Abbi solo un po' di fede

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To be continued..

«che ti succede piccola?» sussurrò ad un palmo dal suo viso mentre spostava una lacrima dal viso della ragazza.

Lei afferrò la sua mano e si poggiò con la guancia sopra, cercando di prendere più aria possibile per non ricadere ancora nelle sue crisi d'ansia.

«hai paura di qualcosa?» le chiese ancora mentre si alzò in piedi e la prese abilmente tra le braccia.

Si diresse nella camera da letto e la poggiò piano su quest'ultimo, ormai aveva imparato a conoscerla e sapeva che c'era anche più di qualcosa che non andava.

«no io.. no, non con te» disse lei scuotendo la testa e abbracciandolo.

Continuava a dire che andava tutto bene da giorni, erano palesemente bugie, ma quella volta disse la verità.
Si fidava molto di lui, e sapeva che nessuno le avrebbe fatto del male finché gli sarebbe rimasta vicino, o almeno aveva una speranza così forte che la portava alla fiducia.
Sua madre continuava a dirle che Niccolò aveva brutte amicizie, che le avrebbero fatto male anche fisicamente, ma in realtà conosceva poco del suo ragazzo.
Niccolò aveva imparato a gestirsi fin da subito, aveva conoscenze e amicizie era un parolone, ed anche se non tutte erano raccomandabilissime, lui aveva sempre tenuto la testa sulle spalle e la sua vita privata per sé.

«non vuoi stare qui? Vuoi tornare da tua mamma o..»

«nic io sto impazzendo! Lei.. lei mi ha cacciata di casa e mi ha detto che non mi avrebbe mai dato pace finché non ti avrei lasciato, lei lo sa che dicendomi una frase del genere io non dormo la notte, lo sa che mi si alza la pressione e..e vedo sfocato e poi..»

«ehi calma, non urlare, va tutto bene, calmati..» la bloccò lui prendendole il viso tra le mani.

«conta.. uno»

«due..» ripetè lei con il labbro inferiore tremolante.

«tre, quattro, cinque..»

Il respiro di Chiara tornò a regolarizzarsi pian piano, quel metodo lo utilizzava suo padre quando era solo una bambina, non capiva come Niccolò lo conoscesse.

«mio..mio papà mi aiutava così da piccola quando avevo gli attacchi d'ansia» disse lei chiudendo piano gli occhi.

«lo so»

«che? Come lo sai?»

«sai, tuo padre è davvero una brava persona.
Lui ovviamente, dato che voleva solo accertarsi che sua figlia stesse bene, ci siamo visti un po' di giorni fa.
Tranquilla, abbiamo solo preso un caffè, e poi mi ha raccontato un po' di una certa bambina..
Una bimba a cui piaceva da matti il colore verde acqua, tanto da farsi dipingere la stanza, i mobili..
Una bimba che però a tavola non poteva sporcarsi con la salsa per sbaglio che veniva richiamata, una bimba che non lo è mai stata davvero..»

Niccolò poggiò una mano sulla parte superiore sinistra del petto di lei, dove si trovava all'incirca il cuore.

«ti ha parlato di..»

«attacchi d'ansia, aumenta il battito cardiaco, la pressione alle stelle, ti manca l'aria.. lo so..»

«Nicco io non voglio essere un problema, davvero io..»

«no chià, io non voglio essere un problema.
Ascoltami, l tuo problema non è né nella vista che inizia ad offuscarsi, né nel tuo cuore e né nella tua respirazione, il problema è qui» disse indicandole la testa.

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