Cosa diavolo ci faceva lì? Ero certa che non lavorasse per la Devor, lui era indipendente nel suo lavoro, dunque... perché? Da chi era stato invitato? Domande che, naturalmente, sarebbero rimaste senza risposta.
Tutta la magia della sera svanì in un istante. Tutto il castello di carte, che mi ero costruita nel cuore intorno a Mathias, crollò con quella risata. Cosa facevo abbracciata a lui? Come avevo potuto pensare che avrei potuto iniziare qualcosa quando, me ne rendevo conto solo in quel momento, ogni fibra del mio cuore apparteneva ancora a quell'uomo, anche se non se la meritava?
Dovevo andare via a mettere in ordine ai pensieri. Subito, prima che lui mi vedesse. Ma non potevo neppure fuggire senza una parola, come potevo fare?
Mentre pensavo freneticamente, un rumore sordo improvviso, proveniente da un punto imprecisato della sala di fronte a me, fece voltare varie persone e, anche se in quel momento non stavo guardando il gruppo in cui si trovava David, capii immediatamente che lui mi aveva vista, dal brivido intenso che mi aveva attraversato la schiena.
Senza voltare mai lo sguardo nella sua direzione, quando la musica finì mi fermai e guardai Mathias, il quale capì che qualcosa non andava.
"Mi è scoppiato un fastidioso mal di testa, ti dispiace se lascio la festa?" chiesi.
Mathias mi guardò, preoccupato. "Certo che no, ti accompagno a casa così ti puoi riposare", rispose sollecito. Ma io, in quel moento, avevo bisogno di stare sola, non sarei riuscita a fare conversazione in modo normale. Così gli sorrisi e risposi: "Non preoccuparti per me, non voglio distoglierti dalla festa. Fra l'altro, ricordo che mi avevi detto che Mr Colton dovrà fare alcuni annunci, stasera, e vuole che tu sia presente perché riguardano la tua divisione... perciò devi restare". Gli misi una mano sul braccio per fermare la sua protesta e aggiunsi "Non c'è problema, davvero. C'è un tassista di cui mi posso fidare ciecamente e che chiamo sempre, le volte in cui devo tornare a casa da sola di sera. Ora lo contatto", dissi, prendendo il telefono. Ci allontanammo dalla pista e, sebbene tenessi gli occhi sul display illuminato, sentivo lo sguardo di Mathias su di me. Mi dispiaceva fuggire così, ma non potevo fare altrimenti. Volevo evitare incontri spiacevoli in pubblico e, inoltre, avevo bisogno di fare chiarezza su altre cose, una volta rimasta da sola.
Per fortuna quel tassista era libero subito, non avrei dovuto aspettare. Arrivati all'ascensore, Mathias mi salutò con una lieve carezza.
"Mandami un messaggio, appena sei arrivata. E riposati, mi raccomando. Ci vediamo domani". Non feci in tempo a rispondergli, perché una delle segretarie di Mr Colton lo venne a chiamare con una certa urgenza e lui fu costretto a seguirla.
Il silenzio all'interno della cabina dell'ascensore era in forte contrasto con i mille rumori della festa. Avevo ancora il cuore che batteva all'impazzata, non vedevo l'ora di essere a casa e andare a letto. Poi avrei pensato a cosa provavo davvero per Mathias, si meritava sincerità da parte mia.
Le porte dell'ascensore si aprirono un paio di piani sotto l'attico, ma io ero talmente assorta nei miei pensieri che quasi neanche me ne accorsi. Ormai si erano già richiuse e la corsa era ricominciata, quando alzai lo sguardo e mi trovai di fronte David che mi fissava.
Trattenni il fiato e rimasi immobile, qualsiasi pensiero cancellato via. Ero come un manichino, solo gli occhi avevano ancora una parvenza divita.
"Ciao, Mayers", disse lui, con l'aria più innocente del mondo. "Che sorpresa. Non pensavo lavorassi alla Colton".
Continuai a fissarlo, muta. Prosciugata.
L'ascensore fece un piccolo sobbalzo e David, colto alla sprovvista, fece mezzo passo verso di me. Adesso non era più a distanza di sicurezza, se avesse allungato una mano mi avrebbe potuto toccare. Guardai il display sopra i tasti dell'ascensore, mancavano ancora troppi piani. Poi tornai a guardare lui, che mi fissava impassibile.
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10 giorni
ChickLitDopo avere scoperto il tradimento del fidanzato Jack Gahan a poco più di un mese dal matrimonio, Evangeline Mayers si trova a Parigi, disperata e senza speranze per il futuro, a dover gestire la fine della sua relazione e di tutto ciò in cui credeva...