Capitolo 15

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SHARON'S POV

Mi sveglio grazie alla sveglia che ho preparato ieri sera per le 07:00 di oggi.

Mi alzo come un razzo, vado verso l'armadio, prendo degli shorts di jeans, una canottiera nera abbastanza scollata, da mettere sopra un top nero e poi delle converse nere.

Corro in bagno dopo aver preso dai cassetti un intimo di pizzo nero.

"Non si sa mai....."

Ma che cazzo?! Sono fidanzata. Sono fidanzata. Sono fidanzata.

Entro sotto la doccia e mi lavo velocemente, indosso i vestiti scelti prima e pettino i capelli, per poi truccarmi leggermente.

Vado in cucina e faccio colazione.

Guardò l'orologio: 09:00.

"Calma."

Sta arrivando.

Mentre aspetto, accendo la tv.

Passano non so quanti minuti e non arriva.

"Forse c'è traffico in strada."

Guardo il cellulare, ma non c'è nemmeno un suo messaggio che comunica che ritarderà.

Aspetto ancora, distraendomi grazie alla tv.

Guardo l'orologio in cucina: 10:30.

"Ormai non verrà sicuro."

È sempre così con lui. Una volta sorridi e una volta piangi.

Verso le 11:00 suonano al campanello ed io, convinta sia Chris, apro senza guardare dallo spioncino.

Invece è Harry.

«Dio, scusa. Avevo preparato la sveglia ieri sera per oggi e i ragazzi me l'hanno staccata prima che suonasse, solo per dispetto di ieri, che ho scordato di prenderli con la macchina da Starbucks.»

Rido.

«Credevo avessi cambiato idea.»

Dico, facendolo entrare in casa, per poi chiudere la porta.

«No. Mi sono svegliato mezz'ora fa.»

In effetti, si nota.

Sorrido.

«Sei carino da assonnato. »lo prendo in giro dolcemente.

Sorride.

«Carino? Io direi bello.»dice.

«Facciamo bellissimo.»rido.

«Non puoi flirtare.»mi stuzzica.

«Ah, no? E perché?»

«Perché il tuo fidanzato coglione rompe le palle.»

Mi mordo il labbro cercando di nascondere il sorriso ebete che mi si sta formando in viso.

"Sei una stronza. Ti fa felice che lui sia geloso."

Ovvio. Significa che gli importa ancora di me.

Lui si siede sul tavolo, prendendo la mia mano.

«Sharon, io non riesco a starti lontano. Ci ho pensato ieri sera, e anche se dovrei lasciarti in pace, non ci riesco.»confessa.

«E allora non farlo.»

Sorride.

Mi avvicina in mezzo alle sue gambe, accarezzandomi con una mano la guancia e con l'altra il fianco.

Poggia la fronte sulla mia, mentre io poggio le mani sul suo petto.

«Mi manchi.»sussurra.

Sorrido.

Ti odio e ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora