Ti ha trasformato in un mostro!

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Quanti giorni erano passati da quella notte nel locale?
Chiara credeva che la sua vita sarebbe cambiata, e in effetti cambiò, ma non come credeva lei.
Pensava che da lì in poi ci sarebbe stata solo una sgridata da parte di sua madre, e non che avrebbe fatto un passo più grande di lei.
Niccolò aveva iniziato ad incuriosirla, forse fin troppo.
Si vedevano spesso, lei usciva da scuola e saltava il pranzo per vederlo, ma non le dispiaceva stare con lui e mangiare più tardi, sarebbe anzi rimasta digiuna pur di non restargli distante.
Sua madre aveva iniziato a notare degli strani comportamenti, ma Chiara non disse ugualmente nulla.
Lei, una ragazzina che aveva appena iniziato la seconda superiore era maledettamente attratta da un ventenne che, nonostante di aspetto non fosse rassicurante con i tatuaggi e il resto, la trattava meglio di chiunque altro avesse mai conosciuto.
La faceva sentire viva come non lo era mai stata, e quello era un buon pretesto per fare più di uno strappo alla regola.
Si accorse di essere completamente persa di lui quando, una notte in un parco completamente vuoto, si avvicinò al suo viso forse un po' troppo.
Voleva baciarlo, eppure era troppo poco coraggiosa per fare un passo del genere.
Sua madre le aveva già progettato una vita intera, sapeva che appena compiuta la maturità si sarebbe presentata a casa con un ragazzo di tutto punto in cravatta da sposare, ma lei non voleva.
Nonostante avesse una paura matta di fiondarsi su quelle labbra, Niccolò capì quanto fosse in ansia per il suo primo bacio, per un ricordo che avrebbe portato con se per sempre.

«se stai aspettando che ti baci io, devi sapere che lo farò ad una condizione»

«che..che condizione?»

«ogni tanto fare ciò che è vietato ci fa sentire grandi, possenti, capaci di sfilare il cielo con un dito.
Io non voglio essere per te un via libera per sentirti senza sbarre»

«tu non sei il mio via libera, Niccolò, tu sei quello a cui punto ormai da un po' di tempo, il via libera è stata la fiducia che ti sei guadagnato..
Ma io non ti considero un pretesto, non lo sei mai stato»

Dopo quelle parole la bionda si lasciò andare al bacio che si era appena creato tra loro due, ancora non riusciva a crederci.
Niccolò le prese le mani ancora tremolanti e le incrociò alle sue, poi premette con la lingua sulle sue labbra per rendere quel semplice bacio a stampo qualcosa di più.
Certo, lei non sapeva cosa e come fare, ma provò a seguire il suo istinto, sapeva per certo che Niccolò non aveva pregiudizi su di lei e non le avrebbe rinfacciato nulla.
Da quel giorno in poi, nulla fu più lo stesso.
Lei non intendeva tirarsi indietro, voleva affrontare sua madre e dirle chiaro e tondo che se davvero le avesse voluto bene, le avrebbe lasciato fare le sue scelte.
Non tutto andò come previsto, la madre di Chiara non sopportava il suo nuovo ragazzo, guardava quei tatuaggi sbucare dalle maniche e le si rivoltava lo stomaco, per non parlare di quando le dissero della differenza di età.
Lei e sua figlia iniziarono a litigare sempre di più, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto..
Non riuscivano più a guardarsi in faccia, ma a Chiara non importò neanche di un minimo.
D'altro canto suo padre approvava quella relazione, era l'unico uomo che voleva davvero bene a sua figlia, e se lei in quel modo era felice, andava bene anche a lui.

«basta cristo santo mamma! Puoi provare una benedetta volta a capire ciò che desidero io e non solo ciò che vuoi tu!?»

«guarda Chiara, guardati!
Ti ha trasformato in un mostro! io non ti ho cresciuta così!»

«ah si, e come mi avresti cresciuta!?
Come un marionetta! Con la vita già scritta, con decisione già prese.. hai anche per caso comprato un abito da matrimonio? Perché se sì ti conviene buttarlo!
Non sto facendo nulla di male, non l'ho messo al centro della mia vita e ho solo trovato qualcuno che tiene a me, perché non vuoi!?»

«ah si signorina, è così? Allora dato che qui sei tanto scontenta, dato che odi stare qui e con lui ti senti magicamente rinata, vacci!
Io starò qui ad aspettare il momento in cui ti spezzerà il cuore, attenderò quel momento con l'ansia nelle vene e giuro che non ti darò pace finché questa storia non sarà finita!»

La madre di Chiara prese due valigie dall'armadio e le buttò sul letto di sua figlia, per poi sbattersi la porta dietro.
Le aveva chiaramente detto di andarsene, come poteva una mamma fare una cosa del genere pur di non accettare la felicità di sua figlia?
Chiara prese con le mani tremolanti e le lacrime sul viso il cellulare, per poi comporre il numero del l'unica persona che era in grado di calmarla ultimamente.

«ni..nic..» disse con la voce scossa dai singhiozzi.

«ehi ehi che succede? Perché stai piangendo amore? Tutto okay?»

«n..no, non va tutto okay..»

«dimmi che succede allora, hai bisogno che venga lì?»

«no, no vengo io da te.. solo.. posso starci per un po'?»

Niccolò non se lo fece ripetere due volte, non gli causava nessun problema passare più tempo con lei, il fatto è che non andava tutto bene, e lui lo sapeva.
Passò un mese, un intero mese dove Chiara non sentiva sua madre, né la vedeva, ma continuava a fare incubi.
Si svegliava nel bel mezzo della notte piangendo e urlando il nome di sua madre per lo spavento, a scuola tremava di continuo e non riusciva a mangiare neanche regolarmente.
Aveva sempre sofferto di ansia a livelli agonistici, e sua madre lo sapeva bene.
Sapeva che sua figlia sarebbe tornata a casa non sopportando la troppa pressione, l'aveva mandata via per quello.
Non era normale però che sua madre la allontanasse da così piccola solo perché aveva incominciato la sua prima relazione, Chiara aveva pur sempre quindici anni, non le si poteva negare per fino il saluto per i primi sentimenti che qualsiasi ragazzina alla sua età inizia a provare.

«Chiara, dobbiamo parlarne»

Niccolò era appena tornato a casa dopo aver svolto un servizio per conto di alcuni suoi amici, aveva trovato la sua ragazza immobile sul divano a fissare il vuoto, con una tazza di tisana tra le mani e le gambe strette al petto.

«non mi saluti e già vuoi parlare di altro?» sussurrò la ragazza voltando lo sguardo altrove.

Il moro sospirò e la raggiunse sul divano, per poi abbassarsi alla sua altezza.
Iniziò a baciarle tutto il viso, le accarezzava le guance, le mani, i fianchi, qualsiasi cosa pur di farla star meglio.

«che ti succede piccola?» sussurrò ad un palmo dal suo viso mentre spostava una lacrima dal viso della ragazza.

To be continued..

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