Qualcosa di morto da ormai tempo

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"Uno, due, tre"
Uno, due e tre erano le uniche parole che continuavano a viaggiare nella testa di Niccolò in quella determinata situazione, così come anche molti anni prima.
Picchiettava contemporaneamente ai numeri le dita sul lato della gamba, il tutto senza dare nell'occhio ovviamente.
Non era nulla di che, ma ogni qual volta che doveva presentarsi davanti alla donna da cui più era odiato, gli saliva una strana ansia, placabile un minimo contando nella testa per distrarsi.
Eppure ancora non riusciva a capire di cosa aveva precisamente paura..
La madre di Chiara era una donna alta sul metro e sessanta, capelli biondi corti che si poggiavano sulle spalle e che da qualche anno avevano iniziato a mischiarsi con quelli bianchi, occhi così chiari da sembrare ghiacciati, e soprattutto, forse la parte peggiore, sguardo freddo e tagliente per chiunque non fosse nelle sue grazie, nonché il 99% del genere umano.
In un certo senso i primi anni si sentiva protetto da una bolla, il fatto che lei lo odiasse senza motivo era una sottospecie di protezione, ma da lì in poi avrebbe sempre avuto un motivo per disprezzarlo con tutta sé stessa, e forse aveva anche un po' ragione.
Niccolò trattenne il respiro quando una delle due porte grandi principali si aprì, e tornò a respirare in modo regolare quando vide il padre di Chiara dinnanzi a lei.

«oh eccovi finalmente, vi abbiamo aspettato per il dolce, e anche per aprire i regali» disse l'uomo accennando un sorriso, e Gioia, la quale teneva saldamente una mano a Niccolò e una a Chiara, esultò a gran voce per le parole dette da suo nonno, golosona com'era.

Lui le scombinò i capelli e si accontentò di un bacetto sulla guancia, negli anni le abitudini non erano cambiate poi molto.
Gioia odiava essere affettuosa con persone al di fuori dei suoi genitori, era sempre molto silenziosa infatti, ma a suo nonno voleva un gran bene e quindi metteva un po' da parte il suo caratterino.
Quella mattina, la mattina di Natale, Gioia e i suoi genitori la passarono completamente a letto.
Niccolò e Chiara si erano addormentati tardi per via di quel ricordo passato che avevano messo in mezzo; da lì non parlarono molto, la bionda poggiò la testa sul suo petto, lui con un braccio le circondò le spalle e si addormentarono nel giro di una mezz'oretta.
Quella mattina lui rimase stranamente silenzioso, dopotutto non avevano ancora risolto la questione di Giovanni, ma appena Gioia saltò nel letto intenzionata ad aprire tutti i sui regali di Natale, passarono lì buona parte della mezza giornata.
Poi, una volta preparati, si misero in macchina e raggiunsero la casa dei genitori di Chiara.

«ciao Gioia, non si saluta la nonna?» disse la donna appena il suo sguardo notò la bambina entrare dalla porta.

La piccola annuì un po' scocciata e si avvicinò, per poi poggiare le labbra sulla sua guancia senza neanche lo schiocco di un bacio.
Era più fredda con lei, non che la vedesse poco, ma la madre di Chiara era sempre distaccata, a stento ricordava di averla vista sorridere in vita sua, e ogni volta che si sentiva guardata sembrava che la sua nonna la vedesse come un di più.
Non era un lato positivo che una bimba di sei anni appena pensasse queste cose, eppure erano semplicemente le sue sensazioni.
Si alzò nuovamente e puntò lo sguardo davanti a lei, per poi portarlo su Niccolò.
Il moro sapeva che non doveva avere chissà quale senso di soggezione, eppure si bloccò davanti alla tavola trascinandosi anche Chiara, dato che lei aveva un braccio incrociato al suo.
La donna lo guardava fisso senza pronunciare una parola, con le labbra serrate e uno sguardo così colmo d'odio che avrebbe ridotto ad un insetto anche il più potente degli animali.
Per Niccolò fu un impresa abbassare lo sguardo e stringere la mascella per non dire nulla, ma lo fece, sperava che se lui non avesse parlato magari neanche lei avrebbe iniziato a dirgliene chissà quante.

«uh papà quelli sono i miei regali, posso aprirli?» disse Gioia interrompendoli e afferrando una mano a suo padre.

Lui annuì brevemente, e così si lasciò trascinare da sua figlia vicino al grande albero di Natale anche insieme al padre di Chiara.
Quest'ultima si avvicinò a sua madre, lei a differenza di molti aveva imparato a gestirla con gli anni, o almeno i suoi commenti se li faceva scivolare addosso come nulla.

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