Lì dentro c'è qualcosa di mio e tuo

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Erano passati anni ormai da quando Niccolò e Chiara stavano insieme, e infondo era vero, lei era del tutto cambiata.
Un paio di mesi e avrebbe compiuto diciannove anni, avrebbe affrontato l'esame di stato e niente andava male, quel ragazzo di cui si era innamorata non le aveva in nessun modo rovinato la vita come volevano farle credere.
Era più sveglia, non era più quella bambina ingenua che conobbe in un bar a quindici anni, forse perché sapeva che dietro di lei aveva un altro paio di spalle più grandi.
Lei era diventata tutto ciò che era importante nella vita di Niccolò, nulla aveva la sua importanza, neanche lontanamente.
Aveva solo lei nella sua vita, era lei la sua famiglia, e mai le avrebbe fatto del male o avrebbe permesso che chiunque facesse altrettanto.

«pronto? Papà?» disse Chiara con la voce scossa dai singhiozzi e le mani che le tremavano.

«Chiara? Che succede? Va tutto bene?» si allarmò suo padre spostando alcune carte dalla scrivania e avvicinandosi di più al cellulare.

«non..non lo so è che.. non so chi chiamare e dirlo a mamma sarebbe la scelta peggiore se voglio arrivare intera casa»

«Chiara dove sei? Ti passo a prendere se vuoi»

«sono nel bagno di un bar ma non è questo il punto, non c'è bisogno che vieni qui»

«e allora cosa posso fare? Te lo chiedo ancora, è successo qualcosa di importante?»

Chiara si passò una mano sulla fronte e si morse il labbro inferiore, doveva dirlo se voleva almeno un consiglio sul da farsi.

«papà sono incinta.. di Niccolò» ammise lei guardando i due test sul lavandino appena fatti.

Suo padre per i primi secondi rimase con la bocca mezza aperta e a corto di parole, poi fece un mezzo sorriso e si decise a parlare.

«da quando?»

«quasi due mesi.. non ho avuto il coraggio di fare il test fino ad oggi, ma vedo che sono un po' ingrassata rispetto a prima e quindi..»

«tu ti senti pronta ad avere questo bambino?»

«papà io ho paura di dirlo a mamma, ho paura di come possa prenderla Niccolò e.. Dio ho diciotto anni!
Va a finire che mamma inizierà a farsi paranoie, dicendo che abbandono gli studi e ovviamente darà la colpa a Niccolò..»

«se vuoi ne parlo io con la mamma, però Chiara, non fare scelte sbagliate.
So perfettamente che sei molto giovane, ma è il tuo bambino, il vostro bambino, se ti servisse una mano anche per gli studi sai che puoi chiamarmi, faccio l'avvocato ma ciò non toglie che possa sempre darti una mano.
Ad ogni modo, non sono io la persona più urgente a doverlo sapere, sai di chi sto parlando.»

«si lo so.. grazie pà in ogni caso, per tutto»

Chiara uscì dal bar e si decise a tornare a casa, quel mezzo chilometro dalla scuola a casa del suo ragazzo sembrò passare troppo in fretta, perché una volta che si ritrovò in casa, aveva anche paura di fare un passo in avanti.
Niccolò non era solo, in quel momento stava parlando con un amico vicino all'entrata, o forse discutendo.
Lo trovò che stava affrontando una conversazione, ma il moro lasciò perdere il suo amico e si avvicinò alla sua ragazza appena la vide, per poi lasciarle un bacio sulle labbra e uno sulla fronte.

«dammi due minuti e ci sono»

Chiara annuì e aspettò in camera da letto con l'ansia a mille, ma le finì direttamente il cuore in gola appena Niccolò tornò da lei.

«scusa, ha avuto dei problemi con un altro ragazzo del gruppo, ma mi sono tirato fuori almeno stavolta.
Tu perché hai fatto più tardi a scuola?» parlò lui sedendosi di fianco alla bionda e lasciandole un bacio sulla guancia.

«no è che.. nulla, dovevo fare una cosa»

«e non vuoi dirmi cosa?»

«io.. non so se riesco»

La ragazza cercò di buttare indietro le lacrime, ma con scarsi risultati.
Niccolò notò da subito le sue guance bagnate e non perse un secondo per prenderle il viso tra le mani e spostarle, ma vennero sostituite subito da altre.

«Chiara che è successo? Qualcuno ti ha fatto male? Sai che puoi dirmi tutto..

«no, niente del genere»

«e allora perché non vuoi dirmelo? Lo sai che puoi dirmi qualsiasi cosa, anche se hai sbagliato non fa niente.
Tu fai sempre tanto per me, non dai di matto quando dovresti, mi stai vicino in qualsiasi momento e da quando sei arrivata non hai fatto nient altro se non migliorare la mia vita, pensi davvero che per qualsiasi motivazione possa lasciarti?»

Chiara cercò di smettere di tremare e annuì, poi gli prese una mano.
Alzò la maglia fin sotto il seno e fece poggiare piano la mano di lui sulla sua pancia, sperava che capisse cosa intendeva.
Niccolò la guardò prima in viso, poi abbassò lo sguardo e capì cosa lei intendeva.
C'era un piccolissimo rigonfiamento visibile solo senza maglia, ma conoscendo il suo corpo più delle sue tasche non fu difficile notarlo.

«Chiara.. stai cercando di dirmi quello che penso?»

«dipende da quello che stai pensando..»

«sei incinta?»

Lei portò le mani sul viso e abbassò la testa, aveva così paura della sua reazione che non riusciva neanche a guardarlo in faccia.

«Chiara, guardami»

«non ci riesco..»

«perché no?»

«ho paura che te la sia presa..»

Niccolò la prese di peso e la fece sedere sulle sue gambe a cavalcioni, per poi baciarla.

«ti sembro uno incazzato?» disse lui con un sorriso impacciato in volto appena si staccò.

«non..non sei arrabbiato con me?»

«fino a prova contraria non l'hai concepito insieme allo spirito santo, in ogni caso non sarebbe una tua colpa, e non potrei mai incazzarmi per una cosa del genere.. anzi»

«avevo così paura che te ne andassi.. so che non lo faresti mai, ma un bambino è una cosa seria e..»

«in tutti questi anni non hai mai perso il vizio di parlare tanto e soprattutto a raffica, vero?» ridacchiò lui mentre le spostava una ciocca di capelli dal viso.

«andiamo nì.. facevo sul serio»

«anch'io faccio sul serio, è sempre serio qualsiasi argomento che riguardi me e te.
Ascolta Chiara, non me l'aspettavo, non pensavo che una volta tornata da scuola mi avresti fatto poggiare una mano sulla tua pancia dicendomi che lì dentro c'è qualcosa di mio e tuo, era forse l'ultimo pensiero che avevo per la testa.
Ma di tutto questo non m'interessa minimamente, non lascerei né te né questo bambino per nulla al mondo, non riuscirei a vivere con un rimorso del genere»

«nic questo sicuramente mi fa stare più calma, ma io.. io ho sempre diciotto anni, manca un mese alla fine del liceo, poi volevo iniziare l'università e mia mamma..»

«nulla di tutto questo è un problema, non se mi permetterai di aiutarti.
Finisci la scuola, diplomati e poi ti prometto che farò tutto il possibile per facilitarti le cose, a me interessa solo che tu stia bene ora che non sei sola»

«io.. va bene, ma posso farti una sola domanda?»

«si, dimmi quello che vuoi»

«tu vuoi davvero questo bambino da me? Vuoi davvero fare questo passo così grande?»

To be continued..

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