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"Hyung, non capisco perché mi hai chiesto di incontrarti nei bagni. A quest'ora ho lezione di matematica!"

"Non ti preoccupare, Jisungie. Per una volta potrai anche saltare una lezione."

E con ciò, Donghyuck prese il più piccolo per il polso e lo trascinò con sé fuori dal bagno fino ai corridoi.

"Sì, ma Hyung-"

"L'unica cosa che devi fare è stare in silenzio e aiutarmi. O vuoi essere punito sia dagli insegnanti che dai tuoi genitori?" Disse il maggiore fermandosi e girandosi verso Jisung, che annuì leggermente con gli occhi spalancati per la paura.
Donghyuck sarebbe anche potuto andare male in tutte le materie, ma non era uno sciocco. Era un oratore molto abile, e questo gli permetteva non solo di evitare l'insufficienza, ma anche di vincere qualunque tipo di dibattito o litigio. Perché, diciamocelo: al ragazzo piaceva tanto litigare.

"Perfetto. Questo dovrebbe essere il suo armadietto..." Sussurrò Donghyuck con un mezzo sorriso sulle labbra, avvicinandosi ad uno dei tanti armadietti in mezzo al corridoio.

"Ma... Ma non è l'armadietto di quello Hyung..."

"Sì, Jisungie. E ora tu me lo dovrai aprire." Ghignò il maggiore voltandosi a guardare il ragazzino che, spaventato, era rimasto immobile in mezzo al corridoio.

"C-cosa-"

"Ha rubato una mia cosa. E adesso me la devo riprendere."

Donghyuk prese Jisung per il polso e lo portò davanti all'armadietto. "Hyung, lo faccio solo per te." Disse prima di appoggiare l'orecchio sulla fredda superficie e far ruotare la rotellina del lucchetto.

Passarono vari minuti, nei quali Donghyuck gironzolò per il corridoio e giocò con il cellulare o con qualunque cosa non lo facesse annoiare. E poi, quando stava per perdere le speranze, l'armadietto si aprì.

"Hyung! Ce l'ho fatta!"  Esclamò gioioso Jisung saltellando. Ma il maggiore lo ignorò totalmente per aprire completamente la porticina e andare a cercare chissà cosa.
E alla fine, ne tirò fuori un piccolo quadernetto dalla copertina rovinata.

Jisung, incuriosito dall'oggetto, si avvicinò per osservarlo meglio, ma Donghyuck subito se lo portò al petto, come per nasconderlo.

"Hyung... È per caso un diario segreto?"

"No! Non è per niente un diario segreto! No no!" Esclamò lui totalmente in panico, scuotendo compulsivamente la testa.
Ma prima che il biondino potesse ribattere, la campanella suonò, e dalle classi cominciarono a uscire gli studenti.

"Jisung! Vieni!" Urlò Donghyuck sopra il rumoroso chiacchiericcio delle persone, e i due scapparono via per rifugiarsi in bagno.

Avevano lasciato l'armadietto spalancato e varie cianfrusaglie per terra. Ma non sarebbero potuti essere scoperti tanto facilmente.

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"LEE DONGHYUCK!"

Tutti gli studenti presenti nel corridoio si fermarono, spostandosi di volta in volta per far passare l'enorme figura che avanzava a gran falcate.

Donghyuck spalancò gli occhi riconoscendo quella determinata voce, mentre i suoi amici lo guardavano preoccupati.
Lentamente si voltò, per poi incontrare due grandi occhi infuocati di odio e disprezzo.

"Ehi, Yonghan... Come va?" Pronunciò il minore con voce piccola, alquanto spaventato dall'enorme stazza del ragazzo che lo stava fronteggiando.

Moon Yonghan, del quarto anno, era sempre stato un ragazzo un po' scontroso, specialmente con i primini. Ma con Donghyuck il suo disprezzo arrivava ad un altro livello. Tutto iniziò nel primo giorno di liceo del minore, quando, preso dall'allegria di fare nuove conoscenze, si scontrò accidentalmente con il più grande che aveva in mano un bicchiere di caffé caldo. Inutile dire che dovette buttare la sua maglietta preferita ed ottenne un'ustione di primo grado.
E allora, dopo molti altri eventi simili a questo, come si poteva non odiarlo?

"Lee Donghyuck! Lo so che sei stato tu a sfasciare il mio armadietto!" Esclamò Moon Yonghan pieno di rabbia, con tutti gli studenti ad osservare il piccolo scontro fra i due.

"No... Yonghan, non lo farei mai, amico mio..."

"E hai rubato anche qualcosa di mio!" Continuò senza dar peso alle parole del minore, che strabuzzò gli occhi.

"Qualcosa di tuo... Questo libretto è mio! Sei quello che me lo ha rubato quando ho lasciato lo zaino in classe!" Ribatté Donghyuck tirando fuori il piccolo diario dalle tasche e mostrandolo al più alto.
Ma Renjun spalancò gli occhi, ricordandosi dell'identico quadernino che aveva nello zaino.

"Donghyuck... Ho io il tuo diario..."

Donghyuck si girò di scatto verso il cinese, con gli occhi spalancati pieni di terrore. Non fece nemmeno in tempo a rinfacciare il maggiore che si ritrovò il suo pugno su un occhio, tanto potente da farlo cadere a terra.
Subito dopo Moon Yonghan gli montò sopra, pronto a dargliene di santa ragione. Ma quella lotta impari, per sua fortuna, venne impedita dall'arrivo di una professoressa.

"Lee Donghyuck! In presidenza!"

Come non detto. Quando c'erano di mezzo anche i professori per Donghyuck non era mai una fortuna.

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