15.Non aveva ben in mente uno schema ben preciso sul da farsi. In realtà, non aveva la più che minima idea del come agire. Non le era stato spiegato come ritornare, ma ripensando alle precedenti conversazioni con Naoise, iniziò a riflettere.
Il cavallo è di nostra proprietà, aveva detto il ragazzo.
Sharon potrebbe essere una sorte di tramite. D'altronde, mi sarà stato dato per un qualche motivo. Sono entrata ed uscita grazie a lui, fino ad ora.
Le sorgeva un unico grande problema: come raggiungere l'animale.
Forse è rimasto intorno al bosco... ma è alquanto improbabile, sarà ritornato alle stalle, pensò con rammarico.
Non voleva dirigersi verso le stalle, ma se fosse stato necessario, l'avrebbe fatto.
Arrivata al bosco, riuscirei ad accorgermi di un presumibile pedinamento, si convinse, mentre era già in cammino verso la meta.
Camminava con passi svelti, voltandosi frequentemente. Nessuno la stava seguendo, secondo le sue osservazioni. Nonostante ciò, un nodo allo stomaco le si formava non appena occhi indiscreti di gente sconosciuta le si puntavano addosso. Ed ogni volta, credeva di poter riconoscere in loro quelli di Bress. Ma ciò non accadde. Lui infatti sembrava come essersi dissolto nell'aria. Winter non riusciva a gioire per ciò. Di certo, era consapevole del fatto d'esser stata davvero fortunata, per non essersi fatta trovare. Ma, forse, fin troppo fortunata, per essere vero.
È davvero un bene che non mi abbia trovata, ma è così dannatamente strano ed insensato. Con tutte quelle cose che riesce a fare... o sono davvero io troppo fortunata, o a lui non interessa ritrovarmi, iniziò a sorgerle tale pensiero.
Sospirò, mentre i suoi passi diventavano sempre più svelti. Lo sguardo abbassato, rivolto all'asfalto, cercava di nascondere incertezza.
Si chiedeva se fosse davvero la giusta soluzione, se fosse l'unica percorribile.
Portò una mano al collo, toccando lievemente il ciondolo che le era stato regalato. Fu un'azione involontaria.
Lo aveva ancora appeso al collo. Per sua fortuna, aveva dimenticato di slacciare e riporre la collana; l'aveva completamente dimenticata, facendosi la doccia con essa, invece di togliersela.
Ringraziò la sua mente per tale distrazione. In caso avesse tolto il prezioso ciondolo, infatti, sarebbe dovuta tornare a casa per riprenderlo.
Strinse in piccolo oggetto tra le dita, girando il volto ancora dietro le sue spalle, con fare insicuro. Era ormai quasi arrivata al punto in cui Sharon era fuggito via, lasciandola sola, in balia del ragazzo.
Si bloccò, osservandosi intorno, mentre iniziava a fischiare, in un tentativo di richiamare l'animale.
Provò e riprovò, non dandosi per vinta, girando su se stessa, sperando di avvistare un qualsiasi movimento che potesse riguardare il suo cavallo.
"Dai, Sharon" sussurrò, pensando ad alta voce.
Mentre continuava disperatamente a fischiare, iniziò a giocherellare con una ciocca di capelli, segno inconfutabile della sua agitazione.
Coraggio, Sharon, pensò, quasi cercasse di evocarlo con la mente.
Proprio quando stava per chiudere i battenti, il suo fischio venne seppellito dal suono di un nitrito.
Istintivamente avanzò di un passo, con le orecchie attente ad ogni suono, cercava di individuare la posizione del cavallo.
Sorrise con sollievo, nel vedersi giungere contro, al galoppo, un bellissimo esemplare. Sharon.
Oh, Dio, grazie, pensò, mentre sentiva lo stomaco alleggerirsi da tale macigno.
Nel frattempo che il cavallo diminuiva lo spazio tra di loro, la ragazza sentiva il peso del dover prendere una scelta, ed alla svelta. Non doveva perdere tempo, doveva decidersi in fretta.
Potrò tornare qui quando vorrò, pensò, cercando di motivarsi. Nessuno potrà impedirmi o impormi nulla.
Accarezzò la ruvida criniera dell'animale, appena esso arrivò, sollevandosi sugli arti posteriori, prima di piazzarsi al suo fianco.
Montò a cavallo con estrema velocità, maledicendosi per non essersi fatta spiegare come ritornare.
Infatti, una volta in sella, non aveva idea di come comportarsi.
Il cavallo, immobile, attento ad ogni stimolo, attendeva.
Bene, ed ora?, si domandò la giovane, corrugando la fronte.
Si sentiva una stupida, e lo sembrava pure. Con le redini molle alla mano, lo sguardo sperduto, sembrava attendere il nulla. Effettivamente, stava attendendo il nulla.
"Va bene" mormorò, socchiudendo gli occhi, mentre accorciava le redini.
Forse ho capito, pensò, schiarendosi la voce, mentre cercava di far mente locale.
Strizzò gli occhi per istanti indefiniti, prima di decidersi a parlare, con voce tremante ed insicura. Sapeva di star per prendere una decisione molto azzardata.
Si piegò verso la testa di Sharon. "Torniamo da Naoise, Sharon."
Si strinse alla sella, percependo l'animale irrigidirsi e tendere le orecchie. Lo sentiva respirare con affanno, liberando striduli nitriti. L'animale aveva capito, ma non sembrava volersi muovere. Qualcosa non andava, in quel comportamento.
Lei cercò di incitarlo, ma in risposta l'animale iniziò a scavare il suolo con uno zoccolo, energicamente, abbassando e rialzando il collo con violenza.
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Etaine
FantasyWinter è una ragazzina sveglia ed intelligente, dotata di un carattere tanto curioso quanto insicuro e ansioso. Un giorno, avara di notizie riguardanti il suo passato incerto, deciderà di intraprendere una strada statole negata fin dall'infanzia. S...