Un Bacio

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Maurizio’s pov
Alzandosi sulle punte dei piedi, posa le sue labbra sulle mie. Quelle labbra che conosco tanto bene. Ma sta volta c’è una cosa diversa. Non stiamo fingendo, né recitando. Passo un braccio intorno alla sua vita stretta, complice il bicchiere di champagne che ho bevuto. Lei porta le sue mani tra i miei ricci, scompigliandoli con dolcezza. Riesco a sentire il desiderio e la passione invaderci, come un fulmine a ciel sereno. È questo che mi fa allontanare, di scatto. Lei, che sembra essersi accorta adesso di quello che stavamo facendo, abbassa gli occhi, sistemandosi i  capelli dietro le orecchie. ‘Scusa…’ mormora soltanto, prima di prendere la sua borsa che aveva appoggiato a terra e scomparire, senza dire una parola di più. Resto sulla soglia della porta, maledicendo me stesso. Mi appoggio al muro fuori dalla stanza, e il mio sguardo si perde fuori dalla finestra gigante che ho davanti. Cosa abbiamo fatto? Cosa diavolo ci è passato per la testa? Maledizione! A interrompere i miei pensieri sono Serena e Dario che stanno attraversando il corridoio per andare in camera. ‘Maurì, tutto bene? Sembra tu abbia visto un fantasma!’ scherza lei, senza ottenere da me alcuna risata. Non sono dell’umore. Li saluto con un sorriso tirato ed entro, sbattendo la porta con rabbia. E adesso? Domani come farò a guardarla negli occhi? Che ne so, magari si sarà dimenticata tutto, dato che era mezza ubriaca. Non lo so, non lo so. Sono confuso, perché mentre la mia testa mi ha obbligato a smettere di baciarla, il mio cuore diceva tutt’altro.

Mariachiara’s pov

Sono una stupida! Ma io dico, come mi salta in mente di baciarlo? Oltre tutto, siamo entrambi fidanzati! Non ci posso credere, d’avvero. Ovviamente lui si è subito staccato, ma resta il fatto che l’ho baciato. L’ho baciato, cavolo! Mi butto sul letto, affondando la testa sul cuscino. Questo si che è un disastro. È strano, ma il mio cuore voleva quello, in quel momento preciso. Sarà l’alcool? Penso proprio di si. Mentre mi deprimo, sento bussare alla mia porta. Spalanco gli occhi, e con timore mi avvicino. Aprendo, il mio incubo si materializza. C’è Riccardo, sulla soglia della porta, con un mazzo di fiori in mano. ‘Sorpresa!’ sussurra, stringendomi tra le sue braccia. ‘Tutto bene, tesoro?’ mi domanda, quando senza aver detto una parola, con gli occhi bassi lo faccio entrare. ‘Si…’ provo a fingere, ma, come sempre non mi riesce. ‘Che è successo?’ mi chiede,  cominciando ad intuire qualcosa. ‘Niente, Rick…sono solo un po’ stanca.’ Certo, scusa fantastica! Brava Mariachiara! ‘Dimmi la verità, non mi raccontare cavolate.’ Mi alza il viso con due dita, perdendo un po’ la sua solita calma. ‘Alla festa…ho bevuto un po’…’ provo a mettere due parole in fila. ‘Un po’ quanto?’ mi domanda, mentre torno a distogliere lo sguardo. ‘Un po’ troppo…’ annuisco. ‘E…e…l’ho baciato…’ dico, con la voce talmente bassa da non sentirsi quasi. Ma lui lo sente eccome. Sbarra gli occhi, e si appoggia con la schiena al muro. ‘Hai baciato chi?’ . Ecco qua la parte più complicata. Solo pochi mesi fa gli avevo assicurato, prendendolo anche in giro che io e Maurizio eravamo solo amici. ‘Maurizio, lo sapevo io!’ alza la voce, dopo avermi vista abbassare gli occhi con fare colpevole. ‘Rick, mi spiace…non volevo, sono un po’ brilla…’ mi scuso, con gli occhi lucidi. ‘Vedi qual è il tuo problema? Che fai le cazzate, e poi vieni a piangere!’ mi accusa, ferendomi. ‘Mi fai schifo, ecco! Tu e il tuo lavoro, tutto! Tra noi è finita!’ urla, e se ne va sbattendo la porta. Appoggio la schiena al muro e mi lascio accasciare a terra, distrutta. La verità è che ha ragione, io non sono fatta per l’amore, faccio troppe cavolate. Sono capace soltanto a ferire le persone. A spezzare i loro cuori.

