10. Ritorno verso casa;

206 14 0
                                    


10.

"Quindi...", cercò di ritornare al discorso precedente. "Cosa dovrei fare, ora?"

Il tono usato non era più pieno di se, ma quasi sottomesso.

E lui sembrò notarlo, infatti rise sotto i baffi, irritandola.
Poi si schiarì la voce. "Avvicinati all'orecchio del tuo cavallo, e sussurra lui di tornare a casa."

Divertente.

Winter inclinò la testa, inarcando un sopracciglio. "Cerchi di prenderti gioco di me?"

Naoise liberò una debole risata compiaciuta, prima di tornare serio. "No, Winter. Quel cavallo è di nostra proprietà. Siamo stati noi a portartelo. Quindi sa bene come arrivare ed andarsene da questo mondo..."

La ragazza spalancò gli occhi.
"Aspetta, aspetta... cosa?"

Lui sorrise, e proprio quando stava per risponderle, lei fece lui segno di star in silenzio.

"Anzi, no. È meglio che tu non mi dica altro."

"Saggia decisione."

"Ma, in ogni caso, è un cavallo..." lo incalzò, parlando con tono diffidente. Forse cercava pietosamente una banale conferma.

"Abbi fiducia, per una volta."

"Ma è irreale!"

"Come tutto ciò che ti è accaduto in questi ultimi giorni, no?" la zittì, parlando con naturalezza.

Effettivamente, in confronto a tutto ciò... sembrerebbe quasi la normalità.

"Ma se ti sembra così strano, puoi sempre non farlo" le fece notare, sorridendole con sgarbo.

Winter li lanciò un'occhiata di fuoco, prima di girarsi ad osservare le orecchie tese del cavallo.

Lo accarezzò, imbarazzata, prendendo tempo.

Non capiva le intenzioni del Principe. Era serio? O cercava solo di prendersi gioco di lei? Non si voleva ridicolizzare.
Non voleva farlo. Ma per timore di essere sotto scherzo? O per timore, al contrario, di non esserlo?

Si guardò intorno, mentre la sua mano continuava a muoversi tra la criniera del fiero Andaluso.
Era tutto così semplice, intorno a loro. Tutto così silenzioso. Così silenzioso da poter sembrare innaturale.

Questo luogo, sembra infinito. Potrei galoppare e perdermi tra il vento, e non fermarmi mai. Oh, il vento, l'ebrezza... provarlo qui sarebbe imparagonabile a tutto. So che sarebbe così, lo sento, lo percepisco.

Scrollò la testa, cercando di cancellare quel pensiero che cercava di prendere forma.

"Winter."

Non fu un richiamo, sembrò una riflessione. Un suono melodioso e dolce.

"Il tuo nome ti rappresenta così tanto, non è vero?"

Gli occhi della ragazza incrociarono quelli di lui. Lo guardò a lungo, come persa tra i suoi occhi grigi, prima di abbassare il viso.

"Il vento assedia, Winter. E tu, in questo momento, non sei altro che un vento immobile. Muori dalla voglia di darti sfogo, vero, Winter?" parlò con provocazione, aprendosi in un sorriso complice.

Le mani della ragazza tremavano. Forse per il freddo che iniziava a farsi sentire, o per le parole del Principe; Winter, ad ogni modo, non riusciva a darsi una decisa spiegazione.

Abbassò lo sguardo, guardandosi le mani che non riusciva a far stare ferme.
Serrò gli occhi, mentre stringeva i pugni, tirando di poco, per sbaglio, le redini del cavallo, che in risposta piegò le orecchie, per pochi secondi.

EtaineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora