3. Il patto;

211 15 0
                                    


3.

"In che senso?" chiese la ragazza, portando una mano al braccio fasciato.

Naoise sospirò, osservando la fasciatura al braccio di Winter, poi abbassò lo sguardo, alzandosi.

"Il mondo in cui vivi non ti appartiene, Winter. Non ti senti a casa, non riesci a farti degli amici, a socializzare... a crearti una famiglia" si fermò, vedendo gli occhi della ragazza arrossire.

"Cosa stai dicendo?" chiese lei, a denti stretti.

Alla ragazza bruciavano gli occhi, che brillavano di un lucido intenso.

Naoise si avvicinò alla ragazza, ma vedendo che questa indietreggiava ai suoi passi, tornò in marcia indietro.

"Sei scontrosa, il più delle volte aggressiva, come un animale fuori dal suo habitat di appartenenza" le disse, stando in silenzio per alcuni secondi.
Vedendo che non apriva bocca, continuò. "E sei sempre stata attirata inconsciamente qui, Winter."

"No... non è vero. È stato il mio cavallo... lui... lui era spaventato e-"

"Ha fatto ciò che tu nel profondo volevi."

"No" si affrettò a negare lei, portando una mano alla fronte.

"Si" controbatté con tono calmo e melodico il ragazzo.

"No, senti... Avete sbagliato persona" disse lei, affrettandosi ad asciugare una lacrima che le aveva solcato solo metà viso.

Perchè mi viene da piangere?

"No, ed il marchio che ti sei ritrovata sul braccio varcando il limbo ne è l' inconfutabile prova."

"Limbo?" ripeté interrogativa, strizzando gli occhi e scrollando la testa.

Basta. Smettila! Oh, Dio, la mia povera testa!

"Si. Il nulla che si trova nella via di mezzo tra il mondo in cui vivevi e il mondo in cui ti trovi ora. Il marchio che hai impresso sulla tua pelle segna il tuo... destino", e pronunciò quest'ultima parola con un velo di sollievo, indicandole il braccio fasciato.

"No, è... è impossibile, dannazione!" pensò ad alta voce, scuotendo la testa, incredula.

"No, è reale" la corresse lui.

"Sai cosa, allora? Non mi interessa" disse allora lei esasperata, avviandosi verso l'unica porta che vedeva.

"Come faccio a tornare a casa?" li si rivolse poi, freddamente, dandoli sempre le spalle.

Naoise sospirò e fece per raggiungerla quando la ragazza si girò di scatto verso lui.

"Non ti avvicinare" li ordinò puntandoli un dito contro, cercando di mantenersi calma.

Il ragazzo si fermò, portando una mano al rispettivo fianco, mentre la osservava.

Winter prese un gran respiro prima di parlare. "Senti, non so perchè e soprattuto come io sia arrivata qui. Quindi, facendo finta che tutto ciò sia, per qualche insolita spiegazione, reale... dato che tu mi sembri molto più ragionevole rispetto agli altri individui che precedentemente volevano..." si interruppe, deglutendo. "...ammazzarmi... potresti, gentilmente, spiegarmi come tornare indietro?"

Se sono entrata, posso anche uscire.

"Non puoi sfuggire per sempre dal tuo destino, Winter" commentò lui calmamente, dopo una lieve riflessione.

"Come faccio a tornare indietro?" scandì ogni parola, non riuscendo a coprire un po di irritazione ed ansia.

"È pericoloso."

EtaineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora