0.Ogni città, molte volte, possiede un proprio segreto.
Qualcosa che non sospetti, che non ti aspetti, o a cui semplicemente noi fai caso, che ignori, per qualche insolito motivo.
Nella piccola città di Madleft, quel qualcosa era un piccolo bosco, il cui ingresso era proibito e per qualche insaputo motivo, nessuno sembrava essere incuriosito dal perchè, o interessato a scoprire cosa quel buio e tenebroso bosco nascondesse, tranne Winter.Ogni giorno, puntualmente, al ritorno da scuola, la ragazza percorreva lo stesso sentiero, osservando quel triste bosco che le teneva compagnia.
E se tutti sembravano pienamente disinteressati, come dovessero compiere un dovere a non farsi domande o, a dirittura, non guardarlo nemmeno, per lei era esattamente l'opposto. Doveva e deve tutt'ora lottare alla tentazione di entrarci, di esplorarlo, come se forze invisibili tentassero ogni volta di spingerla dentro.Fin da piccola le capitava di star minuti interi a fissarlo, di alzarsi in piena notte con l'incessabile pensiero di incamminarvisi, senza un motivo valido. Ma da quando compì i suoi 17 anni, la tentazione aumentò notevolmente, insieme alle domande, che sembrarono risvegliarsi da un sonno invisibile.
Perchè nessuno è mai entrato? Perchè nessuno non ha mai solo tentato?
Perchè nessuno chiede spiegazioni alle autorità? È forse sbagliato?Si sistemò lo zaino alla spalla, mentre abbassò lo sguardo all'asfalto umido, sospirando, continuando il suo cammino.
I suoi pensieri furono interrotti dalla suoneria del suo cellulare, che fece irruzione tra il silenzio sovrano.
"Pronto" rispose poco dopo, con calma.
"Winter, è tardi, il pranzo è pronto. Dove sei?" chiese sua madre, affievolendo la voce.
"Sono giunta vicino al bosco, sto arrivando" rispose lei, continuando a fissare l'oscurità che avvolgeva i numerosi alberi del bosco. Splenditi e maestosi pini.
La donna rimase in silenzio alcuni secondi, facendo illudere alla figlia di aver riattaccato immotivatamente; ma alla fine si decise a rispondere. "Ti raccomando, non entrare e vieni subito" parlò velocemente.
"Si" esitò un attimo prima di rispondere, con tono inspiegabilmente tagliente. "Arrivo."
***
"Andrai a cavalcare oggi?" chiese d'un tratto la madre di Winter, interrompendo il silenzio.
La donna teneva il viso abbassando, e i suoi lineamenti erano dolci -oserei dire, quasi intimiditi-.
La ragazza si limitò ad annuire, mettendo in bocca l'ultima forchettata di pasta. Non voleva allungare il discorso.
"Tirerai anche con l'arco?" continuò a chiedere, curiosamente. Questa volta alzando lo sguardo e ammiccando un sorriso forzato.
"No, oggi no."
"Dove andrete con Sharon?" chiese quasi ansiosamente, osservando il piatto vuoto della figlia.
Winter la guardò con riguardo, non spiegandosi il suo tono e il motivo di tutte quelle domande a raffica.
"Al fiume" si limitò a risponderle, non riuscendo a non corrugare la fronte.
La osservò mutare espressione. Parve risvegliarsi da un sonno invisibile."Al fiume? Non mi va che tu stia vicino al bosco, Winter" disse scattante, cercando di rimanere imparziale allo stesso tempo.
La ragazza sbuffò, iniziando a giocherellare con la forchetta.
"È un posto pericoloso Win-"
"Oh, smettila, Alex!" quasi le sputò, interrompendola, lasciando cadere la forchetta sul piatto ormai vuoto, per poi lanciarle uno sguardo scocciato ed irritato.
In seguito, accorgendosi di essersi avvicinata bruscamente alla faccia della madre adottiva, prese un gran respiro e si ricompose, consapevole di aver notevolmente esagerato.
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Etaine
FantasyWinter è una ragazzina sveglia ed intelligente, dotata di un carattere tanto curioso quanto insicuro e ansioso. Un giorno, avara di notizie riguardanti il suo passato incerto, deciderà di intraprendere una strada statole negata fin dall'infanzia. S...