Partii verso mondi sconosciuti all'uomo cercando risposte a domande sconosciute. Mi fiondai a capofitto nel wormhole creato dalle mie sinapsi con il muscolo ventricolare straripante di malinconia, giunsi in un bosco colmo di un fragoroso silenzio di tomba. Mi incamminai per questi boschi lugubri fino a quando non trovai un tempio in rovina. Entrai nel tempio, notai che su un trono corroso dal tempo albergava inerme un signore barbuto, corsi verso di lui per chiedergli perché ero finito in questo luogo, mi rispose con una gentilezza d'altri tempi dicendomi che le risposte che cerco sono impresse in un mondo che devo trovare e che il tempo è una macchina della verità foriero di una giustizia ciecamente eguale. Dopo aver conversato per ore con questo signore guardai l'orologio e notai che era in uno stato catatonico, ero sicuro che fossero passate molte ore ma la luna lugubre non accennava a scomparire, era come se avessi camminato attraverso il tempo, all'improvviso fui scalzato fuori da quei momenti con violenza e feci ritorno alla mia cupa e velata realtà di sempre. Mi chiedo se quel tipo fosse davvero solo un vecchio e sapiente signore.