Maurizio’s pov

Dopo essermi fatto una lunga doccia e aver maledetto almeno quaranta volte me stesso, sto per mettermi a letto per uccidermi ancora di più, quando sento delle urla provenire dalla stanza accanto. ‘…il tuo problema? Che fai le cazzate, e poi vieni a piangere! Mi fai schifo, ecco! Tu e il tuo lavoro, tutto!’ Sento soltanto, ma mi basta per capire che è successo. Mariachiara avrà detto tutto al suo fidanzato, che è arrivato proprio nel momento giusto. Mi sento in colpa, perché in fondo lei c’entra poco e niente, dato che era mezza ubriaca, così decido di uscire per parlare con Riccardo. Lo chiamo a gran voce, dato che è già arrivato vicino l’ascensore, e quando mi vede, comincia a venirmi incontro coi pugni serrati. No, no, no. Perché non sono rimasto in camera, perché? ‘Aspetta…’ lo blocco. ‘Cos’è vuoi presentarti? Lo so benissimo chi sei!’ detto questo, mi tira un cazzotto direttamente sulla bocca. ‘Ecco, adesso se vuoi puoi dirmi tutto. Anzi no, aspetta!’ così dicendo, me ne tira un altro sullo stomaco, che mi fa appoggiare al muro. Poi, se ne va, possibilmente più arrabbiato di prima. Provo ad alzarmi, e nel tentativo sbatto, ferendomi ancora di più sul labbro superiore. ‘Mauri…’ . Oddio, allora i miracoli esistono. È Mariachiara, che mi raggiunge in poche falcate, piegandosi accanto a me. ‘Come ti è venuto in mente di uscire?’ dice, intuendo tutto. ‘Volevo dirgli di non arrabbiarsi con te…’ le confesso, ricevendo uno dei più bei sorrisi del mondo. ‘Dai, andiamo ti aiuto…’ mi offre, aiutandomi ad alzarmi. Mi porta nella sua camera, dove tira fuori un kit di pronto soccorso. Fatto ciò, inizia a medicarmi sulla bocca, mentre sono seduto sul letto. Lei è seduta sulle ginocchia, accanto a me. ‘Grazie…’ mormora, di punto in bianco. ‘E’ stata colpa mia, tu eri mezza brilla…’. Scuote la testa. ‘No, non è colpa tua, non è colpa mia. Non è colpa di nessuno, doveva succedere…non fa niente, d’avvero.’ Sussurra, ad occhi bassi. ‘Ti ha lasciata?’ le domando. Ci mette qualche secondo, poi scende dal letto per prendere altro disinfettante, e quando risale annuisce. ‘Si…’ sussurra solo, alzando gli occhi che scopro essere lucidi. Lascia sfuggire al suo ferreo controllo una lacrima, che asciugo subito, per poi afferrare un suo braccio e tirarla verso di me, per abbracciarla. Ricambia subito la stretta, appoggiando la sua testa sul mio petto. Resta così per un po’, poi si alza e mi disinfetta l’altra ferita sullo stomaco, con cura. ‘Posso assumerti come infermiera personale?’ gli domando, ottenendo ciò quello che speravo: una risata. ‘Mauri…’ torna seria. ‘Non dire nulla alla tua fidanzata…’mormora, guardandomi negli occhi. ‘Ma no dai, è una questione di rispetto e…’ mi interrompe. ‘No…non voglio rovinarti…per favore, non dirle niente.’ Sono costretto ad acconsentire, anche se non so se ce la farò. Non sono mai stato bravo a mentire. Guardo l’orologio: sono quasi le tre. Stringe una garza attorno alla ferita sullo stomaco, sempre con molta delicatezza. Ed è così, ritrovandomela così tanto vicino, che sento l’istinto di premere di nuovo le labbra sulle sue. Mi immergo nei suoi occhi e mi avvicino a lei. Ma lei si alza, spezzando il contatto violentemente. ‘Ora è meglio che tu vada…si è fatto tardi…’ mi apostrofa, intenta a mettere a posto il kit dei medicinali. Decido di darle retta, forse è meglio così.

CI TENGO A PRECISARE CHE LE VICENDE E I PERSONAGGI DELLA STORIA SONO PURAMENTE FRUTTO DELLA FANTASIA DELL'AUTORE, QUINDI NON SONO SUCCESSE DAVVERO.

Momento autore
Salve a tutti! Le cose iniziano a complicarsi tra i nostri due protagonisti.
Cosa vi pare? Cosa succederà?
Fatemi sapere come sempre se il capitolo ci piace,
Sara.

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