11.Era passata circa una mezz'oretta da quando Winter si era nascosta dietro casa, davanti all'uscita secondaria, con ben a vista l'auto della polizia parcheggiata nel vialetto.
Il posto più a vista, e per quello, anche il meno guardato.
Non si sarebbero accorti mai della sua presenza, lì. Sarebbe stata al nascosto fin quando la polizia non sarebbe andata via.Riflettendo a lungo, la ragazza arrivò alla conclusione che qualcosa non quadrava, in quella situazione.
Era mancata tre giorni esatti; solitamente, denuncia e ricerca vengono avviati 24 ore dopo la scomparsa della persona in questione. Quindi, o la polizia aveva ritardato di un giorno, o era passata una seconda volta. E ciò non era spiegabile, dato che eventuali aggiornamenti (semmai fosse realmente quello il motivo della visita) vengono affrontati telefonicamente, quando non sono di fondamentale importanza. Era quella la prassi, per quanto poco ne sapeva.
Poi passò lo sguardo al cellulare scarico, aggrottando la fronte.
Non hanno trovato nemmeno il mio cellulare. Che diamine di ricerche hanno attuato? Bastava seguire il sentiero che giornalmente percorro, e che mia madre conosce, per l'appunto. Tutto ciò è alquanto strano.
Ad un tratto sentì una porta chiudersi, e prontamente si abbassò dalla visuale dei poliziotti che immaginava finalmente rientrare in macchina, ed andarsene.
E così proseguì. La coppia di poliziotti rientrò nella loro vettura, farfugliando qualcosa prima di accendere il motore e sparire dal luogo.
Winter tirò un sospiro di sollievo, alzandosi lentamente.
Ora doveva rientrare in casa, ed era la parte della situazione che più la spaventava.
Fece il giro della casa, raggiungendo il portone principale. E mentre l'ansia la assaliva, sentiva uno anche strato di menefreghismo tentare di farsi spazio.
Sembrava essere una reazione di auto-difesa per la sua incolumità mentale. Così pensò bene di lasciar salire a galla un po di menefreghismo verso quella confusionale situazione, e bussò.Prese un grande respiro, mentre sentiva dei passi impetuosi avvicinarsi alla porta.
Non era preparata ad alcuna reazione. Non era preparata per nessuna spiegazione. Ma soprattutto, non era preparata alla situazione che si presentò non appena la porta venne divaricata.
Rimase un attimo imbambolata, prima di alzare la visuale all'uomo dinanzi ad essa.
Sembrò rimanere totalmente spiazzata, guardandolo come avesse appena visto un fantasma. Staccò le labbra, sgranando gli occhi.
Lui, inizialmente irritato, sembrò lasciarsi alle spalle il suo stato d'animo, non appena incrociò gli occhi della ragazza. Non era la persona che si aspettava. Per questo, i suoi occhi gioivano di felicità repressa.
"Winter" mormorò poi, non riuscendo a trattenere un tono sorpreso.
"Papà" sospirò seria lei, aggrottando la fronte.
***
"Oh mio Dio, Winter. Non ti azzardare mai più!" le urló tra i singhiozzi la madre, in lacrime.
Poi le corse incontro, soffocandola con un caloroso abbraccio, che la ragazza non parve ricambiare, inizialmente.
Infatti, era ipnotizzata dalla presenza del padre. Lo guardava quasi con rabbia, mentre ricambiava il gesto della madre. Non amava essere abbracciata, soprattuto in situazioni anonime come quelle."Cosa ci fa lui qui?" chiese d'un tratto la ragazza, staccandosi dalla madre, non distogliendo però lo sguardo dall'uomo.
"Sono qui, Winter. Ti sento" rispose allora lui di rimando, incrociando le braccia.

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Etaine
FantasiWinter è una ragazzina sveglia ed intelligente, dotata di un carattere tanto curioso quanto insicuro e ansioso. Un giorno, avara di notizie riguardanti il suo passato incerto, deciderà di intraprendere una strada statole negata fin dall'infanzia. S...