Rinvengo sulla riva di un bellissimo lago, noto non poche differenze tra questo luogo e tutti gli altri del mio raziocinio. Qui non percepisco rabbia o ira c'è un aria di sogni infranti e malinconia in queste rive rocciose, noto intorno a me una foresta buia, odo gli alberi bisbliare qualcosa che non non comprendo. Dopo varie ore di silenzio all'improvviso il declive e malinconico suono di un pianoforte fa sua la mia attenzione, incuriosito cerco il creatore di tale bellezza, dopo una ricerca maniacale trovai il pianista del lago, a mio dire molto giovane e terribilmente somigliante a me medesimo. Spaventato tanto quanto curioso, cerco di colloquiare con questa figura ma ogni volta che cerco di avvicinarmi il lago bastardo si espande tenendo me distante dal pianista. L'esasperazione e la viltà mi inebriano ma non mi do per sconfitto anche se devo dire che sono alle strette. Dopo vari tentativi capisco che non sarò il vincitore di questa sfida, con la sconfitta cucita addosso tento di andar via ma quel piccolo pianista mi si avvicinò, mi fece una carezza e svanì nel nulla portando con sé quel malinconica sinfonia.