5"Stai temendo la persona sbagliata" interruppe il silenzio Naoise.
Winter lo guardò. Era evidente che tentare di cambiare discorso con lui fosse inutile ed inconcludente.
"Smettila" sibilò per stizzirlo, non sapendo cos'altro dire.
"No, smettila tu, piuttosto."
Lei corrugò la fronte.
"Io non sto dicendo niente" mormorò, guardandolo con aria confusa."Appunto. Parlami, dannazione! Smettila di nasconderti!" le alzò la voce, sbarrandole la strada, fermandosi tra la fitta vegetazione.
La ragazza lo guardò con aria frustata.
"Credi che continuare a non parlare con nessuno ti porterà a qualcosa?" le domandò, con lo stesso tono.
"No" rispose semplicemente, quasi canticchiando. Poi tirò la redine sinistra dell'andaluso, sorpassando il giovane cavallo nero che montava Naoise.
"No?!" ripeté furioso lui, non riuscendo o non volendo più darsi un contegno. "Come puoi essere così immatura e testarda?!"
Le sbarrò la strada, nuovamente.
Oh, ma basta!
"Io non sono immatura, ne testarda! Sono solo stanca! Mi sono ritrovata in un'altro mondo. In un altro mondo!" ripeté a se stessa, non riuscendo a trattenere una piccola risata ironica. "Circondata da... da... cosa siete? Stregoni? Magari fate? Ormai potrei aspettarmi di tutto. Pretendete che accetti tutto ciò... Come se fosse tutto normale! Pretendete che diventi la vostra... cosa?" sbottò, riducendo gli occhi a due fessure.
"Winter-"
"La vostra impavida arciera? O cos'altro? È abbastanza strano che non sia impazzita, caduta in paranoia. Pretendi anche di farmi la morale, ora?" continuò, stroncandolo.
Si rese conto solo allora che le bruciavano gli occhi. Ma non si sarebbe messa a piangere, non di nuovo. Si schiarì la voce, chiudendo gli occhi per cacciare via le lacrime; una volta riaperti, distolse lo sguardo dal volto impallidito di Naoise.
Non posso perdere le staffe, devo restare lucida.
"Winter..."
"Stai zitto" disse scandendo accuratamente le due parole, fulminandolo con lo sguardo. Poi chiuse gli occhi, cercando di evocare tutta la calma e la pazienza presente nel suo corpo. "Portami nel tuo maledettissimo villaggio... per favore", e pronunciò quest'ultime due parole quasi con tono supplicante.Tornerò a casa, domani.
Il ragazzo la guardò attentamente, cercando di studiare una risposta. Ma sapeva che ogni sua parola l'avrebbe solo confusa di più, e non era ciò che voleva.
Si sentiva uno stupido, sottomesso da quella testarda e quasi arrogante ragazzina.
"In ogni caso, noi due saremo costretti tenere un discorso, presto o tardi."
***
Il silenzio sovrano fu interrotto dalla parlantina del popolo che si stanziava a pochi chilometri dai due.
Bambini, adulti, cavalli, zoccoli, abbai improvvisi, maniscalchi che lavoravano il ferro; diversi rumori invasero le orecchie dei due giovani.
"D'ora in poi, stai vicino a me" le ordinò, avvicinandosi al fianco del cavallo.
"Perché? È il tuo popolo, no?", avvicinò le sopracciglia.
"Ciò non toglie che possano esserci dei nemici tra i diversi cittadini" la informò, scrutando la folla, che non si era ancora accorta dell'arrivo del Principe.
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Etaine
FantasíaWinter è una ragazzina sveglia ed intelligente, dotata di un carattere tanto curioso quanto insicuro e ansioso. Un giorno, avara di notizie riguardanti il suo passato incerto, deciderà di intraprendere una strada statole negata fin dall'infanzia. S...