10 Ossigeno

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Mike

Non era stato in teatro. Aveva gironzolato per il centro senza far nulla.
Non aveva avuto voglia di chiudersi in quella stanza claustrofobica a provare e riprovare un copione che oramai conosceva a memoria.
Il Cyrano di Bergerac.
Aveva imparato subito la sua parte e altrettanto subito gli era riuscita bene la finta cadenza francese.

Era l'invidia dei suoi compagni di corso, lo capiva dai loro sguardi fissi su di lui ogni volta che calcava il palco.
Era anche l'orgoglio della signora Thomson, la sua insegnante, in verità l'unica che si complimentava con lui.

"Sei un attore nato."
Glielo diceva un giorno sì e l'altro pure, lui sorrideva e alzava le spalle.
Non era per egocentrismo, semplicemente era da quando aveva cominciato ad andare a scuola che gli insegnanti gli ripetevano così, in un certo senso era oramai abituato a quei complimenti.

Sicuramente credeva fossero parole veritiere, era figlio di artisti dopotutto.
Suo padre era un comico affermato e ai suoi tempi anche suo nonno lo era stato, lui doveva semplicemente seguire quella scia.

Era già tutto scritto, era quello che si aspettavano tutti e cosa più importante era pure una strada spianata e priva di ostacoli.
Semplice, lineare, naturale, non doveva sforzarsi in alcun modo per percorrerla, non come quando impugnava la matita e creava i chiaroscuri.
Lì, si sforzava davvero.

Si avviò verso il college stando bene attento a non passare per l'ala centrale, c'era sempre il gruppo di amici di Finley che gli lanciava occhiate derisorie e battute poco simpatiche.

Entrò nel teatro ormai vuoto e si sedette a terra, dietro il sipario calato, vicino agli attrezzi per le scenografie.
Era proprio quello il momento che prediligeva, sapeva che a quell'ora non sarebbe più venuto nessuno.

Inspirò a fondo rilassandosi completamente e poi, senza alcuna fretta, estrasse dalla tasca della sua giacca a scacchi blu e rossa tutto l'armamentario per prepararsi uno spinello.

Non era assolutamente la prima volta perciò non fu difficile svolgere quelle azioni pratiche.
Le sue mani si muovevano leste, persino la sinistra pareva essere d'aiuto, le dita seppur inermi, aiutavano a far comunque più pressione.

Se suo padre avesse saputo sarebbe andato su tutte le furie.
"Che novità, Cooper" disse ad alta voce, aspirando la prima boccata.

L'aria stantia del suo cantuccio segreto si impregnò subito di quell'odore acre, pungente e incredibilmente riconoscibile, il tipico odore dell'erba.

Guardò la densa spirale di fumo sopra di sé e lì dentro, tra i meandri di quella bianca nuvola allucinogena, immaginò il volto pieno di rimprovero di suo padre.
Come una magia, o peggio, come un incubo.

In realtà, quel cialtrone durante la sua carriera, aveva fatto un uso smoderato di tonnellate di droghe, sapeva persino che la coca era la sua preferita.

Mike l'aveva scoperto a sei anni, quando dalla porta socchiusa di un camerino vide per la prima volta suo padre farsi come se non ci fosse un domani.
In un attimo fece fuori una pista di polvere bianca dalla lunghezza a dir poco spropositata.

All'epoca non era riuscito a comprendere il significato di quello che malauguratamente aveva visto, ma ne era rimasto ugualmente scioccato.
Fu solo con il tempo che capì, ma ormai preadolescente, non fu più sicuro che gli importasse davvero.

L'usignolo sul fiore di lotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora