Una Parigi quasi evanescente, nella luce morbida del crepuscolo, si stendeva davanti ai miei occhi stanchi, che dall'inizio del volo si erano ormai ancorati al panorama visibile dal piccolo finestrino vicino al mio posto. Non era stato possibile essere seduta vicino ad Alain, così mi ero concentrata sul paesaggio per non pensare a nulla. Avevo paura del corso che avrebbero potuto prendere i miei pensieri, dopo ciò che mi aveva raccontato lui su com'era andata dopo il mio incidente. Avevo capito di essere molto poco lucida e l'unico che avrebbe potuto aiutarmi a vedere le cose nella giusta prospettiva era proprio lo strano amico francese che avevo avuto la fortuna di incontrare sulla mia strada.
Restai immobile, gli occhi incollati al finestrino, fino a che non fu il momento di scendere. E anche dopo, con Alain, non scambiai che poche parole fino a quando il taxi non ci depositò davanti alla casa di Séline. Cara Séline, preziosa come sempre. Mi era bastato chiamarla e chiederle se per caso fosse possibile approfittare ancora della sua ospitalità a Parigi, che lei, senza chiedermi nulla, era arrivata da me e mi aveva ridato le chiavi. Aveva solo scambiato un lungo sguardo con Alain e, alla fine, gli aveva detto "Restale vicino, per favore. Ho la sensazione che ce ne sia bisogno. Io, purtroppo, non posso venire con voi."
Alain aveva sorriso e annuito, poi era arrivato di fianco a me e mi aveva scompigliato i capelli. "Tranquilla, è in buone mani".
Mi ero sentita protetta, ad avere quelle due persone vicine in quel momento, in cui mi sembrava di essere su una piccola barchetta sballottata qua e là nella tempesta.
E ora ero di nuovo davanti a quella porta, che mi portava nella mente tanti ricordi, nonostante i pochi giorni in cui l'avevo vissuta. Rifiutai decisa quei pensieri ed entrai, con Alain dietro di me.
"Finalmente" sospirai, buttandomi sul divano. Mi sentivo distrutta, e non solo a causa del viaggio. Guardai Alain, che era rimasto in piedi in mezzo alla stanza. "Sono così ingenua, Alain" sbottai sospirando, dopo alcuni istanti. "Credo sempre a tutto quello che mi raccontano, nonostante i fatti dimostrino che non dovrei fidarmi di questa o quella persona... guarda con Jack, quanto ci ho impiegato a cadere di nuovo nella sua rete? Se non fossi arrivato tu a farmi aprire gli occhi... ma sai perché? Perché penso che gli altri siano come me, io non riuscirei a tradire la fiducia di qualcuno, non coscientemente almeno. Non so se imparerò mai ad andare al di là delle apparenze, ad avere un po' di sano scetticismo..."
"Mia cara ragazza, ognuno è fatto come è fatto e tu vai benissimo così", mi rispose Alain, sedendosi di fianco a me e prendendomi la mano. "Il rischio dell'essere scettici, come dici tu, è arrivare a non fidarsi più di nessuno e neanche questo va bene. Meglio continuare a farlo, avendo l'accortezza di avere amici fidati in grado di farti notare se stai per prendere una cantonata." Mi strizzò l'occhio e sorrise, "Gli amici servono a questo, no? Dai, avrai tempo per pensarci. Adesso siamo qui e abbiamo... hai una missione da compiere."
"Hai ragione, come sempre del resto. Possiamo..." e nell'aggiungere 'andare da David' mi mancò la voce. Desideravo così tanto quel momento che non ero neanche in grado di pensarci, se volevo restare lucida.
Alain mi scrutò con attenzione. "No, adesso non facciamo un bel niente. A parte che a quest'ora del pomeriggio non credo che in ospedale siano permesse visite, tu devi prima di tutto riposare. Hai un viso molto stanco. Hai preteso molto da te stessa, con questo viaggio. Mentre tu riposi, io telefono per sentire gli orari in cui potremo andare."
La sua voce pacata mi aveva rilassata un pochino. Socchiusi gli occhi, la penombra e quel divano stavano agendo da potente sonnifero. "Grazie Alain. D'accordo, riposerò un po'... pochi minuti solo... " Mi addormentai all'istante.
Quando riaprii gli occhi, non realizzai subito dove mi trovassi e perché. Mi guardai intorno e mi ci volle poco per riconoscere la stanza, illuminata dolcemente da una luce soffusa che partiva da un angolo. Mi tornò in mente il viaggio e il motivo per cui mi trovavo là. Subito un senso di urgenza mi attanagliò il cuore, quanto tempo avevo dormito? Perché Alain non mi aveva svegliato? Girai lo sguardo ma non vidi il mio amico da nessuna parte.
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10 giorni
ChickLitDopo avere scoperto il tradimento del fidanzato Jack Gahan a poco più di un mese dal matrimonio, Evangeline Mayers si trova a Parigi, disperata e senza speranze per il futuro, a dover gestire la fine della sua relazione e di tutto ciò in cui credeva...