Capitolo 2

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Capitolo 2

Di accordi strategici e impercettibili ideali








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Thomas Shelby si era destato di ottimo umore, tanto che aveva fumato meno sigarette del previsto.

Avvertiva le membra leggere, meno nervose e la mente era solo lontanamente offuscata dai fiumi dell'alcol che aveva ingerito la nottata precedente.

Gli pareva di aver recuperato anni di vita con quel sonno ristoratore che si era concesso, un agognato torpore finalmente privo di opprimenti incubi ed esplosioni di quando militava al fronte. Un placido benessere non rovinato da vivide immagini di guerra, esente da pozze di sangue vermiglie, arti amputati e cadaveri dei commilitoni caduti in battaglia.

Thomas avanzò in mezzo alla nube plumbea causata delle fabbriche, inalando il sapore distinto di fumo e catrame. Sentì il pulviscolo che si appiccicava come una seconda pelle all'epidermide esposta mentre percorreva le lunghe strade di Small Heath, affollate da operai e macchinisti che si urlavano comandi e rozzi insulti nelle lingue più disparate.

Ah, Birmingham.

Così maleodorante e incivile, eppure così cara.

Era talmente pago che quando entrò al Garrison solo una presenza avrebbe potuto rovinare i suoi eccellenti propositi giornalieri e purtroppo per lui la signorina Amanda Pocettino occupava ancora una volta il solito tavolo, intenta a consumare con la massima innocenza possibile la propria ordinazione.

Un'ombra scura di disappunto gli attraversò il volto dai lineamenti marcati e strinse i denti in una linea dura.

Rimase per un attimo paralizzato, indeciso sul da farsi.

Era a conoscenza del fatto che la donna lo stesse volutamente provocando con il solo scopo di ottenere una reazione, e il vecchio Thomas Shelby non gliel'avrebbe mai fornita, a costo di corrodersi la bile. Tuttavia, non ne poteva più di quell'assurda routine e voleva liberarsi al più presto della sua persona invadente.

Fu con quella consapevolezza che le si avvicinò come una fiera si dirigerebbe, con studiata lentezza, verso la succulenta preda un istante prima di azzannarla.

Si arrestò a un metro di distanza.

"Signorina Pocettino, se siete qui seduta in qualità di cliente non posso di certo mandarvi via, in quanto sono pur sempre un gentiluomo. Ma sappiate che la vostra presenza non è gradita" proferì freddo. E senza che potesse impedirselo cercò dapprima una sigaretta dalle tasche dei pantaloni poi un fiammifero ed iniziò a fumare.

Dannazione alle donne, pensò avvilito.

La giovane alzò solo in quell'istante gli occhi dalle pagine del giornale che stava sfogliando e fissò le iridi cupe nelle sue senza alcuna esitazione. Non temeva di sfidarlo ed era evidente nel suo comportamento sconsiderato, persino sfrontato.

"Fornitemi una risposta e me ne andrò."

Thomas aspirò pesantemente, raschiando la gola, senza staccare la vista da lei.

"Non accetto la vostra proposta. Ora andatevene."

Senza concedere alcun diritto di replica, Thomas le diede le spalle e sparì in direzione della stanza riservata agli Shelby dove ad attenderlo in fremente attesa vi erano zia Polly, Arthur e John.

Sul tavolo giaceva un plico di fogli con appuntate le spese e i guadagni della settimana e qualche bottiglia invecchiata di buon whiskey che aspettava solo di essere stappata.

End Game || Thomas ShelbyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora