando in tilt.

Ho paura della sua reazione, perché parliamoci chiaro, per quanto possa essere bellissimo è anche inaspettato.

Nessuno dei due aveva in conto questa cosa, e non ne avevamo nemmeno mai parlato.

È domenica.

Finalmente, aggiungerei.

Dopo tre settimane una giornata libera mi ci vuole proprio.

Avevo previsto di svegliarmi a mezzogiorno se proprio fossi stata obbligata, ma qualcuno ha altri piani.

Sono le quattro.

Una nausea forte mi pervade, tanto che sono costretta ad alzarmi dal letto e correre in bagno.

Mi appoggio poi alla parete, seduta contro le mattonelle.

"Tesoro, stai bene?" domanda il mio fidanzato, raggiungendomi in grandi falcate e piegandosi davanti a me.

Mi accarezza piano la guancia con le nocche delle dita, per poi sedersi affianco a me.

Mi circonda le spalle con un braccio, stringendomi sul suo petto.

"Ma che succede? Gli effetti collaterali non dovevano durare meno di una settimana?"

Faccio spallucce.

"Mary non voglio allarmarti, ma penso sia il caso di tornare dal medico." mormora, baciandomi sulla testa.

"Hai ragione.." sussurro io, alzandomi per tornare a letto.

Gli tendo la mano e lui mi segue.

Quando mi sveglio di nuovo, sono le nove e quaranta.

Mi ritengo soddisfatta del recupero sonno e mi alzo, scendendo le scale.

Arrivata di sotto, abbraccio da dietro Maurizio, che si gira verso di me e mi abbraccia a sua volta.

"Buongiorno, come stai?"

Domanda, tutto preoccupato.

"Sto bene, tranquillo." cerco di calmarlo, baciandolo. Lui però continua a guardarmi, sospettoso.

"Guarda che ti ho portato!" esclama, entrando dalla porta mentre finisco di mangiare.

Apre una scatola, piena di addobbi natalizi.

Poi ne apre una seconda, da cui esce uno spennacchio verde, l'albero.

Sono due ore che addobbiamo la casa.

Ormai non c'è nemmeno un angolo che non riporti alla mente il Natale.

25 dicembre

"allora, tutto pronto?"

"Si."

"Sei sicura? Ripassiamo tutto di nuovo nel dubbio."

"Ma abbiamo già ripassato tutto due volte!"

"Uh come sei irritabile, calma!"

Alzo gli occhi, mentre Zia Serena cammina avanti e indietro accanto a me.

"Mari ti prego, ripassiamo!"

"Sere!"

"Ma nessuno ti ha insegnato che non c'è due senza tre e la quattro vien da se?!"

"Uffa."

Obbligata da una Serena poco calma, ripassiamo il piano altre due volte, prima di andare a svegliare Maurizio.

Lei va via, promettendomi di pregare la Madonna dei Disperati per me.

"Sbrigati, vestiti. Forza!" lo sveglio, dopo avergli fatto gli auguri.

"Perfetto, ora devi venire con me." lo prendo per mano, fino alla macchina. Poi lo bendo e entro in auto.

"Ma devo tenerla?"

"ovvio."

La mia voce non ammette repliche, e considerando la mia condizione non gli conviene farne, anche se non lo sa ancora.

"E dai, posso toglierla?!"

Si lamenta per l'ennesima volta lui, a un'ora dalla partenza.

"Mancano dieci minuti, sei un rompiscatole!"

Si rassegna, sistemandosi meglio sul sedile. Quando finalmente parcheggio, lo faccio sbendare.

"Ma-che ci facciamo qui?" mormora guardandomi.

"Seguimi." gli sorrido.

Chiudo l'auto, stringendomi nel cappotto pesante.

Siamo alla casa al mare.

Lo faccio entrare, dove è già tutto sistemato. Spalanca gli occhi, girandosi verso di me.

"Ma - che hai fatto!?"

Salgo le scale, invitandolo a seguirmi. Poi lo lascio entrare, seguendolo poi.

Una piccola maglietta del Genova è ben sistemata sul letto, una di quelle da bimbo.

Non dice più una parola, rimane solo a fissarla. Non capisco cosa pensi, e questo mi fa paura.

E se...?

"Amore mio..." si gira finalmente, con lacrime agli occhi.

Gli passo una scatolina, in cui ho messo il test.

Non parla. Mi guarda, come bloccato.

Così lo raggiungo, abbracciando forte.

"È-è tuo?" domanda, dopo avermi baciato.

"Secondo te? St-" mi bacia di nuovo, interrompendomi.

"Sei..?"

"Sono."

Di nuovo, sta volta mi stringe tra le sue braccia.

"Amore mio..."

"Amore..."

TUTTE LE VICENDE NARRATE SONO PURAMENTE FRUTTO DELLA FANTASIA DELL'AUTORE.

Momento autore.

Ciao, e buon natale, un po' in ritardo.

Spero apprezziate lo stesso. E come si suol dire, se Dio vuole, ci vediamo presto presto.

Un bacione, ciao!

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