27.

1.8K 99 15
                                    

Non sarei mai stata in grado di ringraziare a sufficienza Alain per quelle ore rubate, inestimabili e preziose. Memorie che mi avrebbero aiutato a superare i momenti difficili che sarebbero di sicuro arrivati di lì a due giorni.

Una me sconosciuta, della quale non avevo mai sospettato l'esistenza, aveva preso il sopravvento facendo tacere definitivamente tutte le vocine che gridavano di fare attenzione e di non buttarmi a capofitto in una storia quando ancora non avevo messo la parola fine a quella con Jack.

David era un salto nel buio, era la sfida che non avevo mai avuto il coraggio di correre, era una strada sconosciuta... ma era anche il calore di qualcosa infinitamente giusto per me. Non avevo idea di come fosse nata quella certezza, eppure non c'era niente in grado di scalfirla, neppure il dubbio che avrei potuto soffrire o che, per qualche motivo, poi le cose si sarebbero guastate, a causa di Jack o per chissà cos'altro.

Abbracciata a lui, mentre le nostre mani e le nostre bocche si cercavano, mi rendevo conto che, fino a quel momento, non avevo capito nulla di cosa significasse amare qualcuno anche con il proprio corpo. Ci completavamo, come due pezzi di un puzzle rimasti separati per troppo tempo. E mi faceva impazzire dal desiderio vedere come David si muovesse quasi con reverenza, come se avesse paura di andare troppo in fretta o di fare qualcosa che avrebbe potuto rovinare la perfezione del momento.

Lo guardai, si era fermato appoggiato su un fianco e mi stava sfiorando la guancia con un dito, seguendone il movimento con lo sguardo. La luce del mattino che filtrava attraverso gli scuri socchiusi, faceva un gioco ipnotico di ombre sul suo viso e sul suo torace nudo appoggiato a me. A mia volta, iniziai ad accarezzargli il collo e il petto, sentendo sotto le mie dita il battito del suo cuore. Mi fermai su un tatuaggio, una frase scritta in piccolo all'altezza del cuore, del quale mi ero accorta il giorno della lavatrice e sul quale il mio pensiero era tornato più di una volta, incuriosito. "Cosa c'è scritto?" chiesi sottovoce, temendo un po' che la mia voce spezzasse l'incantesimo.

"Un promemoria per i momenti bui", rispose lui mentre un sorriso gli increspava le labbra. Mi avvicinai al punto in cui si vedevano quelle lettere e le seguii con il polpastrello, leggendole.

"Sii come il mare che, infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci."

Era una frase bellissima e ancora una volta mi trovavo di fronte a un David sconosciuto. In che momento della sua vita aveva sentito il bisogno di farsi scolpire sulla pelle un simile messaggio? Alzai lo sguardo e incatenai i miei occhi ai suoi, in una muta domanda. Non sapendo se fosse un argomento a lui gradito, preferii lasciare a David la scelta se raccontarmi qualcosa sul perché di quella frase. Dopo qualche istante di silenzio, la sua voce uscì in un sussurro, quasi stesse parlando con sé stesso più che con me.

"Dopo aver salutato la mia cara famiglia non ho avuto sempre momenti facili... ad un certo punto ho sentito il bisogno di scrivere da qualche parte qualcosa che mi ricordasse di non mollare mai, di non tornare sui miei passi per quanto in difficoltà mi sarei potuto trovare..." Fece spallucce, lo sguardo perso in un punto imprecisato della stanza. "A occhio ha funzionato. È tutto passato e sono riuscito a superare tanti ostacoli, senza bisogno di loro. Non credo che me lo perdoneranno mai." Il sorriso adesso era più accentuato. Tacque e abbassò lo sguardo su di me, che continuavo a passare il mio dalla frase sul suo petto ai suoi occhi. C'erano così tante cose che non sapevo di lui e ogni volta che ne scoprivo una mi rendevo conto di quanto mi fossi sbagliata sul suo conto, negli anni precedenti.

La voce di David ruppe di nuovo il silenzio, sorniona. "Non mi perdoneranno mai neanche questo..." Le sue parole si spensero sulla mia bocca e dopo non ce ne furono più, ma solo baci e carezze, brividi di piacere e desiderio, istanti liquidi fissati per l'eternità. In quel momento la Evangeline che avevo sempre creduto di essere svaniva per lasciare spazio a una sconosciuta, capace di lasciarsi andare al puro piacere dei giochi amorosi senza la paura di non essere all'altezza. Insieme a Jack non avevo mai provato sensazioni simili, né avevo mai pensato che sarei stata in grado di procurare piacere al mio compagno con il semplice sfiorare la sua pelle, né che scoprire di avere questo potere mi avrebbe fatto provare un piacere sconosciuto e inebriante.

10 giorniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora