Capitolo 1

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Capitolo 1

Di labbra scarlatte e stuzzicanti proposte











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Birmingham, 1921















Iniziò tutto come un gioco, un fottutissimo gioco per essere puntigliosi.

Ma quale storia malata non inizia come un invitante gioco, dopotutto?

E ai due partecipanti andava bene così, inizialmente.

Peccato che con il progredire dei mesi si sia rivelato un autentico, stramaledetto casino.

Ma procediamo per ordine.

Quando Amanda Pocettino mise per la prima volta piede al Garrison Pub, non fu una fortuita casualità. Come non fu una casualità indossare gli abiti più costosi e pacchiani che possedeva, fatti su misura dal modista più noto di Londra, un abile sarto italiano che confezionava gli abiti a Winston Churchill in persona.

E così Amanda, vestita da gran imperatrice con tanto di cappello calato sulla fronte per ricreare un alone di voluto mistero, prese posto in un angolo abbastanza appartato del pub per studiare i presenti ma al tempo stesso ben in luce per farsi scorgere dagli osservatori più cinici. Ordinò, con le sue belle labbra scarlatte, un whiskey irlandese e iniziò a sfogliare con le lunghe dita il quotidiano, apparentemente senza doppi fini.

E non fu una casualità che Thomas Shelby, lo spietato leader a capo della gang che dominava la città, la notasse. Perché era quello che, dopotutto, la donna sperava nei meandri del suo essere.

Thomas quel maledetto giorno in cui si imbatté per la prima volta in Amanda Pocettino, aveva un bel paio di grane da risolvere: tanto per cominciare un idiota del posto aveva pensato follemente di insorgere picchiando un suo tirapiedi -inutile aggiungere che quell'imbecille era finito male, molto male-, poi un importante carico via fiume per cui aveva garantito di persona era stato intercettato da un poliziotto evidentemente poco corrotto e dedito alla giustizia. Era, insomma, una giornata di merda che gli aveva causato una perdita notevole di sterline e non vedeva l'ora che finisse per mandare tutto felicemente al diavolo.

Eppure, nonostante gli affari da svolgere, degnò l'avventrice di un'occhiata d'apprezzamento tutta maschile e pensò che una donna come quella doveva essere una sconsiderata a recarsi in un pub che puzzava di piscio e alcol. Poi, vabbè, pensò anche che sarebbe stata una gran bella scopata ma quello è un altro discorso.

Comunque, Thomas dimenticò ben presto l'immagine dell'avvenente donna perché questioni più urgenti premevano all'orizzonte e si ritirò nello stanzino privato del Garrison per discorrere nel dettaglio del prossimo colpo con Arthur e John, i suoi fratelli nonché unici fedeli collaboratori.

Malgrado ciò la stessa scena si ripeté identica il giorno dopo e quello dopo ancora, e tutti i seguenti per una settimana intera.

La donna chiedeva da bere con ineccepibile cortesia, leggeva e fumava come un ciminiera senza importunare nessuno, seduta elegantemente al solito tavolo logoro e unticcio del pub. Peccato che la questione stesse iniziando a diventare sospetta agli occhi di Thomas Shelby.

L'uomo richiamò dunque il barista con un impercettibile cenno del capo.

"Indaga chi cazzo è quella. Voglio nome, cognome, indirizzo e provenienza. Non voglio spie nel mio territorio" sibilò lui imperscrutabile. Poi gli diede le spalle e tornò alle solite faccende quotidiane e la donna ancora una volta venne accantonata, fino a poche ore più tardi, quando il barista gli fornì le doverose notizie.

End Game || Thomas ShelbyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora