Capitolo 6

1.8K 45 24
                                    







Capitolo 6

Di nuovi casinò e rapimenti indesiderati





******











Ad un occhio esterno la scena che si stava compiendo nel centro storico di Sheffield poteva sembrare assolutamente anonima e priva di interesse. Difatti, due uomini abbigliati con completi eleganti e un berretto calato sulla fronte per proteggersi dalla frescura invernale, visionavano un edificio in modo all'apparenza casuale.

Ma in realtà, quelle figure, erano il vertice operativo dei Peaky Blinders.

"Lo vedi questo bel palazzo, Arthur? Ecco, qui sorgerà il nostro terzo casinò. Dopo Nottingham e Oxford, questo sarà un altro punto strategico che ci aprirà la strada verso il dominio dell'Inghilterra" gli spiegò Thomas Shelby, la sigaretta accesa e stretta tra le dita intorpidite dal clima rigido.

Il fumo per un istante venne sbalzato dal vento e gli colpì gli occhi. Ma fu come se l'uomo non avvertisse il fastidio improvviso, troppo abituato a non provare dolore per curarsi di una seccatura momentanea.

L'edificio in stile barocco che stavano ispezionando era situato in uno dei più altolocati quartieri di Sheffield ed era stato in passato un prestigioso teatro in cui andavano in scena musica classica e opere di Shakespeare, un luogo celebre ai cittadini e dal trascorso onorevole. Poi la compagnia che lo gestiva era fallita, e la struttura era stata battuta all'asta giusto qualche settimana prima. Thomas aveva colto l'occasione al volo e si era procurato la licenza per amministrarla legalmente.

Con una bella affrescata e una messa a punto poteva facilmente tramutarsi in un parco giochi dell'azzardo. Lo avrebbero riempito di roulette, carte da tavolo, droga, fumo e donne navigate. E poi ci avrebbero piazzato qualche agente sotto copertura di Amanda per estorcere informazioni ai clienti più sprovveduti e poterli così magari ricattare nei momenti di bisogno.

Arthur annuì.

"Capisco Nottingham e Oxford, ma perché non ci siamo concentrati solo sul sud dell'Inghilterra e ci stiamo dirigendo così a nord? Odio il freddo artico di questo posto dimenticato da Dio. Mi dovranno amputare i piedi di questo passo, stanno diventando dei cazzo di ghiaccioli. Inoltre mi piscia il naso."

Thomas inarcò un sopracciglio dinnanzi al modo dozzinale con cui il fratello maggiore articolava le frasi. Ciò nonostante si schiarì la voce e rispose ai suoi dubbi.

"Perché Londra è l'ultimo tassello del piano: prima la circondiamo, poi l'attacchiamo. Ma se dovessimo fallire, dobbiamo avere dei business ben lontani come appunto Sheffield. Se questo investimento invece dovesse funzionare, ne apriremo degli altri nei prossimi mesi sempre in zona, magari a Liverpool e a Manchester."

Arthur non aveva capito praticamente nulla del discorso del fratello, ma come ogni volta l'avrebbe appoggiato per principio. Aveva smesso da anni di porsi domande per tentare di comprendere i suoi progetti, tanto Thomas aveva sempre un piano: un piano da seguire, e un piano di riserva nel caso in cui tutto andasse malauguratamente a puttane. E fino ad allora era sempre stato un passo avanti agli altri. Quindi, perché dubitare del suo operato?

"Capisco. Già, a Londra scorrazza troppa gentaglia tra quei mangiaspaghetti del cazzo e quei voltafaccia degli ebrei" commentò Arthur, scuotendo la testa e dandogli ragione.

La realtà, però, era un'altra e solo Thomas ne era a conoscenza nel suo cuore che si fingeva distante e implacabile.

Anche Londra con il tempo sarebbe potuta diventare facilmente conquistabile, peccato che fosse dominata dai Pocettino e Thomas non era convinto di voler scatenare la furia di Amanda attaccandola di nascosto.

End Game || Thomas ShelbyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora