Capitolo 20

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HARRY'S POV

Salgo in macchina e inizio a guidare lontano, verso un quartiere malridotto.

«Perché siamo qui?»chiede.

«Non lo so, ci siamo arrivati e basta.»dico incazzato, ma poi mi rendo conto che la sto trattando di merda e riprendo a parlare.«Mi dispiace per prima. Ho perso la testa. Ero arrabbiato.»

«Il fatto che eri arrabbiato non ti da il diritto di urlarmi in un locale davanti a una dozzina di persone.»

«Lo so, per questo ho detto che mi dispiace.»dico, nuovamente incazzato.

«Certo, come no.»replica ancora.

Ma la smetterà mai?

Proprio non ce la faccio a contenere la rabbia.

«Ho detto che mi dispiace, cazzo! Perché devi sempre comportarti come una bambina di due anni?!»urlo, notando che salta sul sedile.

«Okay, non urlare con me.»bisbiglia ancora spaventata per prima.

«Urlo quanto cazzo mi pare!»grido di nuovo, non riuscendo a calmarmi.

Mi passo una mano per i capelli e stringo forte il manubrio, senza guardare davvero la strada.

«Oh, mio Dio, Harry!»urla Sharon accanto a me, facendomi riprendere a guardare la strada e mi accorgo di un'auto che sfreccia proprio di fronte a noi.

«Spostati nell'altra corsia!»dice e io lo faccio.

Giuro, ci provo davvero. Ma la macchina appena ci raggiunge gira verso di noi, schiantandosi contro la mia macchina.

Sharon urla e mi stringe forte la mano.

Provo a frenare la macchina.

Ho la fronte e le mani sudate e il cuore mi batte a mille. Ma la macchina non si ferma in tempo e ci schiantiamo contro un albero. Tiro forte Shar contro di me, ma ormai è troppo tardi. La sua testa è sbattuta contro il vetro in frantumi e adesso è ferita. La sua testa appoggiata sul mio petto, gli occhi chiusi.

«Shar! Amore mio!»

Non risponde.

“Oh, mio Dio.”

Tiro fuori il mio telefono intatto dalla tasca posteriore dei jeans e chiamo il 911.

**

Vago per l'ospedale, non sapendo dove andare. Ho chiamato i ragazzi e stanno arrivando.

È in coma e non è fuori pericolo. Non voglio perderla. Non voglio perdere nemmeno la mia bambina. Con questi pensieri che mi tormentano, mi siedo e aspetto i ragazzi.

Poggio il viso fra le mani e mi lascio andare proprio. Non riesco a tenere tutto dentro.

Singhiozzo silenziosamente. E continuo così per almeno dieci minuti, fin quando sento una mano poggiarsi sulla mia spalla e una voce familiare.

«Ehi, amico.»dice Liam, sedendosi accanto a me, seguito dagli altri.

Racconto ai ragazzi tutto quello che è successo e loro rimangono sorpresi s dispiaciuti.

«E lui? Quello che vi ha investiti, che fine ha fatto?»chiede Zayn.

«La polizia lo ha trovato mentre scappava. Era ubriaco e l'hanno arrestato.»

Lui annuisce.

«Cosa posso fare? Dio, non avrei dovuto guidare fin lì.»

«Ehi, non è colpa tua. Non potevi sapere che proprio lì, proprio in quel momento c'era questo cazzone, Harry.»Niall prova a consolarmi.

Ti odio e ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora