Capitolo 9

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Capitolo 9

Di ottimo sesso e confessioni notturne


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Il bacio si fece ben presto più spudorato.

Le mani di Thomas corsero avide e impazienti dalle scapole fino alle braccia lasciate scoperte dall'impalpabile tessuto, tracciarono mappe immaginarie e percorsi arcani, accarezzarono con lenta e protratta perizia ogni lembo di pelle di lei, che era morbida proprio come aveva immaginato nei suoi pensieri più spinti.

Amanda nel frattempo si era aggrappata con foga crescente alle sue spalle attraversate da muscoli definiti da scampati pericoli, per poi infilargli avida le unghie tra i capelli e spingerlo maggiormente verso la propria bocca, il seno sfrontato schiacciato contro il torace dell'uomo.

Thomas in tutta risposta la lambì con la lingua, muovendola con passionale rapidità.

Amanda però aveva fame, un'assurda fame interna che supplicava per essere placata. Si annoiò ben presto delle carezze superficiali e iniziò ad armeggiare con i bottoni per spalancargli la camicia, ma quella dannatissima stoffa non aveva intenzione di collaborare.

Stanca di attendere gliela strappò con un brusco gesto e il pregiato tessuto cadde lacerato ai loro piedi. Ai suoi occhi si rivelò un ampio petto bianco, segnato da rustiche cicatrici, ricordi di guerra di qualche ufficiale nemico sicuramente passato a miglior vita e sporadici tatuaggi; era un fisico non eccessivo, giusto e ben proporzionato. Amanda lo contemplò per qualche istante, per poi far scorrere le dita sui muscoli addominali.

Thomas fremette all'inatteso contatto e si ritrasse appena dalle sue labbra umide per osservare con occhio critico la camicia ridotta a brandelli, una delle sue bluse preferite tra le varie cose. Poi riportò lo sguardo su di lei e comprese che valeva la pena rifare anche l'intero fottuto guardaroba se il bottino finale era possederla. Si riappropriò dunque con fermezza della sua bocca che sapeva di salsedine e la sentì malleabile tra le braccia, totalmente esposta e pronta ad accoglierlo.

Infine la sollevò per le natiche lasciando che Amanda gli circondasse la vita con le gambe e la trascinò fino alla camera da letto senza interrompere il bacio che si stavano scambiando.

Thomas non appena varcò l'ingresso della stanza matrimoniale l'adagiò con premura al centro dell'immenso letto e iniziò a spogliarla lentamente dagli abiti bagnati. Percorse con sguardo audace ogni curva del corpo nudo nascosto sotto al suo e pregustò sulla punta della lingua il piacere che gli avrebbe provocato prenderlo ripetutamente, più e più volte.

Quando infine raggiunse il reggicalze si arrestò nel vedere la pistola riposta al sicuro lì.

Riportò lo sguardo dal basso al suo volto con tanto di sopracciglio inarcato.

"Questa me la tolgo io, se non ti dispiace" sussurrò in tutta risposta Amanda quando comprese la domanda indiretta. Sgusciò via dalla sua stretta e una volta libera appoggiò il revolver sopra al comodino, compiendo con estenuante calma il movimento, senza distogliere gli occhi da quelli azzurri dell'uomo nemmeno per un istante. E allora, solo allora rimise la sicura con un gesto fermo, sempre continuando a fissarlo in una sorta di scontro a due. "La prudenza a questo mondo non è mai troppa."

Ciò voleva dire che la pistola era rimasta fottutamente carica fino a quel momento.

Un veloce lampo gli attraversò il volto. Thomas era visibilmente senza parole e accolse la notizia con un misto di terrore ed eccitazione mischiati assieme ma attese al centro del letto la sua prossima mossa.

End Game || Thomas ShelbyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora