Una goccia di pioggia mi entrò in un occhio e fu come se mi fossi svegliata all'improvviso da un brutto sogno. Perché diavolo stavo correndo a vuoto come una pazza tanto da rischiare di perdermi in quell'immenso parco? Mi fermai di botto ansante. Il mio innato e spesso eccessivo buonsenso prese il sopravvento e nella testa mi risuonarono i moniti di mio padre che si era raccomandato mille e mille volte di "non passeggiare sotto gli alberi durante un temporale, per via dei fulmini".
Mi fermai un attimo per vedere se c'era da qualche parte una piccola radura dalla quale potersi orientare e vidi, attraverso gli alberi, che il punto in cui mi trovavo non ero distante dalla grande vasca centrale che attraversava tutto il parco. Decisi subito di dirigermi là e poi di costeggiarla per tornare verso la reggia, non capivo quanto mi fossi allontanata nella mia folle e insensata corsa.
Il tempo era molto peggiorato e, dal colore plumbeo del cielo che si intravedeva attraverso le fronde degli alberi, non sarebbero cadute solo due gocce di pioggia. Anche la temperatura era calata e si stava alzando il vento, segno inequivocabile che stava per scatenarsi un bel temporale. Mi fermai solo per prendere dalla borsa l'ombrello e indossare il kway, che non mancavano mai quando andavo 'in gita' dal giorno in cui mi buscai una broncopolmonite a seguito di un'inzuppata presa durante un'escursione durante la quale eravamo stati sorpresi da un nubifragio e io, non avendo niente con cui ripararmi, ero rimasta zuppa per ore.
Lo spettacolo che si presentò davanti ai miei occhi mi fece riappacificare all'istante con la giornata e la malaugurata idea di accettare la proposta di David di accompagnarlo. Sotto un cielo nero come la pece, mentre il vento iniziava a soffiare con sempre maggiore potenza, sulla linea dell'orizzonte si stagliava Versailles illuminata dai raggi del sole che si ostinavano a passare attraverso le nuvole. Sembrava che brillasse, la sua bellezza mi lasciò senza fiato e rimpiansi di non essere una brava fotografa per immortalare quell'istante e poterlo rivedere in seguito. I pensieri volarono via e mi sentii in pace, al posto giusto e al momento giusto nonostante la mia vita in realtà fosse da ricostruire daccapo. Feci un profondo sospiro, sollevai il viso verso il cielo e chiusi gli occhi lasciando che i goccioloni di pioggia sempre più insistenti mi percorressero il viso indisturbati. Era strano, irreale ma mi sentivo bene. Mollai borsa e ombrello per terra, allargai le braccia e iniziai a girare su me stessa ridendo come una bimba, incurante che qualcuno mi potesse vedere e prendermi per pazza.
"Evangeline! Ti ha dato di volta al cervello? Si può sapere cosa cazzo stai facendo? Ho perso un polmone per cercarti nel bosco prima che si scatenasse questo inferno!"
Quasi caddi a terra dallo spavento quando la voce sferzante di David mi raggiunse. Recuperai in qualche modo l'equilibrio, mi passai una mano sul viso per pulirlo dalla pioggia e quasi a rallentantore mi voltai verso di lui.
Era ai margini del bosco a qualche metro da me, ansante, e mi fissava furioso. La pioggia iniziò a scrosciare con violenza ma non me ne accorsi, mi sembrò anzi che un silenzio irreale fosse calato su di noi e che la natura si fosse immobilizzata.
Sentii montare dentro di me una tale rabbia nei suoi confronti che se lo avessi avuto a portata di mano lo avrei schiaffeggiato. Non aveva capito il perché mi fossi allontanata di corsa, davvero? Come osava rivolgersi a me in quel modo dopo quello che aveva detto alle sue cosiddette amiche fighe, dopo l'abbraccio della sera prima, dopo quello che avevo sentito passare fra noi? Come osava parlarmi, per meglio essere precisi. La sua presenza nelle mie vicinanze mi infastidiva, era l'ultima persona con cui volevo avere a che fare in quel momento.
Senza distogliere lo sguardo dal suo, feci un passo verso di lui per essere sicura che la mia voce gli arrivasse forte e chiara, non volevo sprecare fiato a gridare.
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10 giorni
ChickLitDopo avere scoperto il tradimento del fidanzato Jack Gahan a poco più di un mese dal matrimonio, Evangeline Mayers si trova a Parigi, disperata e senza speranze per il futuro, a dover gestire la fine della sua relazione e di tutto ciò in cui credeva...