Capitolo 23

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*Tre anni dopo*

«Mamma!»mi chiama Rose.
«Tesoro!»sorrido, vedendola correre verso di me fuori dall'asilo. Era il suo primo giorno.
Mi salta addosso ed io ridacchio.
«Com'è andato il tuo primo giorno di scuola?»chiedo, dopo averle dato un bacio sulla fronte.
«Benissimo!»dice allegra.
Scende dalle mie braccia e io le prendo la mano, per poi avviarci verso la mia macchina.
«Mamma...»mi chiama, fermandosi sui suoi passi.
«Sì?»mi volto verso di lei.
Si guarda intorno e poi riporta la sua attenzione su di me.
«Perché tutti i miei compagni hanno un papà che li abbraccia ed io no?»domanda tranquilla.
Deglutisco rumorosamente, per poi abbassarmi per arrivare alla sua altezza.
«Non ti basta la tua mamma?»chiedo sorridendo.
Lei ridacchia e poi mi abbraccia.
«Come si chiama il mio papà? »chiede.
Sospiro.
«Ne riparliamo a casa?»chiedo.
Lei annuisce vivace e saliamo in macchina.
Le allaccio la cintura, per poi allacciare la mia.
Guido fino all'appartamento e una volta arrivate, spengo il motore, slaccio le nostre cinture e scendiamo dalla macchina.
Entriamo in ascensore, che ci porta al nostro piano.
Recupero le chiavi dalla borsa e apro la porta.
Rose scappa dentro casa e lancia via lo zaino, buttandolo sul pavimento.
«Ehi! Raccoglilo.»la rimprovero con tono autorevole.
«Scusa.»sussurra, andando a prendere il suo zainetto.
La vedo andare nella sua cameretta, e credo l'abbia messo al proprio posto.
«Mammina, quando vai a scuola?»
«Ci vado domani tesoro, quindi verrà Ash a prenderti all'asilo.»
Gliel'ho spiegato varie volte che non è una scuola normale e che si chiama università, ma ha ancora tre anni. E per avere l'età che ha fa dei ragionamenti che io alla sua età nemmeno sognavo. Quindi va bene se non ricorda il nome.
Sorrido per le mie constatazioni.
«Non può venire a prendermi il mio papà?»
Rabbrividisco.
«Tesoro, no. Tuo padre non c'è. È dall'altra parte del mondo. E non gli importa nulla di te e di me, okay?»sono parole dure da dire, ma sono sicura che lei possa capire.
Assume un'espressione triste in viso e mi spezza il cuore.
«Almeno mi dici il suo nome?»
Sospiro. È pur sempre suo padre.
«Si chiama Harry.»
Il mio cuore aumenta i suoi battiti. Fa sempre lo stesso effetto.
Lei sorride.
«Mi piace Harry! E come ce li ha i capelli?»
«Proprio come i tuoi. Solo che ti ce li hai più lunghi ed hai più boccoli.»sorrido.
«Davvero? E gli occhi?»
«Verdi come i tuoi. Ma, per il resto, sei uguale alla tua mamma.»le tocco il naso.
Lei ride e mi abbraccia.
«Già gli voglio bene.»dice.
Sorrido.
«Senti, ti va se invito Ash qui a pranzo?»
«Sì!»saltella per casa.
Rido. Tiro fuori il telefono che avevo dimenticato nella borsa e chiamo Ash, che mi dice che porterà anche il suo ragazzo.
«Rose, Ash pranza qui con il suo fidanzato.»
«Mmmh.»annuisce distratta, intenta a guardare i cartoni animati alla tv.
Preparo il pranzo, cucinando pasta, insalata e toast. So che i miei ospiti sono due che si accontentano, ed io più di questo non posso fare, dato l'orario.
Apparecchio la tavola e, nel frattempo che la pasta sia pronta e che i miei ospiti arrivino, preparo la divisa di lavoro sul letto, così quando Ash ed il suo ragazzo se ne saranno andati io potrò prepararmi per andar via.
Chiudo la porta della camera da letto, dopo aver sentito il campanello suonare. Vado verso la porta, aprendola.
«Ciao.»sorrido ai due.
Ash mi abbraccia ed io e Joe ci salutiamo con due semplici baci sulle guance. Anche lui è dell'Università e sta insieme ad Ash grazie a me. È un tipo piuttosto timido e non parlava con nessuno tranne che con me, ed io allora gli ho presentato Ashley.
«Come stai?»domanda.
«Bene, e voi?»replico, lasciandoli entrare.
«Bene.»rispondono insieme.
«Ehi, Rose.»Ash la chiama.
Rose si volta subito verso di noi e corre in braccio ad Ash.
Sorrido.
«Ed io? Non mi saluti?»chiede Joe a Rose.
Lei annuisce e gli si attacca addosso.
Rido.
Corro in cucina per mettere la pasta nei piatti, servendoli sul tavolo.
Ci sediamo tutti a tavola e iniziamo a pranzare.
«A che ora devi andare al lavoro?»domanda Ash.
«Alle tre, perché?»
«Così noi rimaniamo qui con Rose.»
«Oh, non c'è bisogno. Posso portarla con me.»
«No, si annoierà. E poi tu hai gli appunti da studiare per domani, così io e Joe potremmo studiare.»
«D'accordo. Io li ho già studiati.»
Annuisce.
Devo sempre anticiparli i compiti, perché ho anche il lavoro. A volte studio di mattina. Spesso, a dire la verità. Quando non sono all'Università.
Una volta finito di pranzare, alle 14:15, sparecchio la tavola insieme ad Ash.
«Vai a cambiarti, sbrigati! Finisco io qui.»
Sorrido e le do un bacio sulla guancia.
Corro nella camera da letto, cambiandomi. Fortuna che faccio la doccia la mattina.
Mi aggiusto il trucco che ho fatto stamattina per andare a prendere Rose all'asilo e indosso le scarpe.
Prendo la mia borsa mettendoci le cose essenziali.
Lego i miei capelli in un'alta coda di cavallo e saluto Rose, Ash e Joe, per poi scappare giù.
Guardo l'orologio al polso: 14:45.
Fortunatamente il negozio è qui vicino.
Salgo in macchina e guido fino al negozio, portando la macchina al parcheggio, per poi spegnere il motore.
Scendo dalla macchina ed entro in negozio.
«Puntuale.»nota la mia collega.
Sorrido.
«Avevo degli ospiti a pranzo.»
Sorride.
«Beh, sei comunque riuscita ad arrivare in tempo.»
Annuisco.
«Mi fai un favore?»chiede Becky.
«Certo.»
«Potresti piegare le magliette al piano di sotto?»
«Sissignora!»
Scendo giù e piego le magliette spiegate.
Mi sposto al piano di sopra ed entro nel ripostiglio dove ci sono nuovi arrivi e li metto in ordine.
Esco dal ripostiglio e mi avvio alla cassa, dove c'è Becky.
Arrivano pochi clienti all'inizio, ma dalle 16:00 entrano molti clienti.
Una ragazzina si dirige verso di me.
«Mi scusi?»
«Buonasera.»saluto educatamente.
«'Sera, cercavo una gonna a vita alta.»
«Certo, seguimi.»le dico, spostandomi verso l'altro lato del negozio.
Prendo una gonna a vita alta nera di pelle e la ragazzina sorride.
«Favolosa. Grazie mille!»me la strappa dalle mani.
Rido.
«Sharon è richiesta alla cassa.»la voce di Becky che esce dall'altoparlante risuona in tutto il negozio.
Mi avvio alla cassa.
«Aiutami, Angy sta aiutando dei clienti. Prendi il suo posto alla cassa.»
Annuisco, posizionandomi dietro il bancone.
Molti clienti pagano le loro spese e, fino alle 18:30, il negozio è pieno di gente. Subito dopo inizia a svuotarsi un pò.
Verso le 19:30 non c'è quasi più nessuno tranne una decina di clienti.
Un uomo o un ragazzo, con un cappello, degli occhiali e una sciarpa che lo ricopre fin sotto al naso si posiziona davanti a me per pagare la sua roba: un paio di jeans neri stretti, un paio di occhiali da sole, un cappello di lana e una camicia nera trasparente.
«Sono quaranta tre sterline e settanta centesimi.»
Lui paga silenziosamente, dandomi una carta da cinquanta sterline. Dopo aver messo la sua roba in una busta, gli do il resto.
Lui raccoglie tutto e va via, senza nemmeno un ‘grazie’ o un ‘arrivederci’.
Alle 20:30 non c'è più nessuno.
«Io vado.»dico a Becky. Lei annuisce.
Prendo la mia roba, indosso il mio giubbotto ed esco nel parcheggio sul retro.
Vado alla mia Mercedes e poggio la mia borsa sul sedile del passeggero.
Accendo il motore e guido verso la strada di casa.
Arrivata a casa, prendo la borsa, entro in ascensore e poi apro la porta con le chiavi.
«Ehilà!»saluta Ash.
«Ehi.»
«Ho cucinato io. Spero non ti dispiaccia.»
Sorrido.
«Grazie, davvero.»
Mi guardo intorno, vedendo che Joe non è in casa.
«Dov'é Joe?»
«È andato a casa per andare a dormire prima del solito. Vuole essere pronto per domani.»alza gli occhi al cielo.
Rido.
«E Rose?»
«Giocava nella sua camera.»
Vado a salutarla e poi dico ad Ash che vado a fare una doccia.
Mi spoglio ed entro nella doccia calda, stando lì dentro almeno cinque minuti. Una volta finito, esco dalla doccia e mi asciugo con un asciugamani. Dopo l'avvolgo attorno al mio corpo ed esco dal bagno, dirigendomi verso l'armadio.
Ho sempre amato i bagni in camera.
Tiro fuori dai cassettoni un intimo semplice blu e poi tiro fuori dall'armadio dei pantaloncini blu e un maglione crema. Ci sono i riscaldamenti in casa e quindi non c'è freddo.
Indosso le mie adorate calze lunghe fino a metà coscia, appositamente blu, e poi metto le mie pantofole azzurre.
Vado in cucina, trovando la tavola apparecchiata, il cibo sul tavolo ed Ash e Rose son sedute a tavola ad aspettarmi.
«Uhh, che sexy questa mammina.»mi stuzzica Ash.
Alzo gli occhi al cielo e sorrido, sedendomi a tavola.
Dopo la cena, Ash decide di rimanere qui. L'unica fortuna è che lei fa meno ore di me all'Università e così può andare a prendere Rose all'asilo.
Puliamo tutto, mentre Rose è già a letto.
Andiamo in camera da letto e presto dei pantaloncini e un maglioncino ad Ash.
Mi addormento presto, sognando un uomo incappucciato, con la sciarpa fin sotto al naso e degli occhiali, che mi fissa in modo inquietante.

Sorry:) so che questo non ve l'aspettavate;) ma vabbè, andiamo al dunque... Spero che la storia vi stia piacendo, anche se questo capitolo non è un granché, lo so...
Allora, come andrà a finire secondo voi?;)

Ti odio e ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora