23 Tutto può accadere

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Nora

Santoro l'aveva rimproverata. Non era stato aspro e maleducato, ma molto severo sì.
Le aveva spiegato che la sua immagine classica doveva rimanere tale apostrofando la sua composizione come un'idea bislacca, persino volgare.
Anche Wendy aveva ricevuto la sua dose di rimprovero.

Quella sera le aveva invitate ad andarsene asserendo che avrebbe contattato gli operai di riserva, quello voleva dire che aveva appena perso quaranta preziosissimi dollari.

L'aveva combinata grossa, riuscì a pensare solo quello mentre con Wendy percorreva il marciapiede.
Tra loro regnava il silenzio, ma Nora non aveva l'impressione che la collega fosse del suo stesso stato d'animo, al contrario, non pareva toccata dalla sfuriata ricevuta e onestamente si chiese perché diamine non lo fosse.

Wendy abitava da sola, ed era lei da sola a pensare a se stessa, come poteva permettersi di non essere minimante preoccupata di perdere il lavoro?

La sua collega le offrì una sigaretta che accettò di buon grado, aveva bisogno di calmare i nervi.

"Al diavolo Santoro, sai adesso che facciamo? Usciamo."
La guardò sinceramente perplessa, Wendy soffiò fuori il fumo e sorrise.
"Non fare quella faccia, ti divertirai."

Forse non era una cattiva idea. L'alternativa era logorarsi da sola nel divano di Camille.
Da quando non si divertiva davvero? Tra il lavoro, le preoccupazioni e il delirio di Evan il divertimento era stato l'ultimo dei suoi pensieri.
Wendy lesse la resa nei suoi occhi e saltò letteralmente di gioia.
"Bene! Ti do uno strappo a casa, non perdiamo altro tempo!"

***

La doccia calda la aiutò a calmarsi.
Con addosso l'asciugamano andò spedita in camera di Camille per vestirsi.
Dal suo borsone passò a setaccio molti indumenti, indecisa su cosa indossare.

Alla fine optò per un abito bianco che le arrivava sopra il ginocchio, uno di Dior dalla gonna leggera e svasata.
Le sembrava che fossero passati secoli dall'ultima volta che lo aveva indossato.

Guardò la sua immagine riflessa allo specchio. Il suo corpo aveva perso la tenue rotondità dei fianchi che per gli arabi era segno di bellezza imprescindibile; persino il seno sembrava essere divenuto più piccolo.

Non era stato un bel periodo.
In verità, era diventato tutto estremamente complicato da quando si era trasferita negli States.
Un percorso in salita, pieno di ostacoli e dolori più o meno grandi.

Però se la stava cavando, stava resistendo, non stava mollando.
Sì, aveva assolutamente bisogno di staccare la spina, se ne rese conto in quel momento più che mai e anche se Wendy non era la sua migliore amica, trovava che fosse una ragazza simpatica, alla mano e sempre molto gentile con lei.

Andò in bagno e si truccò in meno di cinque minuti riscontrando con un sorriso quanto fosse cambiata persino in quello.
Circa un quarto d'ora dopo Wendy le mandò un messaggio. Afferrò la borsa, il soprabito e uscì fuori.

***
"Sei un incanto!"
Sorrise mentre agganciò la cintura di sicurezza.
"Anche tu lo sei, ma la tua gonna è...?"
"Esatto tesoro, Armani, ultima collezione. Da urlo."

L'aveva riconosciuta subito. Non poteva permettersi più quel tipo di vestiario, però le faceva ancora piacere ammirarlo tramite le riviste di moda.

Diede un'occhiata agli stivali neri dell'amica, avevano l'aria di essere molto costosi.
La borsa Gucci, posata con noncuranza sul cruscotto, le diede l'ennesima conferma.

Si chiese come facesse a permettersi roba del genere, non poteva avere uno stipendio molto più elevato del suo.
Wendy era sicuramente una persona atipica, solo che non aveva ancora compreso in che modo.

L'usignolo sul fiore di lotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora