Capitolo 3

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<Ciao. Posso entrare o mi fai rimanere fuori?>sorride.

<N-no, certo. Puoi entrare.>dico, aprendo di più la porta e facendolo entrare.

Chiudo la porta e mi giro, guardando James imbarazzata.

Lui sorride, rassicurante.

Harry si guarda intorno, poi si gira verso di me e mi sorride.

<Non ci presenti?>si affretta a dire.

<Oh...>dico, ancora più imbarazzata.<James, lui è Harry, Harry, questo è James.>dico.

Si fissano.

<Ciao.>dice James, in tono amichevole.

<Ciao.>risponde Harry, circospetto.

<Ehm... vuoi... vuoi qualcosa da bere?>

L'eduzacione ha sempre la meglio.

<Mmmh.. no, grazie.>dice.

<Se vuoi, puoi sederti.>dico.

<Oh.. ok.>

Si siede accanto a James.

Sento una porta chiudersi sopra e, subito dopo, c'è Bella che scende le scale.

<Oh.>dice, fermandosi appena sceso l'ultimo scalino.

<Harry, questa è Bella.>

<Ciao.>sorride lui.

Ah.. perchè non ha sorriso anche a James? Credo che non ci sia bisogno di una risposta.

<Ciao.>sorride.

Bella è una persona... come dire... estroversa, amichevole, gentile, testarda... non è timida. E' completamente diversa da me. Non che io non sia gentile o amichevole, solo che sono abbastanza timida.

<Perchè c'è questo bel ragazzo qui?>dice in italiano.

Già, siamo tutti italiani. Apparte Harry.

La fulmino con lo sguardo.

Lei scoppia a ridere.

<Smettila.>riprendo a parlare in inglese e mi siedo sulla poltrona più vicina, quella accanto a James. L'altra è accanto a Harry, altro motivo per la quale non sedersi lì.

C'è un silenzio imbarazzante. O almeno per me.

<Allora... come vi siete conosciuti voi tre?>chiede Harry.

<Sharon... Sharon è stata la nostra salvatrice.>alza le spalle James.

<In che senso?>chiede Harry, stupito.

<Lei... beh, ci ha salvati da una famiglia che... che non ci apparteneva, ecco. Entrambi. Sia me, che Bella. Abbiamo tutti e due avuto problemi con le nostre famiglie.>racconta.

<Oh..>dice soltanto. Poi sorride e abbassa la testa, come per non farsi guardare da nessuno.

Dio mio.

<Io le devo la mia vita.>dice Bella facendo finta di piangere, suscitando le risate di tutti, tranne me, che la guardo male. A volte il suo senso dell'umorismo rende nervosi.

Sbuffo.

<Dai, non te la prendere, scherzavo, lo sai.>si siede accanto a Harry.

So che lo fa apposta.

Sto fumando di rabbia. O di gelosia.

Mi lancia un sorriso smargliante e comincia una semplice conversazione con Harry, che mi da i nervi.

Ti odio e ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora